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Alis

Quando l'avevo visto andarsene mi ero sentita completamente vuota, sola e rifiutata. Ma avevo preso una decisione e non l'avrei abbandonata. Matthew aveva bisogno del mio aiuto, forse ero io a necessitarne più di lui. L'unica soluzione che mi veniva in mente era trovare il colpevole, trascurando il come.

Feci colazione con lo sguardo fisso sulla sedia di fronte e nonna se ne accorse limitandosi a fare una battuta che mi destò. Fu utile per ricordarmi del latte ancora caldo. Constatai di aver bisogno di fare una passeggiata e, dopo essermi assicurata che nonna stesse con Carol, uscii con il mio cappotto e la sciarpa a coprirmi sino alle labbra.

Cercai di ricordare dove si trovava quel parco dove mi aveva portata. Dopo aver confuso qualche strada, per timore di finire in qualche via "oscura", chiesi a un signore che teneva per mano un bambino con l'attenzione rivolta al giardino della casa vicina. Mi indicò il luogo facendo lui stesso fatica a ricordare, poiché sosteneva non ci andasse più nessuno. 

Con il passo tremante dovuto al freddo, mi incamminai e lo trovai, vuoto. Provai a entrare e subito mi sentii estranea, o meglio, incompleta. Perché doveva essere tutto così complicato?

Appena sentii un fruscio mi voltai terrorizzata, per poi tranquillizzarmi alla vista di Nathan.

"Cosa ci fai qui?" chiese.

"Devo proprio rispondere?"

"Ti ha portata lui vero?" Annuii. "Ti manca e non sai che fare?" Annuii di nuovo. "Vuoi un abbraccio?"

E così si avvicinò e mi strinse forte a sé, un gesto confortante che alleviò la pesantezza nella mia testa.

"Se ti chiedessi di controllare le chiamate dei Kings per vedere se c'è qualcosa di insolito, lo faresti?" tentai.

"No. Alis ci ho pensato bene... non voglio risolvere la situazione in questo modo, non ne vale la pena."

"Non so che fare" ammisi.

"Sai che non è colpa tua, giusto?" Non risposi. "Non devi sentirti in dovere di scoprire chi era con Joan. È successo un anno fa e nemmeno sai da dove iniziare. Lascia stare, non spetta a te questo caso."

Nonostante quelle parole sembrassero così corrette, non le percepivo come tali e restai nella mia idea.

"Alis. Quando Lena se ne andò, sentivo il dovere di scoprire tutto, di punire chi doveva essere punito, di trovarla... perché mi mancava un pezzo e non c'erano certezze, tutto era confuso. Se...", fece un sospiro, "anche se non hai più una madre... e ti manca un pezzo... non significa che tu debba cercare i pezzi mancanti degli altri, non sei stata tu a strapparli e portarli via. Questo è ciò che voglio che tu capisca."

"Sei mai stato innamorato?" cambiai discorso.

"Non mi interessa l'amore, sono sempre stato distratto per pensarci. Amo la mia famiglia però."

"Mmh... Io voglio provarci fino alla fine" replicai tornando all'argomento precedente. "Puoi portarmi da loro?"

"Intendi nella loro casa?"

"Sì... tu puoi stare con Lena."

"E tu?" chiese.

"Voglio parlare con Dan sperando si trovi lì."

𝐊𝐈𝐍𝐆Where stories live. Discover now