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Alis

Martedì

"Corri. Buon lavoro!" mi salutò papà fermandosi davanti al cancello della scuola e incitadomi di fare veloce.

Il giorno prima, eravamo rimasti a guardare il film fino a tardi e, nonostante la sveglia suonasse, non me ne accorsi, finendo per svegliarmi nell'esatto istante del suono della campanella.

Alcuni studenti erano ancora fuori a chiacchierare e in qualche modo la cosa mi rassicurava. Sapere di non essere l'unica in ritardo o comunque ad entrare a scuola, mi faceva sentire meglio.

"Alis!" mi chiamò Matthew separandosi dal gruppo come se nulla fosse.

"Ehy."

Si affiancò a me e quel gesto mi sorprese. Continuai il percorso verso l'entrata, poi verso la mia classe e Matthew mantenenne il mio passo e la mia direzione.

"Cosa farai oggi?" domandò. Corrugai la fronte.

"Lezione?" ironizzai. Non riuscivo a capire dove volesse arrivare.

Ridacchiò e sorrisi anch'io. Stavo completamente dimenticando di entrare in aula, così mi concentrai e gli dissi: "Scusa, ora devo andare".

Annuì e restò fermo; abbassai la maniglia della porta alle mie spalle ed entrai lentamente.

"Buongiorno." esclamai timidamente.

"Buongiorno Carter. Si sieda, abbiamo appena iniziato la lezione" mi informò la professoressa gentilmente. Tirai un sospiro di sollievo e raggiunsi il mio banco incontrando lo sguardo di Dan.

Mi sedetti disinvolta e iniziai a sistemare i libri immergendomi nei soliti pensieri. Mi risultava sempre difficile concentrarmi nelle spiegazioni, soprattutto se erano argomenti ripetuti.

"Alla fine ieri che hai fatto?" chiese Dan con il solito tono duro completamente disinteressato dalla lezione.

"Sono andata all'ospedale" mostrai sicurezza e decisione per tenergli testa. Non sembrava molto convinto dalla mia risposta.

"Immagino che hai ottenuto le risposte che desideravi..." ridacchiò beffeggiandomi.

Infastidita lo guardai male e decisa ribattei: "In realtà sì".

Smise di ridere e tornò serio. Faceva quasi timore, però il fatto di essere a scuola mi tranquilizzava.

"Mi spieghi chi cazzo ha parlato? Aron vero?" disse infuriato alzando il tono.

"Davis! Silenzio!" lo riprese la professoressa; anche gli altri si voltarono verso la nostra direzione e sentii addirittura Michael ridacchiare.

Guardai Dan dritto negli occhi appena l'insegnante riprese il discorso. Cercavo un indizio per capirlo, comprendere il suo carattare. Ma i suoi occhi non facevano altro che trasmettermi una parte della sua rabbia.

"No", affermai,"Matthew."

Mi guardò sorpreso, ma feci finta di niente.

Iniziai a prendere appunti totalmente a caso alternando le scritte ai disegni. Quando riempii due pagine, guardai fiera e soddisfatta il lavoro finale. Dan mi guardò storto, poi alzò lo spigolo del labbro maliziosamente. Sentivo che aveva qualcosa in mente, ma non ebbi tempo di fermarlo che si precipitò sul quaderno e strappò la pagina.

"Ora è molto più bello" commentò.

"Tu no."

Michael iniziò a ridere nuovamente, così mi girai e lo guardai male. Fece spallucce cercando di smettere di ridere, fallendo. Mi rassegnai e tornai sul mio foglio strappato e stropicciato. Sbuffai stropicciandolo maggiormente dalla rabbia.

𝐊𝐈𝐍𝐆Where stories live. Discover now