Quindici.

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Non posso più scappare.

"Questo è l'ultimo piatto"
Comunico a Mattia, porgendogli l'ultima stoviglia che era rimasta sul tavolo. Terminato il pranzo, infatti, ho aiutato il ballerino di latino a sparecchiare, così che anche lui potesse godersi di un po' di pausa, prima di riprendere le lezioni. Mi accenna dolcemente un sorriso, ringraziandomi subito dopo.

Samuele richiama la mia attenzione, posando una mano sulla mia spalla e dicendomi che Ludovica ci sta aspettando sulle gradinate. Raggiungiamo, quindi, proprio la ballerina.

Samuele prende posto al suo fianco, alzando gli angoli della bocca non appena incrocia il suo sguardo, mentre io mi posiziono un gradino più in alto, sdraiandomi ed osservando i miei due amici. Ludovica prende finalmente parola e ci racconta dell'incontro avuto con Emanuel dopo la puntata, a cui Samuele, in realtà, aveva assistito.

Ascolto qualche parola del suo discorso, non perché io non sia realmente interessata, ma perché, nonostante tutto, il mio sguardo è fisso sullo specchio di fronte a noi. Poco distante da Samuele, infatti, vi è Gianmarco. Il ragazzo ha gli occhi spenti e sembra essere stanco, probabilmente per via della situazione con Raimondo, il quale gli ha assegnato, come compito, una coreografia data da settimane dalla maestra. Quest'ultima, però, non l'ha mai fatta eseguire in puntata in quanto ritiene che Gianmarco non è ancora pronto. I tre si sono anche confrontati in studio, ma non sono arrivati ad un punto di incontro.

La verità, però, è che al maestro, sfortunatamente, Gianmarco, non piacerà mai. Ed è inutile metterlo in ridicolo e in difficoltà solamente per il gusto di farlo. Così facendo non farà di certo cambiare idea alla maestra, che sembra essere piuttosto felice e soddisfatta di averlo in squadra.

"Va' da lui"
La mano di Ludovica sventolata davanti ai miei occhi e la voce di Samuele, che pronunciano quelle parole mi riportano alla realtà. I miei occhi chiari saettano sulle figure dei miei amici, ricadendo sempre, involontariamente, sulla schiena di Gianmarco.

Scuoto la testa, rispondendo con un no secco. Internamente, però, non sono così tanto sicura nel non voler andare da lui. La mia testa e il mio cuore stanno combattendo: la parte razionale di me dice di lasciar perdere, l'altra, invece, vorrebbe correre tra le sue braccia.

"Che vuol dire no?"
Domanda, incredulo, Samuele, spalancando i suoi occhi marroni. Tiene, nonostante il suo esser sorpreso dalla mia risposta, un tono di voce basso, per evitare che la conversazione possa arrivare alle orecchie del ballerino.

"È troppo orgogliosa, Samu"
Risponde Ludovica al mio posto, alzando gli occhi al cielo. Apro la bocca per ribattere, ma la richiudo subito dopo. Ludovica ha ragione: sono orgogliosa, fin troppo.

Samuele mi tira un'occhiata, invitandomi con un cenno del capo ad alzarmi e a raggiungere il ragazzo. La stessa cosa fa Ludovica, incitandomi e dando man forte al ballerino. Vorrei cacciare un urlo, ma mi limito a sbuffare e a scendere quelle gradinate, fino a raggiungere Gianmarco.

Prendo posto alla sua destra, appoggiando, insicura, il palmo della mia mano sulla sua spalla, attirando completamente la sua attenzione. I suoi occhi marroni si incastrano nei miei, e mi sembra quasi di vedere un luccichio. L'angolo destro della sua bocca, invece, si solleva leggermente, accennando ad un sorriso sincero.

"Speravo tanto venissi qua, da me, ma non credevo l'avresti fatto..."
Ammette, continuando a mantenere il contatto visivo. Mi mordo la guancia interna, non sapendo bene cosa dire e sentendomi quasi in imbarazzo. Ritraggo la mano, strofinandola un paio di volte sulla mia coscia prima di rispondere alle sue parole.

"E invece eccomi qua"
Sussurro, mostrando un sorriso tirato al ragazzo. Ludovica e Samuele hanno lasciato la stanza, osservandoci da lontano.

"Non sei costretta a stare qua, se non vuoi"
Pronuncia, guardando il suo riflesso nello specchio davanti a noi. Mi perdo qualche secondo ad osservare il suo profilo.

Smettila di aspettarmi | Gianmarco PetrelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora