9. little kótik....

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<<buongiorno, come ti senti?>>
Le chiese non appena la sentì entrare in cucina, alzando poco dopo lo sguardo dai fogli ed aggiustandosi gli occhiali.
Melissa non l'aveva mai visto così ,vestito in quella maniera casual e con quegli occhiali poi .
Solo i tatuaggi che sporgevano dalle braccia muscolose le ricordavano il buttafuori conosciuto poco tempo prima. Quello che sembrava ,anche se le costava molto ammetterlo , un luogo sicuro ,un roccia in grado di proteggerti dal mondo.
Adesso invece dava l'idea di un soggiorno ,col camino accesso,uno di quelli col camino sempre accesso d'inverno. Caldo ed accogliente,dove potersi riposare in tutta tranquillità e comodità.

Cercò di scacciare fuori dalla propria mente quel pensiero.
Inarcò un sopracciglio vedendo il caffè.
<<A quest'ora ? >>

Chiese facendogli un cenno del capo ed ignorando completamente la sua domanda ,non era una tipa a cui piacesse parlare così "alla leggera" di se,soprattutto con un semisconosciuto, per quanto gentile ed affascinante e per le bugie...beh ,che dire? Le usava spesso,troppo spesso, però in quella situazione pensò che se fosse riuscita ad evitarle tanto di guadagnato,non voleva mentirgli.

Gli si avvicinò con passo felpato e gli si sedette difronte.

<<io prendo il caffè a tutte le ore>>
Sorrise l'altro con tranquillità,poggiando la penna su uno dei fogli e stiracchiandosi.

<<E sei un medico eh ....non mi sembra un bell'esempio sai? >>
Replicó scherzosamente volendo sfotterlo e poi si portò le dita alle labbra,aveva sempre avuto quell'abitudine.

<<infatti io dico sempre di essere un cattivo esempio>>
Rise piano alzando le spalle.

<<vuoi mangiare qualcosa?>>

<<Hai intenzione di farmi da tutore o da carceriere?>>

<<nah, cerco solo di aiutare, ma sei liberissima di andare via quando più preferisci, la porta è aperta e l'allarme disattivato>>
Dimitri si era certamente accorto il modo in cui la più piccola sviava le domande per poi invece porne lei fome e quando voleva ma non gli sembrava il momento di intervenire e quindi passò oltre.

Melissa annuì piano col capo assorta dalle parole dell'uomo.
A dir la verità non gli dispiaceva la sua presenza,quindi perché non approfittarne per un po?
A casa sarebbe stata da sola e a lei non piaceva stare da sola.

<<Cosa proponi per pranzo quindi?>>

<<mh.. bella domanda>>
Sussurro fra se e se per poi alzarsi avvicinandosi al frigo.

<<c'è qualcosa in particolare che ti piace?>>

Melissa che lo aveva seguito con lo sguardo ma senza alzarsi dallo sgabello annuì col capo senza pensarci due volte , ricordandosi solo in un secondo momento che l'uomo,dandogli le spalle, non poteva vederla.

<<Beh ecco...in realtà...pizza?>>
Chiese cercando di fare il viso più tenero possibile come a cercare un modo per convincerlo,come fanno i bambini che vogliono un sacchetto di caramelle.

Si giró a guardarla e sorrise chiudendo il frigo.
<<e va bene, ordiniamo la pizza, come la vuoi?>>

La minore esultò mentalmente.
<<diavola>>

Mangiare la rendeva felice.
Mangiare la aiutava ad attenuare le emozioni negative.
Mangiare era la sua ancora alla realtà nei periodi di forte stress.

<<perfetto>>
Dimitri prese il telefono ,compose il numero della pizzeria ed ordinó le due pizze ,per poi mettere giù e tornare a guardare le cartelle.

rowWhere stories live. Discover now