Quattro.

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Primo giorno.

Spengo velocemente la sveglia, che suona da pochi minuti, per non svegliare le mie compagne di stanza - che si sarebbero svegliate da lì a poco. Sono esattamente le sei del mattino ed io avevo preso sonno solo qualche ora prima. La prima notte in un posto nuovo, diverso dal mio letto, mi addormento sempre a fatica, forse per via dell'emozione o forse perché devo solo farci l'abitudine. Fatto sta che ho dormito poco e niente, eppure mi sento piuttosto attiva.

Raggiungo la cucina, dove trovo, con mia sorpresa, Ramon. Il ballerino della Celentano sta facendo colazione, ancora mezzo addormentato. Ha lo sguardo fisso sulla tazza, quasi assente, mentre inzuppa i biscotti. A fatica si accorge di me, ma lo risveglio dai suoi pensieri con un saluto gentile. Mi affretto a prendere una tazza vuota e verso in essa il latte freddo, aggiungendo subito dopo un po' di cacao. Mi accomodo al suo fianco.

"Come mai già sveglio?"
Gli domando, bevendo un sorso di latte. Sposta il suo sguardo su di me, mostrandomi i suoi occhi stanchi.

"Gianmarco non ha chiuso occhi sta notte, continuava a girarsi nel letto nella speranza di addormentarsi. Per colpa sua, quindi, non ho dormito neanche io. Ma, ahimè, non gliene faccio una colpa, si vedeva che qualcosa non andava"
Ammette, passandosi una mano sul volto.

Quasi mi strozzo con la bevanda non appena sento il suo nome. Ieri non ci siamo neanche rivolti un saluto, quando ho raggiunto la casetta. Ci siamo incrociati più volte, inevitabilmente, ma nessuno dei due ha avuto il coraggio di dire niente. Ripenso alle parole di Ramon e mille ricordi invadono la mia mente: il ballerino, infatti, quando era stressato per qualcosa o, semplicemente, qualcosa non andava, mi chiedeva di dormire insieme. Diceva che ero l'unica persona che riusciva a calmarlo...

"Mi dispiace"
Sussurro, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lui alza semplicemente le spalle, ridacchiando e dicendo che non è di certo colpa mia. Ma so che, in parte, Gianmarco non era riuscito a dormire per via della mia presenza. Sorrido leggermente, senza sapere bene cosa dire.

"Allora, emozionata per questo primo giorno di lezioni?"
Mi domanda, cercando di cambiare argomento.

Annuisco eccitata, "non vedo l'ora di iniziare. È sempre stato un sogno far parte di questa scuola e lavorare con la maestra. E adesso che ne ho la possibilità mi sembra un sogno!"

"Ti sembrerà sempre un sogno, ma ci farai più o meno l'abitudine. Tra l'altro ieri non te l'ho detto, ma sei stata pazzesca. Mi hai emozionato molto"
Ammette il ballerino. Lo ringrazio, portando una mano sul petto. Sento le mie guance farsi più calde, imbarazzata da sempre dai complimenti, ma mi nascondo andando a lavare la tazza appena usata.

Le sveglie degli altri ragazzi riempiono il silenzio che si è creato in cucina - riempito qualche minuto dopo anche dalle loro voci, che raggiungono la stanza in cui ci troviamo io e Ramon. Mi appoggio al bancone, chiacchierando con Samu e Ludovica, mentre Gianmarco mi passa di fianco e mi lancia uno sguardo. Si avvicina a me, versando il latte nella tazza ed io ne approfitto per guardarlo con la coda dell'occhio. So che la ballerina di Emanuel ha lo sguardo fisso su di me, ma non ci faccio caso.

Io e Ludovica ci siamo incontrate, e successivamente siamo diventate amiche, circa due anni fa, durante uno stage a Roma. Abbiamo legato fin da subito, soprattutto avendo avuto la possibilità di ballare più volte insieme. Per questo motivo è a conoscenza della mia relazione, passata, con Gianmarco e della nostra rottura. Ed essendo anche amica del ragazzo, credo che sia stato proprio lui a dirle che non stiamo più insieme.

Lo osservo mentre raggiunge Megan. I due si salutano con un bacio sulla guancia, anche se lei sembra volere qualcosa di più. Ludovica mi tira un leggero pizzicotto sul fianco, facendomi distogliere lo sguardo da quel romantico quadro. La osservo, mostrandole un sorriso tirato.

Smettila di aspettarmi | Gianmarco PetrelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora