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Matilde si trovava in camera,con addosso solamente l'intimo stava osservando il suo immenso pieno di roba,per trovare un vestito adatto per quella sera.
Al collo aveva una collana con delle perline bianche,invece gli orecchini erano a cerchio ma piccolini.
Prese un vestito di Yves Saint Laurent, regalatole da zia Deborah quando era andata a Parigi, all'incirca due anni fa.
Sospirò, dopodiché lo indossò.
Si guardò allo specchio,le stava molto bene.
Per le scarpe decise delle ballerine,erano più adatte per una spiaggia piena di ciottoli.
I tacchi non erano il caso.

Per il trucco aveva optato per una cosa leggera,senza essere troppo elegante.
A quella festa ci sarebbe stata per poco tempo.
Aveva pensato di starci all'incirca per cinque minuti,poi sarebbe scappata e si sarebbe rifugiata nel suo bar di fiducia.
I proprietari erano una coppia sposata,si chiamavano Silvio e Veronica.
Avevano all'incirca cinquanta anni.
Anche loro proteggevano la piccola Matilde,quella sera sarebbero stati la sua salvezza.

Si affacciò alla finestra e vide che la coppia stava in movimento, sembrava che si stessero preparando per uscire.
Sperò con tutto il cuore che il riccio sarebbe andato a quella festa sulla spiaggia.
Purtroppo stava insieme alla sua fidanzata.
Sospirò pesantemente.
Prese la borsa e ci infilò il telefono,le sigarette e i soldi(per ordinare,in caso,qualcosa al bar).
Uscì dalla camera e scese le scale, ritrovandosi in salotto.
I camerieri avevano già sparecchiato e la maggior parte della famiglia,si trovava in salotto.
"Hai fatto bene ad ascoltarmi,tesoro"disse zia Deborah, poggiando entrambe le mani sulle spalle della bionda.
La donna ricevette degli sguardi torvi da parte di Anselmo e Nina.
Matilde sorrise e andò a salutare i suoi nonni.
Poi abbracciò Rita.
"Se hai bisogno,chiamami"le sussurrò all'orecchio, cercando di non farsi sentire.
Ecco,quella sera avrebbe sicuramente chiamato zia Rita per ritornare a casa.

[...]
La ventenne arrivò in spiaggia,dove c'era la festa.
Si stava già pentendo di essere lì,il suo sguardo riusciva a intravedere tutti i ragazzi che le andavano dietro.
Fece una smorfia di dolore, toccandosi il petto come se le stesse venendo un infarto.
Girò i tacchi e fece per allontanarsi,ad un tratto(siccome non stava guardando avanti) andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.
Alzò il capo e lo vide.
Matilde si portò le mani alla bocca,per fargli che fosse dispiaciuta.
"Tranquilla non mi hai fatto male"
Al suo fianco c'era la sua ragazza,erano mano nella mano.
Purtroppo la ventenne notò quel maledetto dettaglio.
Provi solo attrazione sessuale, Matilde.
Pensò la ragazza.

Ingoiò un groppone che risultava essere fin troppo amaro.
"Amore,noi due ci siamo visti in pizzeria... è la ragazza proveniente dalla famiglia più ricca di Capri"la indicò e la biondina sorrise a denti stretti mentre annuiva.
"Oh piacere mio,io sono Lucrezia"si strinsero la mano.
Matilde sorrise con le labbra strette,quella ragazza non le andava molto genio.
Voleva tanto dire qualcosa ma non riusciva a dire nulla,il suo problema la stava attanagliando.
"Vedo che sei timida,non fa nulla"fece spallucce.
In lontananza si poteva sentire Partenope di Liberato,che stava iniziando.

Gli occhi di Matilde si illuminarono,Liberato era uno dei suoi cantanti preferiti.
C'erano serate che ballava sopra le sue canzoni,insieme a Rita.
"Uhh è Liberato,andiamo a ballare amore!"lo tirò a se, cercando di portarlo vicino alle casse.
I due si allontanarono dalla ventenne,la quale rimase amareggiata.
Voleva tanto stare solamente con lui,non ne sapeva nemmeno il motivo.
"Vieni dai!"esclamò lui,facendo il gesto di raggiungerli.
Matilde sorrise mestamente e a passo veloce raggiunse la coppia.

La musica entrò nelle sue vene,sorrise sentendo le parole del cantante.
Adorava Partenope,era la canzone che ascoltava con più piacere.
In quel momento ignorò totalmente tutti i ragazzi che potessero avvicinarsi e provarci con lei.

Ô Chiostro 'e Santa Chiara na matina te 'ncuntraje
Accumminciaje a cantá, nun l'aggio fatto maje
"Staje calmo", rispunniste, "'E na manera ammo apparà"
"Ce stanno tutt''e cumpagne, mo nun pozzo parlá"
'A primma vota ascettemo, ô mare me purtaje
Dicette: "Me faje chiagnere, tu me faje male assaje"
E popo allora 'int'a chillu mumento c''a vasaje
"Ammò, so' na sirena", dicette e me guardaje

La testa andava a destra e sinistra, cercando di andare a tempo con la musica.
I suoi fianchi si muovevano elegantemente, facendo svolazzare la gonna del vestito.
I suoi occhi erano chiusi,stava cercando di godersi la festa.
Vivi i tuoi vent'anni,che non ritornano più
Intanto Christian stava ballando con la sua fidanzata.
Aveva le mani poggiate sui fianchi,quasi vicino al suo sedere.
Invece la braccia di Lucrezia erano attorcigliate al collo del riccio.

Ce piace a ballá 'nnanz'a tutte quante
No, nun se ne fotte 'e chi ce sta annanze
Dice: "S'Agapõ" cu na sola 'nganna
Sempe pe piacere, maje pe cummanno
Chesta è na dio 'e preta, ma nun s''o penza
Ce piace 'e 'a femmena 'e cunfedenza
Chella voce è n'arma senza licenza
Baby, nun te pozzo resistenza

Mida alzò lo sguardo che finì sulla figura di Matilde.
Ingoiò un groppone di saliva.
Anche se non capiva nulla della canzone,la stava rendendo in un certo senso attraente.
La biondina aprì gli occhi e notò che il ventiquattrenne la stava guardando.
Sorrise,lui era l'unico con cui si sentiva sicura.
Però non riusciva lo stesso a parlarci,qualcosa la bloccava.
"We,io sono qui"Lucrezia lo riportò nel mondo reale, prendendo il suo mento con le dita e riportare lo sguardo su di lei.
Matilde sospirò pesantemente.
Voleva tanto andarsene,ormai che restava a fare?
Le stava anche venendo l'ansia per tutta quella gente.

Si fermò e poggiò una mano sul cuore,eccola quella sensazione.
Prese dei respiri profondi, cercò di allontanarsi ma qualcuno le toccò la spalla.
"Matì e comm si bell' stasera!"esclamò uno di quei tanti ragazzi che le andavano dietro.
"Vuoi venire stasera a casa mia?"le domandò un altro, prendendole la mano e cercando di farle il bacia mano.
Matilde cercò aiuto dal riccio,ma lui stava ballando con Lucrezia e sembrava fin troppo preso.
"E jamm parla!"esclamò un altro,che sembrava essere più grande di lei.

La bionda riuscì ad allontanarsi e scappò da quella maledetta festa.
Mida si accorse che se n'era andata,si guardò attorno per vedere dove fosse.
"È andata via..."
"Ma chi?"
"La ragazza,quella di prima..."disse, sorpreso.
Lucrezia, semplicemente, scrollò le spalle.
"Vabbè dai Chri,continuiamo a ballare"
Il moro annuì con poca convinzione.

Erano all'incirca le due di notte, Christian e Lucrezia erano tornati a casa.
"Mamma mia che bella l'atmosfera di Capri!"esclamò la ragazza con un gran sorriso.
"Tesoro sei ubriaca"le fece notare Mida,con tono dolce.
"Non è vero"fece il broncio come faceva una bambina, quando non riceveva il regalo che voleva.
"E ora dammi un bacino"
Le diede un bacio,piccolo e veloce.
Si guardarono per qualche secondo per poi cominciare un bacio vero e proprio.
Il ragazzo la prese in braccio,per la sua notevole altezza,e fece poggiare la sua schiena sul muro.
Le labbra del riccio finirono sul collo di Lucrezia.
In risposta gemette e strinse i suoi capelli.
Per un momento,nel suo cervello, pensò che davanti a lui ci fosse la ragazza della casa di fronte e non Lucrezia.

Spalancò gli occhi e si fermò,la sua fidanzata era confusa.
"Perché ti sei fermato?Non hai voglia?"gli domandò,mentre lui la rimetteva giù.
"Sono stanco,scusami tanto amore"con il dorso della mano accarezzò la sua guancia.
Non voleva fare l'amore con la sua ragazza,avendo pensieri su un'altra.
Non sapeva perché l'avesse pensata,cosa diavolo gli stava succedendo?
Era un semplicissimo pensiero vago,che potrebbe capitare a tutti.
Pensò Christian Prestato, andandosi a mettere a letto.

MISTERY OF LOVE-𝐦𝐢𝐝𝐚Where stories live. Discover now