Dodici.

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Aggiustami il cuore.

Osservo la busta azzurra sul mio letto per qualche minuto, impaurita — e incuriosita allo stesso tempo — nello scoprire il suo contenuto, prima di prendere coraggio e prenderla tra le mani. Mi siedo, quindi, a gambe incrociate, facendo un respiro profondo e muovendo nervosamente le mie dita sull'apertura della busta.

Mi fermo quando la porta si spalanca, facendo saettare lo sguardo su di essa e notando poco dopo la figura di Ludovica — che mi saluta con un bacio volante e un sorriso sul volto. Vedendomi seduta con una busta tra le mani, si avvicina a me e si abbassa al mio livello, per fa sì che i suoi occhi si incastrino con i miei. All'inizio li spalanca, probabilmente incredula, poi si tranquillizza.

"Pensavo fosse una busta mandata da uno dei professori"
Ammette, notando poi il colore diverso, spiegando il motivo della sua reazione. Scuoto la testa, dicendole che l'avrei preferita, probabilmente, rispetto a quella che tengo tra le mani.

Mi guarda confusa. "Come fai a dirlo? Non l'hai nemmeno aperta"

"Non mi piacciono le lettere, di solito mi fanno sempre piangere e stare male..."
Confesso, ricordando le numerose lettere che i miei genitori mi scrivono ad ogni mio compleanno. Per i miei vent'anni, festeggiati ormai da qualche giorno, ho vietato categoricamente qualsiasi tipo di messaggio smielato e, essendoci sentiti il 29, credevo avessero capito. Invece, ora, a distanza di giorni, mi ritrovo con una busta tra le mani, spedita da loro probabilmente.

"Amore! Vuoi che stia qua per farti supporto morale?"
Mi domanda Ludovica, mentre io mi limito ad annuire e a ringraziarla mentalmente.

Decido, quindi, grazie al suo supporto, di aprire e scoprire il contenuto di quella busta — finalmente! Rimango sorpresa quando, oltre a trovare un bigliettino scritto a mano, trovo due biglietti per il concerto di Ultimo a Roma.

Guardo confusa la ragazza al mio fianco, che alza semplicemente le spalle, non potendo rispondere alle mille domande che invadono la mia mente. Tutta la mia famiglia e i miei amici sanno quanto io sia fissata con il cantante romano e quanto ami andare ai concerti, specialmente i suoi, ma non mi aspettavo che qualcuno mi regalasse i biglietti per il mio compleanno.

Il mio cuore accelera quando leggo a chi sono intestati. Ricordo bene il pomeriggio in cui mi ero lamentata con lui di non poter andare al concerto del 17 luglio al Circo Massimo, in quanto io e la mia famiglia saremmo partiti per le vacanze estive — che poi, per tutto ciò che è successo quest'estate è stato meglio così... — proprio in quel periodo.

Ripongo i biglietti nella busta, passando alla lettura del bigliettino. La sua calligrafia mi riporta alla mente mille ricordi, che scaccio per non scoppiare a piangere. È già faticoso trattenere le lacrime per i biglietti allo Stadio Olimpico di Roma...

"Non ho avuto il coraggio di dartelo davanti agli altri. Non ho avuto il coraggio di farlo neanche nei giorni passati, di darti la busta in mano e come uno scemo dirti tanti auguri. Il coraggio, se così si può chiamare, lo trovo solo ora, lasciandolo sul tuo letto vuoto. Quando ho preso questi biglietti ci eravamo già lasciati e non so cosa avevo in mente in quel periodo... ma spero che, comunque, tu abbia apprezzato il gesto.
Come vedi sono già nominati, ma si può fare il cambio nominativo senza problemi. Sono tuoi, quindi puoi dare il mio biglietto a chi vuoi.
Ancora auguri, Arianna.
Gianmarco."

Mi porto il cuscino sul viso, soffocando un urlo. Ludovica ruba il biglietto dalle mani, incuriosita dalle parole che il ballerino aveva scritto su di esso.

Le braccia di lei, poco dopo, stringono forte il mio corpo, sussurrandomi di stare calma. Mi lascio completamente andare, scoppiando in un pianto liberatorio. Ho apprezzato con tutta me stessa il gesto di Gianmarco, ma sono allo stesso tempo innervosita dal suo comportamento.

Smettila di aspettarmi | Gianmarco PetrelliWhere stories live. Discover now