• 2 •

4.6K 131 19
                                    

Alis

Lunedì

Era passata circa una settimana da quando eravamo tornati al Bronx.
Quei giorni avevo dormito sul divano, perché non volevo disturbare nonna, tantomeno gli altri. Papà, invece, nella sua camera. Nonno mi aveva detto che avrebbe svuotato la soffitta, cosicchè avessi potuto "creare" una nuova stanza. Aspettavo con ansia quel giorno in cui sarei tornata ad avere una stanza tutta mia.

Durante la settimana erano venuti molti ospiti a far visita a nonna. La maggior parte non li avevo mai visti prima, ma avevo fatto finta di conoscerli non so per quale preciso motivo. Li salutavo e li intrattenevo, se papà e nonno non erano a casa.
Chiedevo loro come stavano i loro figli per esempio per iniziare un qualche discorso.

Una volta, vennero degli amici di nonno. Erano sposati, così feci loro la stessa monotona domanda accompagnata da un sorriso amichevole: "I vostri figli invece come stanno?"

Sarei voluta sprofondare nel preciso istante in cui mi dissero che non ne avevano per un problema passato della moglie. Non avevo ben capito quale. Da quel giorno, cambiai la lista delle domande pronte per non dovermi ritrovare in quella situazione di vergogna e sensi di colpa.

Svariate volte, vennero a trovarci anche gli zii Jack e Shevon. Ashley, mia cugina, era una bellissima ragazza. Aveva i capelli biondo ramato e un corpo slanciato e magro. Avevamo la stessa età e speravo che a scuola capitassi nella sua classe.
A sentire da ciò che mi avevano detto in segreteria, avrei saputo la mia aula il primo giorno.

Gli zii sarebbero tornati verso il pomeriggio. Avevamo appena finito di mangiare e stavo sparecchiando la tavola. Mi mancava la squadra Rose-Alis e anche la cucina di nonna. Era come se avessi occupato il suo posto, come se stessi colmando un vuoto incolmabile.

In alcuni momenti mi pentivo del trasloco a Manhattan. Papà aveva preso questa decisione dopo aver visto che non reagivo in nessuna situazione: non parlavo, non mangiavo... ero triste, sempre. Avevo vissuto ciò che una bambina non dovrebbe mai vivere, le mie azioni erano solo delle conseguenze comprensibili.

Caricai la lavastoviglie con piatti, bicchieri, posate e pentole e feci partire il lavaggio. Nonna non l'aveva mai usata, preferiva di gran lunga lavarli a mano.

"Nessuno sa cosa può succedere là dentro" diceva e solo dopo averci ripensato, mi accorsi che stava effettivamente scherzando. Ero troppo piccola per capire anche quello.

Stavo per sedermi sul divano, quando sentii la musichetta provenire dalla porta. Corsi ad aprirla ma la stanchezza mi travolse, così rallentai il passo.

"Ciao" salutai gli zii abbracciandoli e feci lo stesso con Ashley.

"Ciao Alis!" e andammo ad accomodarci sul divano.

"Come sono andati questi giorni?" chiese zia, sempre molto gentile e dolce nelle parole e nell'atteggiamento.

"Bene... Più o meno. Anche a Manhattan cucinavo e pulivo, ma il Bronx non mi era mancato più di tanto" risposi sinceramente.

"Quando tornate a Mahnattan?" domandò Ashley.

"Non torniamo. Beh, forse dopo qualche anno se vorrò. Per ora, farò la scuola qui" spiegai. Credevo di averglielo accennato in qualche modo, ma Ashley non ascoltava spesso e se lo faceva, si dimenticava buona parte del discorso nei minuti successivi. Ma le volevo comunque bene... era una sorella per me e speravo di passare molto tempo anche con lei.

"Pensa se siamo nella stessa classe! " esclamò entusiasta tanto quanto me con gli occhi lucidi di speranza.

"Già."

𝐊𝐈𝐍𝐆Where stories live. Discover now