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Alis

Martedì

Appena uscii dalla classe per precipitarmi verso l'uscita, Mila mi venne incontro e mi chiese di andare a parlare da sole. A primo impatto la sua proposta mi stupì, ma accettai preoccupata. Forse voleva dirmi qualcosa in riferimento alla richiesta del giorno prima. Un semplice messaggio di Dan era stato capace di sorprendermi da più punti di vista. Il primo era il fatto che Carol conoscesse Mila, il secondo era il messaggio stesso che mi chiedeva di avvisare Carol che Mila non sarebbe tornata a casa quella sera e, ancora, a sorprendermi era proprio il mittente: Dan. Perché l'aveva inviato lui?

C'era qualcosa sotto e magari a Mila serviva aiuto. Non sapevo nessun particolare, ma mi fidavo di lei. Era finita in una brutta situazione e il merito almeno in parte era sicuramente di quel ragazzo. Come lui anche i suoi amici erano abituati a questo, a mettere in mezzo persone innocenti.

Raggiungemmo un'aula dove non ero mai stata. In fondo non avevo trascorso nemmeno un anno in quell'istituto, a malapena conoscevo il percorso dall'entrata verso classe mia. Passai avanti pensando che Mila fosse esattamente dietro di me, quando dentro all'aula vidi lui inaspettatamente. Non riuscivo a descrivere le mie sensazioni, era tutto così strano e improvviso. Avevo incontrato i suoi occhi senza volerlo e mi sentivo bloccata lì dentro. Per un momento pensai fosse un'allucinazione, ma era ben più improbabile del fatto che Matthew in persona si trovasse lì. Mi osservava sbigottito senza azzardare a muoversi. 

Realizzai solo nel momento in cui sentii la porta chiudersi e poi il suono delle chiavi. Mi destai e iniziai a sbattere i palmi delle mani contro questa affinché mi facessero uscire. Non importava chi fosse l'artefice, mi sarebbe interessato successivamente, ma in quell'istante a preoccuparmi era il pensiero di rimanere lì.

"Aprite!" ordinai.

"No" rispose Dan e capii di chi fosse stato il piano. Anche Matthew era stato incastrato. Lui stesso si avvicinò per urlare a sua volta di farci uscire, ma Dan se ne andò definitivamente dicendo: "Continuate a urlare insieme, io me ne vado."

Sbattei più forte i palmi contro la porta per far rumore, ma era chiaro che non bastava per far tornare Dan indietro, così mi arresi. Matthew era meno turbato di me, pensai che volesse uscire solo per non crearmi disagio.

"E così... dovremmo rimanere qui?" sussurrai.

"A quanto pare..." rispose con tono altrettanto basso.

"Non possiamo chiamare qualcuno?" domandai ancora.

"Il mio zaino... ce l'ha Dan. Il telefono era lì dentro" affermò.

Io avevo con me lo zaino, ma il telefono si trovava probabilmente nella tasca posteriore dei jeans. Controllai senza trovarlo. Strabuzzai gli occhi iniziando a preoccuparmi, aprii lo zaino per assicurarmi che il telefono fosse lì anche se non ricordavo di avercelo messo. Difatti non si trovava lì.

"L'ho dimenticato in classe" dissi affranta.

Sospirò divertito. "Quando c'è di mezzo Dan, va sempre tutto come vuole lui. Può non pensare ai minimi particolari, ma in qualche modo quelli vanno a suo favore."

Pareva proprio che fosse così. Avrei dovuto iniziare a pensare a qualcosa per ripagarlo con la stessa moneta, senza includere nessun altro. Mila non avrebbe mai fatto una cosa del genere, si teneva fuori da tutto ciò che non la riguardava. Era stato sicuramente Dan a metterla in mezzo.

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