35. Per tutto il tempo che ci è concesso su questa terra

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È uscita la nuova storia, andatevela a leggere!! 🥰❤️

Allen
Sento i muscoli irrigidirsi all'istante, ma cerco di rilassarmi. Mi lascerà ancora una volta? Non lo farebbe, giusto? Non può farlo...
«Di cosa vuoi parlare?» Il mio tono è cauto, timoroso, e odio darle l'idea di essere titubante o di non fidarmi di lei, ma non posso fare a meno di sentirmi così.
Sposta nervosamente il peso da un piede all'altro, e quando solleva lo sguardo su di me capisco all'istante che ciò che vuole dirmi non mi piacerà. Contraggo la mascella, ma cerco di restare calmo e mi siedo sul letto. Le faccio cenno di sedersi accanto a me, e lei stranamente mi ascolta. Le afferro una mano, cercando di trasmetterle serenità, e lei si rilassa un po', ma il suo sguardo resta teso.
«Non posso rimanere qui», lo dice in un sospiro, come se si stesse liberando di un peso.
Sbatto qualche volta le palpebre, confuso. «Non è un problema, lo capisco... pensi di tornare a casa? Da tua madre?»
Non posso fare a meno di nascondere il sarcasmo e l'amarezza nel mio tono. Non voglio che torni ad abitare con quel demonio, ma allo stesso tempo capisco che non vuole rimanere qui. Anch'io vorrei i miei spazi.
«Non voglio tornare a vivere con lei. Sarebbe come dargliela vinta», deglutisce, mentre scandaglia il soffitto della stanza con quelle gemme verdi che ha al posto degli occhi. «Quando me ne sono andata, mi ha detto testuali parole: ora ti lascio vivere questo momento di ribellione, perché so che tornerai da me». Si morde le labbra, poi si volta nella mia direzione. «È come se ancora una volta avesse scelto per me. Come se mi avesse permesso di andarmene, capisci? Come se non avessi davvero deciso io. E odio questa sensazione. Ancora una volta, è come se fossi sotto il suo controllo».
Allungo un braccio dietro alla sua schiena e la avvolgo, finché non si aggrappa alle mie spalle e finiamo sdraiati sul letto. Il suo cuore batte in modo regolare contro il mio, le labbra a pochi millimetri dal collo e il respiro caldo contro le clavicole. Profuma di lamponi, salvezza e libertà. La stringo a me ancora più forte.
«Non vorrei lasciarti andare, ma capisco ciò che dici. Posso parlare con mio padre e vedere se riesce a trovare un appartamento», le propongo. Qualche suo capello mi finisce in bocca e mi solletica il collo, ma non ho alcuna intenzione di spostarmi. Vorrei che il suo corpo fosse sempre a contatto col mio.
«Amélie ha già trovato una soluzione, volevo soltanto avvertirti. Ti sono davvero grata per l'ospitalità, ma ho bisogno di capire chi sono, cosa voglio... e ho paura che passando così tanto tempo con te la nostra relazione diventi in qualche modo... tossica. E non voglio distruggere una cosa così bella, capisci?»
«Relazione hai detto?» Un sorrisetto compiaciuto mi tira le labbra, e lei mi colpisce un fianco col gomito.
«Idiota».
Rido, ma torno immediatamente serio. «Capisco cosa intendi, Cheyenne. Non voglio metterti alcuna fretta. Abbiamo una vita davanti, e ho intenzione di dedicare la gran parte di essa a te». Le carezzo una guancia, dove una lacrima mi inumidisce l'indice. La ragazza che non piangeva mai, che sembrava una statua di ghiaccio, in fondo è umana. Più di quanto lei stessa abbia mai creduto. Ed è proprio della sua dolce umanità che mi sono innamorato.
«Ti amo», mi sussurra. Sorrido. Il suo profumo sa di casa, il calore emanato dal suo corpo minuto mi avvolge.
«Anche io, Cheyenne. Per tutto il tempo che ci è concesso su questa terra. È la mia promessa».
Mi stringe ancora più forte, e non vorrei trovarmi in nessun altro posto. Anche se il viaggio è stato lungo e pieno di ostacoli, anche se ci siamo fatti del male, anche se il mio cuore si è spezzato un'infinità di volte... rifarei tutto, ancora e ancora, pur di finire esattamente così, adesso. Farei di tutto per raggiungere di nuovo questo istante, cristallizzato per sempre. Farei di tutto per lei, anche un passo indietro mentre cerca di conoscere sé stessa. Perché anche io ho bisogno di fare lo stesso. Pensavo di sapere chi sono, ma la realtà è che ancora è tutto da scoprire. Cheyenne mi ha svelato una realtà fatta di amore, in cui non si sbatte sempre contro una porta chiusa, ma si trova qualcuno con le braccia aperte dall'altra parte. Lei è il mio desiderio oltre la soglia, e finalmente l'ho raggiunta. È una parte di me, stretta fra le braccia, incastrata tra il cuore e lo stomaco, accoccolata sull'anima.
«Allen?» La voce di Amy proviene dal piano inferiore, assieme al suono della porta dell'ingresso che si chiude, e subito dopo sento i suoi passi sulle scale.
«Cazzo!» Ci stacchiamo all'istante. Mi getto in un attimo verso l'armadio, da cui afferro un paio di boxer e una maglietta, mentre Cheyenne se la ride e raccoglie l'asciugamano da terra, anche se il suo sguardo è teso. I passi sulle scale si fanno sempre più vicini, finché non si affievoliscono e la porta si apre.
«Allen siamo tor- Cheyenne?» Spalanca la bocca, esterrefatta, non appena nota la ragazza alle mie spalle.
«Ehi, Amy».
Mia sorella la squadra come se avesse visto un fantasma. «Che ci fai qui?»
«Non cominciare col terzo grado, Am», la rimprovero. In realtà temo che possa dire qualcosa di sbagliato. So che ce l'ha con Cheyenne per il modo in cui mi ha fatto soffrire negli ultimi mesi, ma la nostra storia si regge su sentimenti fortissimi eppure fragili, e non vorrei che l'equilibrio che con difficoltà abbiamo raggiunto si spezzasse. È come proteggere una farfalla. Libera, bellissima, ma allo stesso tempo vulnerabile, delicata.
Amy mi lancia un'occhiata torva, poi sposta di nuovo lo sguardo su Cheyenne. Incrocia le braccia e poggia un fianco contro il muro.
«Io sono sempre stata la fan numero uno di tutto questo», scuote il dito tra me e Cheyenne. «Ma se vedo un'altra volta Allen chiudersi in soffitta per giorni a suonare quello strumento del demonio, ti vengo a cercare», il tono è scherzoso, ma la conosco abbastanza bene da sapere che le sue intenzioni sono serie. Impallidisco, ma per fortuna Cheyenne la prende bene. Scoppia a ridere, poi allunga il mignolo verso mia sorella.
«Messaggio ricevuto. Pace?»
Amy la osserva per qualche secondo, diffidente, ma si vede benissimo che è solo una facciata. È troppo affezionata a Cheyenne per tenerle ancora il muso.
«Pace», annuisce infine mia sorella, stringendole il mignolo col suo. In un attimo, un sorriso furbo cancella tutta la tensione dal suo volto. Getta le braccia al collo di Cheyenne e la stritola. Non avevo dubbi.
«Mi sei mancata!»
«Anche tu», sussurra lei, senza fiato per l'abbraccio.
«La mamma sta preparando la cena, ti fermi?» Amy sbatte le palpebre in modo innocente, io impallidisco per la sua sfrontatezza e Cheyenne fa un sorriso tirato, il terrore più puro nelle sue iridi chiare.
«Se non vuoi...», provo a rassicurarla. Non so come mi sento all'idea che conosca mia madre, ma dal momento che prima le ho proposto di rimanere qui per un po', immagino di essere pronto. E poi le ho parlato di Cheyenne, e so che le piacerà. Eppure sono nervoso. Temo che accetti? Oppure che dica di no?
Lei mi stringe la mano, poi mi rivolge un sorriso che scioglie ogni tensione.
«Mi farebbe davvero piacere».
La cena procede addirittura meglio di quanto mi ero immaginato, mia madre fa tantissime domande a Cheyenne, e capisco dal suo sguardo che le piace davvero. Ogni tanto mi rivolge un piccolo sorriso, e so che è felice per me. Cheyenne risponde in modo entusiasta, con tono divertito quando si parla di Wendy, e sempre con un sorriso sincero, felice. La sua mano cerca più volte la mia sotto al tavolo, e sono felice di stringerla. Sarò sempre qui per lei. È una promessa. E intendo mantenere la parola data.

Misfits - DisadattatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora