Then: Forty.

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A me gli occhi, please, per un paio di secondi: per caso c'è qualcuna tra di voi che sappia usare bene programmi per fare video? O che sia brava a fare "trailer"? Mi piacerebbe molto fare un trailer di questa storia. Soprattutto perché penso che se fatto bene, verrebbe fuori un vero capolavoro. Please, fatemi sapere. Buona lettura, –Nicka.

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Mentre i suoi frenetici baci si spostano sulla parte bassa del mio collo e le sue mani cercano di liberarmi velocemente dei miei vestiti, riesco finalmente a respirare abbastanza da poter ammettere in un sospiro frustrato "mercoledì scorso... Credo che Maria mi abbia vista."

Harry si ferma per un secondo, poi riprende. È un momento troppo teso. Mi dice che molto probabilmente ho ragione, ma di non darci troppo peso. "Cosa potrebbe fare? Mettermi il broncio più di quanto non faccia già?"

"Non voglio ferirla," ammetto. "Se tu dici che lei prova qualcosa per te..."

Si arrampica su di me reggendosi sui gomiti per guardarmi negli occhi. "Ti prego Cath, non sprechiamo questo sabato a parlare di qualsiasi cosa sia successa o stia succedendo lì fuori. Mi piacerebbe lasciarlo fuori per un po'."

Il punto è che non può rimanere qui, con me, sopra di me, dentro di me, per sempre. Per quanto possa desiderlarlo, per quanto belli possano essere i "per sempre" sussurrati tra un bacio ed un altro che sembrano fare terra bruciata intorno a noi per un bel po'. Anche con il suo bisogno di me, del mio corpo, che traspare ogni volta un po' di più dopo ogni sospiro, ansimo, ogni sospiro di sollievo tirato dopo aver raggiunto il culmine del piacere insieme, l'uno nelle braccia dell'altra... Alla fine, prima o poi, quella bolla scompare. Appena i battiti dei nostri cuori e il nostro respiro tornano regolari e i nostri pensieri si schiariscono abbastanza da permetterci di pensare lucidamente qualcosa oltre il nostro mondo.

Sopra di me, Harry guarda verso il basso, allungando una mano per accarezzarmi il volto, e posso sentire le parole che stanno per uscire dalla sua bocca prima ancora che esse graffino l'aria tra di noi.

"Mia Cath," mi sussurra, baciandomi sulla punta delle labbra scivolando dal mio corpo. I suoi occhi sfrecciano avanti e indietro tra i miei occhi e le mie labbra. "Non è stato abbastanza? Non sono riuscita a distrarti dalle tue preoccupazioni nemmeno per un secondo?"

"È stato più che abbastanz, mio amore. Scusami. È solo che sono un po' preoccupata, tutto qui."

Girandosi sulla schiena si porta un braccio a coprirgli gli occhi. "Non ha accennato a nulla che ti riguardasse questi ultimi tre giorni, se anche ti avesse vista dev'essersene dimenticata."

"Te l'avrebbe detto?" Chiedo, sorpresa.

"Già," si strofina il volto con le mani. "Mi fa ogni tipo di domanda, riguardo qualsiasi cosa. Se la trovo carina, per quale motivo non mi sento libero di aprirmi e parlare con lei nello stesso modo in cui lei fa con me, se mi farebbe sentire meglio prenderla in un altro modo, aiutarmi in qualche modo."

Il mio stomaco si attorciglia, ma sento il cuore appesantirsi per lei.

Girandosi per guardarmi in faccia aggiunge. "Molto probabilmente se avesse sospettato che tu fossi uscita dalla mia camera me l'avrebbe detto. Ci sono anche altre camere li, Cath. La sua, quella di suo padre. Sono sicuro che abbia pensato che tu stessi uscendo dalla camera del Re."

"Come fai ad essere così indifferente?" I miei occhi bloccano i suoi e lo vedo accigliarsi, come se la stessa domanda lo stesse divorando da dentro da fin troppo tempo.

"Ti prometto che non sarò mai più freddo con lei." Mi assicura.

Le sue mani si appogiano suo miei fianchi, le sue dita iniziano a disegnare ogni centimetro della mia pelle, come a volerlo imprimere nella sua mente.

"Ho provato ad avere una conversazione con lei, ma sembra non sapere nient'altro se non le condizioni climatiche e i programmi della giornata."

Gli occhi fissi sul punto in cui le sue mani si sono fermate. "E so che non me lo chiederai mai, per questo mi sento in dovere di risponderti... Ho provato a prenderla in un altro modo, anche nei modi in cui preferisco prendere te. Ma non cambia niente dentro di me. Forse, l'idea che stando con lei sto tradendo te, mi blocca completamente."

"Harry..." Sono sicura che il mio sollievo traspari chiaramente dal modo in cui il suo nome viene fuori dalle mie labbra.

"Il problema," dice avvicinandosi a me per parlare contro le mie labbra. "È che non la amo." Mi tira il labbro superiore tra i denti, poi si sposta a quello inferiore. "È così brutto pensare che io non sia come Liam? Che non posso fare l'amore senza amare una persona?"

"Non è per niente una cosa negativa." Mormoro contro le sue labbra.

"Posso essere un buon amico, ma non posso essere un buon marito." La sua lingua incontra la mia, il bacio dura fino a quando non si allontana abbastanza da potermi sussurrare "Sono arrivato al mio matrimonio già sposato."

Lo attiro a me, vicino. Così vicino che posso sentire il suo corpo combaciare con il mio. Il modo in cui la verità e venuta fuori dalle sue labbra, così naturale. Gli dico che lo amo, ancora e ancora e ancora. Finché non lo sento addormentarsi sul mio seno, le braccia strette intorno al mio corpo.

~

La settimana passa lentamente. Ogni volta che fuoriesco dalle cucine della birreria mi guardo intorno speranzosa di trovarvi Douglas, pronto per portarmi da Harry.

Domenica, non c'è.
Lunedì, non c'è.
Martedì, non c'è.
Mercoledì, mi arrendo.

Fino a quando giovedì non mi viene ordinato di recarmi alle cucine del palazzo per consegnare delle birre. Douglas è lì ad aspettarmi.

È silenzioso, si gira di tanto solo per assicurarsi che lo stia seguendo.

"Tieni il passo," mormora da sopra le spalle. "Stupida ragazza."

"Perché mi odi così tanto?" Dico in un sospiro. Mentre mi afferra per un braccio per spingermi in uno dei corridoi laterali.

Si gira per guardarmi attentamente. "Odiarti?"

"Mi tratti come uno straccio. Hai permesso a quell'uomo di farmi..."

Il suo volto si abbassa. "Non potevo. Non avrei potuto combattere contro un duca e averla vinta. La sua posizione è... Lui è sopra di me. Lui mi ha visto. Avrei voluto..." Scuote la testa, sembra irritato. "Avrei perso, e tu saresti rimasta senza alcun aiuto. Ho pensato che sarebbe stato meglio rivolgermi ad una guardia, a Paul."

"Il resto, poi..." Dico, iniziando a capire. "Le cose che mi hai detto. Il modo in cui mi hai guardato, con così tanto disgusto. Cosa diamine avrò mai fatto nella mia vita per essere trattata in questo modo?"

Nel buio del corridoio lo vedo studiarmi. Sento il costante rumore di piedi e padelle intorno a noi, da dietro le mura.

"Avrei voluto averti tutta per me," ammette finalmente, affranto. "Ho creduto che tu fossi stata promessa a me."

Perplessa, rispondo. "Io ero promessa a  Liam."

Scuote la tesa, in negazione. "Sei così stupida. Per tutta la tua vita non hai avuto occhi che per lui da non renderti nemmeno conto delle cose che succedevano intorno a te. Liam era promesso ad un'altra fino a quando tu non sei diventata troppo importante per il Principe."

Mi sono persa. "Cosa?"

Mi guarda dalla testa ai piedi. "E io non ti odio." Si avvicina di più, tanto da costringermi a schiacciarmi contro le pietre del muro dietro di me.

"come pensi che mi sia sentito quando sono stato costretto a mantenere le tue mani mentre lui era sopra di te? Vederti piangere sotto di lui? Come pensi che mi sia sentito a vederti pregarlo con gli occhi affinché ti rivolgesse anche solo una semplice parola? E poi..." Dice facendo un passo avanti, tanto che posso sentire l'odore del pane nel suo alito troppo vicino al mio orecchio. "Vederti trovare il piacere intorno a lui, sapere che non saresti mai tornata da me a pezzi. Non saresti mai tornata da me in nessun caso."

"Non l'avrei mai fatto." Ammetto.

"Vai. Ti sta aspettando." Mi congeda con un rapido gesto della mano.

No Fury/ Harry Styles/ Italian Translation. Donde viven las historias. Descúbrelo ahora