𝐭𝐰𝐞𝐥𝐯𝐞

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Capitolo
12

- Even man, has his weakness. -

Il suo sguardo rivelatore, di cui ogni segreto era libero

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Il suo sguardo rivelatore,
di cui ogni segreto era libero.
Autocontrollo assente,
un grande peso necessitava di uscirne, bloccato per infiniti anni.
Ella c'era, dallo sguardo confidente,
confortante era il suo linguaggio,
rilassante il suo sfiorare.
Le orecchie curiose di nessuno, ascoltava le rivelazioni nascoste.
E tu, uomo, non aver paura di lacrimare, se fa male
e liberati di quel fardello, infernale.

🧁

Harry's pov.

Mancavano pochi minuti ormai, il momento tanto atteso era arrivato e, seppure la mia mente e il mio cuore insistevano e pregavano a quel tempo incontrollabile, di muoversi più veloce, adesso che potevo avercela davanti a momenti, me la stavo letteralmente facendo nei pantaloni. Pregavo ai miei ormoni di non impazzire e di non farmi sudare e sembrare lercio. Mi ero cambiato e avevo tentato di aggiustare quei miei pazzi ricci, senza un motivo logico.

Per anni interi, me ne ero completamente fregato di come potessi risultare agli occhi delle persone, non c'era nulla di importante nei vestiti che indossavo e di come sembrassero i miei capelli. Potevo essere vestito bene, potevo avere i capelli arruffati e sparati in ogni direzione, potevo avere mille cerchetti rossi centrati da un insopportabile punto bianco, che mi faceva urlare ogni volta che quella fottuta zona si sfiorasse con qualsiasi cosa, perché troppo infiammata; le persone mi avrebbero fissato comunque male in ogni occasione.

Quindi che senso avrebbe impegnare a scegliere vestiti, sprecare ore intere di preparazione, se poi non cambia nulla? Preferivo occupare quelle ore a dormire o a leggere, sicuramente mi da molta più soddisfazione.

Tutto ciò che mi sembra insulso, inutile, prendeva una piega completamente diversa, come se il circolo delle cose, stesse girando in senso orario e invece, in tutto questo tempo a stento si muoveva, a passo di lumaca, e controcorrente.

Era la prima volta, in sedici anni di vita, che mi ponevo davanti allo specchio più del dovuto, che passavo le mani tra i capelli e mi stiravo vestiti con le mani. Purtroppo, non avendo un padre a cui prendere in prestito il dopobarba o un profumo non troppo forte, dovetti a tenermi, lasciando che il mio profumo fosse quello di sempre.

Controllai circa tre volte la mia camera, che fosse abbastanza profumata, in ordine e che ci fosse qualcosa che attirasse la sua attenzione e che mi desse la possibilità di avere qualche argomento di cui parlare, se la situazione prendesse una piega imbarazzante.

L'avevo vista alla finestra, aveva assunto quell'espressione serena, sorpresa ma amorevole. Era spronato, non solo dalle parole di mia madre e di mia sorella, non solo dal loro modo figurativo di spingersi tra le sue braccia.

My first loveDonde viven las historias. Descúbrelo ahora