16. scuse,punizione e colazione

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Pov Melissa

Quando riaprì i miei occhi,a causa della forte luce che trapelava dalle tende mi accorsi non fosse più notte.
L'alba era sorta.
Il sole era arrivato.
Un'altro giorno stava per iniziare.

Concentrata com'ero sui raggi non mi resi nemmeno conto di dove mi trovassi,cosa che accadde solo in un secondo momento.
Il volto era appoggiato su qualcosa di morbido,le braccia e il petto circondati da qualcosa,le gambe intrecciate con quelle di qualcun altro.
Mi sollevai con delicatezza non volendo svegliare l'altra persona e mi accorsi di aver macchiato la sua maglietta a maniche lunghe lilla,proprio sul petto.
Immediatamente arrossì,avevo dormito col viso praticamente spalmato sul suo seno,e per di più, dormendo a bocca aperta,avevo "sbavato".

Maledetto naso chiuso e maledetto raffreddore!

Sospirai pensando che quando si sarebbe svegliata mi sarei scusata e le avrei proposto di lavarle il pigiama,probabilmente sarebbe stato meglio tutte le lenzuola e le federe dei cuscini,e ancora non sarebbe stato abbastanza per sdebitarmi di tutta quella gentilezza.
Una morsa allo stomaco mi prese al pensiero di averle provocato dolore con quel calcio ,seppur dato involontariamente.
Provai a sollevare la maglietta lilla per controllarle il punto colpito,ma sotto vi era quella intima e non mi sembrò il caso scoprirla per una mia curiosità.
Ci avrei pensato poi.

Piano piano mi alzai dal letto.
Dovevo fare la pipi ma tolto quello,constatai con sollievo come mi sentissi decisamente meglio,il dolore alla testa era minimo e non provavo più brividi o sbalzi strani di temperatura.
Mi misi seduta sul bordo del materasso e appena i miei piedi scalzi toccarono il pavimento un brivido mi percorse la schiena.

Io e la mia abitudine di perdere i calzini durante la notte.
Non è colpa mia,sono quegli stronzetti a prender vita propria e scappare via quando nessuno li guarda.

Controvoglia abbandonai il dolce calore che mi aveva accolta durante la notte.
Aprì la porta e la richiusi cercando di non far rumore.
Cinque porte e un corridoio.
Se la memoria non mi ingannava la prima a sinistra era il bagno ,e se ,quindi ,l'appartamento era perfettamente simmetrico al mio ,quel corridoio doveva portare al soggiorno.
Per un attimo mi dimenticai dei miei bisogni e mi incamminai e...
Bingo! Indovinato.

Non feci in tempo ad avvicinarmi alle grandi vetrate,colme di luce,che la mia attenzione fu attirata da una sagoma,di spalle,concertata su delle carte.
Dimitri.
Il topo curioso viene mangiato dal gatto,sarà vero anche stavolta?

Un deja-vu del risveglio a casa sua mi colpì come un treno.

Lo osservai per un po e poi mi decisi,con passi incerti mi avvicinai.
Ero silenziosa ,eppure ero sicura lui mi avesse già notata,forse già da quando ero uscita dalla stanza.

<<Dimitri....>>

<<già sveglia?>>
Mi chiese, probabilmente sorpreso quanto me da quell'azione insolita,per quanto il tono della voce e la postura non fecero intendere niente di tutto ciò.

Probabilmente solo mie supposizioni, nulla di reale

<<sì...ecco...io,dovevo fare la pipì e poi però...volevo ...si insomma...chiederti scusa....i-io...non intendevo....si -insomma ...ecco...quello che ho detto ier->>

<<vai in bagno>>

<<eh? Io v-veramente ....vorrei chiarire....>>
Ribattei sul punto di scoppiare a piangere,quel suo tono calmo e controllato era terribilmente irritante,come il fatto che continuasse a non darmi attenzione.
Non si voltó neppure per guardarmi in faccia.

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