𝐭𝐰𝐨

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Capitolo
2

- Too anxious to sleep -

Se qualcuno mi avesse detto che
tutti i miei sforzi,
tutto il mio impegno,
un giorno, sarebbero stati premiati;
Non ci avrei creduto.
Ma non perché fossi
pessimista o poco sicura di me,
ma perché sentivo che
fosse troppo presto
per compiere un passo così grande, per me.


* * * * * * * * * *

🥀

La notte precedente non riuscii proprio a chiudere occhio. Ero distesa supina sul lato sinistro del mio letto, tra le lenzuola stropicciate e ingarbugliate, come la mia mente. Proprio al mio fianco, c'era una finestra da cui entrava un'intesa luce dalla luna, che quella sera era particolarmente luminosa. La luna mi fece compagnia per tutto il tempo ed io mi affidavo a lei, per avere delle risposte, come se me le potesse dare.
Sarebbe più facile se lei mi dicesse cos'è giusto fare e soprattutto se quello che stavo per compiere, fosse un passo sicuro.

Essa creava una sorta di penombra, facendo si che riuscissi a vedere ciò che mi circondava. Per la prima volta da quando ho iniziato ad amare i romanzi rosa, stavo leggendo e rileggendo le parti del capitolo del libro che giaceva tra le mie mani, senza prestarci minimamente attenzione. I miei occhi continuavano a scorrere su quelle pagine, su quelle parole nere su bianco, che apparivano senza senso.

La mia mente era totalmente da un'altra parte e mi perdevo a fissare un punto remoto della stanza immersa tra i miei pensieri. Quindi decisi di riporlo di nuovo sul comodino, forse non era il giorno adatto per leggere.

Provai a chiedere occhio, ma non c'era verso di addormentarmi con tutto quel casino nella mia mente. Finii per girarmi in continuazione nel letto, facendo sì che le lenzuola si raggomitolassero, facendomi solo infastidire di più. Infine, abbandonai l'idea di dormire, l'ansia era decisamente troppa e lottava per farmi rimanere sveglia.

Ero agitata, ma un'agitazione bella. Non vedevo l'ora di frequentare quel liceo.

Ma allo stesso tempo, mi terrorizzava. Perché sarei stata da sola, in una città sconosciuta.

Mancavano solo due giorni e ogni volta che ci ripensavo, dei brividi percorrevano tutto il mio corpo e non smettevo di sorridere al pensiero. Un sorriso spontaneo di chi realizzava che il suo sogno era finalmente pronto per essere vissuto.

Mi sentivo grande e realizzata. Finalmente tutti i giorni e le notti passate sui libri a studiare e a studiare, hanno portato i loro frutti. Ma ero anche curiosa di scoprire un mondo nuovo, uno diverso dal mio abitudinario. Avrei acquisito tante nozioni nuove sulla cultura inglese. Ma ciò che mi premeva di più, era la preoccupazione di non riuscire ad interagire. La paura di non creare alcun rapporto, data la timidezza che, spesso, mi ferma.

Io sono sempre stata così: apparentemente tranquilla. Ma dentro, mi colpivano tante emozioni tutte insieme, tra cui l'ansia. Un pessimo nemico per tutti, che mi creava solo più paranoie, molto spesso infondate. Ed era così difficile combattere contro quella parte di me, che spesso volevo cancellare, modificare.

La luna calò, mostrando dapprima l'oscurità della notte per poi dare spazio alle prime luci dell'alba. Posai lo sguardo sull'orologio appoggiato sul comodino, che annunciava le sette. Alzai la schiena dal morbido e caldo materasso, lottando contro me stessa per farlo. Sarei volentieri rimasta lì ad acoccolarmi tra le numerose coperte che diffondevano il loro tepore, riscaldando il mio corpo sempre freddo. Ma avrei dovuto preparare tante di quelle cose e probabilmente, se non mi fossi sbrigata, sarei andata in confusione - come mio solito - .

My first loveWhere stories live. Discover now