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20/11/21




Era passata la mezzanotte quando gli invitati iniziarono pian piano a lasciare il ristorante. Dalila era seduta al tavolo, con la testa poggiata sul palmo della mano e gli occhi chiusi, che pregava che quella serata non finisse mai per non dover affrontare quella conversazione. La testa le stava scoppiando per via del troppo alcol che aveva bevuto, indubbiamente aumentato dopo quella pausa al bagno, e in quel momento voleva soltanto essere trasportata su un letto e dormire per il resto della vita.

Aprì gli occhi di scatto quando qualcuno le posò una mano sulla spalla. Il cuore le esplose nel petto quando davanti a lei si ritrovò Fabio, che la guardava con uno sguardo talmente dolce che Dalila dovette trattenersi dal saltargli addosso. «Sono andati tutti via..». Lasciò la frase in sospeso, facendole capire che sarebbero dovuti andar via anche loro. «Ti porto in braccio?» Sorrise, prendendola in giro.

Dalila scosse la testa, lasciandosi andare in un sorriso accennato. «Camminerò a piedi scalzi, non vergognarti». Lo avvertì poco prima che lasciasse che i suoi piedi potessero liberarsi da quei tacchi così belli quanto dolorosi. Quella sera aveva avuto la pazza idea di indossare le décolleté, che chiaramente un'ora dopo già la portarono a incolparsi per quella scelta.

Fabio alzò le mani in aria e disse: «Giuro che non mi vergognerò». Sorridendole appena.

Intanto, la ragazza si guardò attorno e si rese conto che, realmente, erano una delle poche persone ancora rimaste nella sala del ristorante. Poco più in là c'erano Francesca e Valentino che chiacchieravano con una coppia di anziani, probabilmente qualcuno appartenente alla famiglia di uno dei due. Dalila sorrise, guardando le mani intrecciate della coppia, pensando a quanto possa essere bello amarsi per così tanto tempo allo stesso modo, se non di più.
Fabio si voltò, guardando nella stessa direzione della ragazza, non capendo, però, cosa la facesse sorridere in quel modo, illuminandole gli occhi.

«Dai.. andiamo». Le disse, porgendole la mano, in modo da aiutarla ad alzarsi dalla sedia. Dalila lo guardò confusa e lui subito aggiunse: «Ti accompagno in albergo».

Vennero raggiunti dalla festeggiata, prima che Dalila potesse afferrare la mano del ragazzo di fronte a lei. «Già andate via?» Chiese, sedendosi sulla sedia di fianco alla rossa. Francesca sorrideva troppo, secondo Dalila, che non riusciva a capire come non facesse a sentirsi stanca con il pancione e una serata intera con i tacchi alti. «Già?» Spalancò gli occhi, sconvolta. «È quasi l'una, ho i piedi che mi bruciano da morire, la testa che mi scoppia e tu mi chiedi se già andiamo via?» Le chiese, retoricamente, facendola scoppiare a ridere. Francesca le posò una mano sulla gamba, stringendola leggermente, poi si voltò nella direzione di Fabio e gli chiese se mi avrebbe compagnato lui al mio albergo, guadagnandosi un accenno di assenso.

Dalila allungò la mano verso il ragazzo, che gliela strinse e, facendo forza, la aiutò ad alzarsi. Francesca si allungò verso la sua amica, la abbracciò forte e le sussurrò all'orecchio di fare la brava e di godersi la serata senza pentirsene un domani. Sciolsero l'abbraccio, si scambiarono un lungo sguardo e si lasciarono dopo essersi scambiate un sorriso, sancendo in qualche modo un patto tra loro due.

«Cosa vi siete dette con quello sguardo?» Scherzò, Fabio, poggiandole una mano dietro la schiena, poco sopra il sedere, tirandola verso di se. Dalila appoggiò la testa sul suo petto, «Cose da donne, non sei tenuto a saperlo». Stette al suo gioco, sorridendo rilassata. Prima di uscire dal locale, il ragazzo l'aiutò ad indossare la giacca e, dopo averla indossata anche lui, attraversarono la porta d'uscita, ritrovandosi sulla strada diretta verso il Duomo di Milano. Camminavano in direzione di quest'ultimo, mano nella mano, così vicini da poter sentire l'uno il profumo dell'altro, in silenzio, quasi impauriti di rovinare quel momento.

Onde Del Mare | Fabio Quartararo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora