12. A me le cose a caso piacciono

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Mi piacciono i tramonti. Hanno un qualcosa di magico.
In questo momento mi sembra quasi un dipinto olio su tela, ove pennellate arancioni infiammano il cielo, tra macchie viola e blu scuro racchiuse in un quadro enorme, ammirato da milioni di persone.

Qui, da sopra il ponte, si nota che è una meraviglia! Mi ricorda un po' un dipinto di Monet: semplicemente magico. Quando mi fermo ad ammirare qualcosa, il suono delle macchine mi sembra quasi nullo.

Con gli avambracci appoggiati alla ringhiera, al tatto ruvida, e lo sguardo perso nel vuoto, un sorriso si fa spazio sul mio viso, cancellando via la tristezza.

Riprendo a camminare, ignorando il suono dei clacson, e proseguo dritto. Avrei voluto mettermi le cuffiette, ma le ho dimenticate a casa.

Sto andando in un negozio di musica. Ho bisogno di comprare qualcosa di nuovo. Anzi, prima di tutto, sto cercando di non perdermi. Sto seguendo il percorso con Google maps. Non mi fido molto, ma penso possa andare bene, almeno fino ad un certo punto. L'importante è arrivarci vicino, almeno a metà strada, poi sicuramente troverò il posto.

Mentre cammino, scrivo il nome Kayden Black su Google, per vedere cosa mi spunta per primo.
Qualche contatto su Facebook, ma nessuno corrisponde a quello che cerco io.

Non ho più nessun social, a parte WhatsApp. Ho deciso di allontanarmi da queso mondo. Tutto mi hanno detto che è meglio così per me, o almeno lo sarà per ancora molto.

Sembro una maledetta stalker, ma capitemi. Avete mai provato il desiderio ardente di conoscere meglio una persona con la quale avete scambiato soltanto due frasi, tra l'altro, quasi senza senso?

Sbuffo sonoramente e chiudo la schermata di Google.
Dopo una decina di minuti,  quando il navigatore mi avvisa di essere arrivata, poso il cellulare dentro la tasca e mi guardo intorno. Ok, sicuramente è la prima volta che vengo qui. È totalmente un posto nuovo e anche sconosciuto.

Forse dovrei esplorare di più la città, nonostante ci sia sempre il rischio di perdermi. Beh, penso sia sempre meglio che stare chiusa dentro casa, come se fossi segregata.

Entro nel negozio e sorrido ampiamente. Questo è il mio mondo. Senza la musica probabilmente sarei persa; mi tiene in vita, sempre. O quasi.

Appena mi avvicino allo scaffale mi blocco. Una massa di ricci castani attira la mia attenzione. Dei ricci che mi sembra di aver già visto. Mi mordo il labbro, insicura se avanzare o meno. Che sia lui?

Afferro un vinile e mi fingo interessata, ma con la coda dell'occhio sbircio verso di lui. Quando si gira di poco e intravedo il suo viso, sorrido come una psicopatica.
Sì, so che sembro pazza. Ma c'è qualcosa di diverso in lui. L'ho già provata sulla mia pelle questa sensazione e non mi è nuova.
Mi avvicino a lui, restando a mezzo metro di distanza.

« Ehi, ciao! Che coincidenza incontrarti qui. » gli dico, entusiasta.

Kayden si gira lentamente verso di me, con la solita faccia di chi vorrebbe soltanto andare via e abbandonare la conversazione.
« Ciao, sposa cadavere. » risponde, guardandomi dalla testa ai piedi. Ancora non ho capito il perché di questo nomignolo.

Bene, ci siamo salutati. Ora come porto avanti questa conversazione?

« Bene...sei venuto a comprare qualche CD? » gli chiedo e per la prima volta lo vedo trattenere un sorriso.

« No, sono venuto in un negozio di musica a comprare il pane. » afferma in tono saccente.

« E io la carne. Guarda, di questo passo ci arrangiamo per cena. » tento di scherzare. Posa il disco al suo posto e si gira del tutto verso di me.

Fade To GreyWhere stories live. Discover now