Epilogue.

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Quando le porte della Sala Grande vennero aperte, centinaia di corpi si riversarono all'intero come un fiume in piena.

Mi alzai, guardando la scena con distacco e meraviglia, perchè non è consuetudine accoglierli in piedi. E' consuetudine starsene seduti sul trono e semplicemente aspettare che si avvicinino.

Ma mi alzai, perchè lei lo fece, mia moglie, la mia vita, la mia Regina. E me ne stetti lì, immobile, a guardarla ammaliato mentre si inginocchiava di fronte ad un gruppo di bambini semplicemente per stargli più vicina.

Il primo che riuscì ad oltrepassare la folla gli si fiondò praticamente tra le braccia, le sue piccole mani si aggrapparono al suo collo. Ero sicuro che non avesse più di tre anni; non abbastanza grande da capire che poteva abbracciarla in quel modo solo perchè lei si era offerta di farlo, o perchè, principalmente, era stata una di loro, una volta. Lui però continuò ad abbracciarla, per nessuno di questi motivi, solo perchè, lo sapevo anch'io, lei era ancora una di loro e , adesso, anche una parte fondamentale di questo castello. Aveva i modi di fare di una Regina e l'animo buono di una cittadina. Era perfetta.

Alla fine, Cath, era il diamante delle dimensioni di un pugno che avevo trovato sotto terra.

Gli spostò dolcemente le mani da dietro il suo collo solo per stringerle entrambe tra le sue, e iniziò a chiedere cose semplici;quale fosse il suo animale preferito, come andasse a scuola, se gli piacessero o meno le avventure e nel frattempo continuava ad estrarre dalla sua tasca caramelle da dare a lui, da dare a tutti i bambini presenti.

Nessuno, adulti o bambini, sembrò accorgersi di me. Ma d'altronde Non erano lì per me, non quella volta. Così rimasi in disparte, a guardare il modo in cui la corona gemmata restava in perfetto equilibrio sulla sua fronte: come se fosse stata fatta apposta per lei. La morbida curva del suo collo, il modo in cui muoveva le labbra mentre parlava, il modo in cui muoveva le mani mentre parlava.

La sua mano, su cui scintillava il simbolo del mio eterno amore per lei.

Surreale. E' stato tutto surreale.

Quelle che un tempo erano state le domande e i dubbi che mi avevano assillato e tolto il sonno la notte, erano diventate la mia quotidianità.

Che sapore avrà la sua pelle nel punto in cui il suo collo incontra la spalla?
Come sarà la sua voce quando si sveglia la mattina?
Dorme su un fianco o a pancia in giù?
Di che colore saranno i suoi occhi quando fa l'amore?

E quasi come se avesse potuto sentire il peso della mia ammirazione, si voltò, i suoi occhi incontrarono i miei. Quell' incontro sarebbe durato altre tre ore e io non avrei voluto fare altro che prenderle la mano, portarla in camera da letto, tirarla sulle mie gambe sulla nostra sedia vicino la finestra, e raccontarle tutto ciò che non ero mai riuscito a raccontarle prima. A partire dal nostro primo incontro.

L'avevamo già fatto; non avremmo certo avuto bisogno di farlo ancora. La notte prima del nostro matrimonio, mentre Anne dormiva nella sua nuova stanza accanto la nostra, e la calda brezza di inizio estate ci sfiorava la pelle, ci eravamo raccontati tutto, dal nostro primo incontro - nel cortile, da bambini - al momento in cui Douglas l'aveva trascinata nel mio letto, dove io avevo spazzato via ogni frammento della sua innocenza.

E per quanto Cath si fosse aperta con me, sapevo di volerne sempre di più. Ero avido di informazioni, e spesso mi chiedevo quanti altri pensieri le avessero attraversato la mente quella notte. Se si fosse mai resa conto di quante volte io l'avevo guardata di nascosto, di quanto io l'avessi amata dal primo momento.

L'incontro però andò avanti e io continuai a stringere mani, baciare il capo a tanti bambini. Ma più di tutto ad osservare mia moglie.

Ci sposammo una settimana prima dell'incoronazione, non in chiesa, nel campo dove una volta eravamo soliti incontrarci di nascosto. L'erba era stata tagliata giusto quel pò che serviva per la cerimonia, per il resto continuava ad essere la solita erba alta che conoscevamo ormai troppo bene.

Rimase tutto uguale, in un certo senso, e fu quasi come tornare indietro nel tempo, a quei primi giorni. James era al mio fianco con in braccio Anne, la famiglia di Cath dall'altro lato con Robin addormentato tra le braccia di MAry e Liam. Mi resi conto di tutto dopo, naturalmente, perchè quando vidi Cath uscire dalla penombra in un abito di seta lungo, ricoperto di perle, quasi non riuscii a respirare, figuriamoci guardare qualcos'altro che non fosse lei.

Senza staccare gli occhi dai miei, fece un passo sul sentiero disegnato per lei, e la visione fu a dir poco maestosa; Il corridoio era stato decorato con strascichi di seta rossa. Uno di uno profondo rosso, un altro rosso sangue, e molte altre tonalità di rosso. Seppi il motivo di questa scelta solo la notte prima. Quelli erano i vestiti di seta rossa che Maria aveva messo addosso a mia figlia per tormentarla, per tormentare Cathryn. Erano gli abiti con cui Zayn aveva fatto un cappio, nel caso in cui fosse stata impiccata, e che successivamente erano diventati un fiume di seta rossa che avrebbe condotto Cath lungo la navata, da me.

Un giorno, disse, ne avrebbe fatto aquiloni da far volare per Anne e RObin.
Un giorno, disse, li avrebbe utilizzati per fare dei vestiti per le bambole di Anne.

Perchè è quello che entrambi abbiamo fatto tutta la nostra vita: Abbiamo trasformato le nostre sconfitte in trionfi, la rabbia in gioia.

Avrei voluto ricordare tutto di quella cerimonia, ogni parola. E sarebbe stato sicuramente ciò di cui avremmo parlato quella sera, sulla nostra sedia, vicino la finestra. Le avrei chiesto di parlarmi della cerimonia dal suo punto di vista; la sua memoria è sempre stata migliore della mia. Le avrei chiesto di ripetere la sua promessa, ancora e ancora, in modo da poterla memorizzare tutta, parola per parola, imprimermele sulla pelle, nel cuore.

O semplicemente l'avrei tirata sulle mie gambe e le avrei detto quanto bella fosse stata mentre riceveva il popolo per la prima volta come loro Regina; il suo sorriso, le sue mani, la sua pazienza. Le avrei detto che non avevo mai visto una regina amorevole come lei, in tutta la mia vita.

~~

Alla fine però non riesco a fare altro che prenderla tra le braccia, aggrapparmi alla sua bocca e ridere e sospirare contro la sua pelle mentre mi permette di portarla su letto. Di questo passo, avremo sicuramente un altro bambino entro l'inizio dell' inverno e il pensiero mi rende ancora più felice, se possibile.

Lei si sistema sotto di me, le guance arrossate, le labbra gonfie per il mio assalto. La guardo alzare le braccia e aggrapparsi con le mani alla testata del  letto. E' una di quelle cose che mi fa provare sempre un senso di vergogna nei suoi confronti, seguito poi dalla consapevolezza che è una posizione che le conferisce potere, non paura. Con lei sotto di me, in questa posizione, ricordo come tutto è iniziato, assaporo il sollievo nel sapere che adesso siamo qui, insieme, per fare l'amore, non per ricordare il mostro che una volta sono stato...

"Il tuo cuore è sempre stato tenero con me," sussurra.

"Si,"

"Come ti sei sentito, quella notte?"

Cerco di mandare giù il suono strozzato che minaccia di venir fuori . "Inferno," dico, "e paradiso."

Resta senza fiato quando inizio a toccarla, piano,prima di sprofondare in lei dolcemente, perdendomi completamente dentro i suoi anismi strozzati.

"E adesso?" chiede.

Sposto la mia bocca sul suo collo, sulla mascella, sulle labbra.

"Adesso?" La mia domanda viene fuori confusa, quasi strozzata.

Lei ride, consapevole che non posso parlare quando le sue mani continuano a toccarmi in quel modo, quando avvolge le sue gambe intorno al mio bacino, e quando i suoi denti iniziano a mordere la pelle del mio collo come se stesse cercando di aggrapparsi a qualcosa per non crollare.

Perchè Adesso, lei sa bene quanto me: non esiste nient'altro al di fuori di questa vita.

Mia moglie, nostra figlia, il nostro regno.

#Fine.

No Fury/ Harry Styles/ Italian Translation. Where stories live. Discover now