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Thomas Black strinse i denti, sentendo le lacrime affilate segnargli le guance calde, il viso rosso dal pianto, dalle implorazioni di far cessare le varie percosse che veloci si abbattevano sul suo sedere ormai rossiccio, dolorante dalla mano dura di Hanry che, furibondo, non aveva intenzione di fermarsi.
Il nostro protagonista, dopo essersi nascosto per svariato tempo da quel poliziotto, si era sbrigato a buttare il portafoglio il più lontano possibile da sé ed a cercare conforto da Atlas, ma ciò non avvenne: occhi foglia, infuriato più che mai, discusse con il roscio accusandolo di essere stato sciocco a non ascoltarlo, lasciandolo da solo fra le strade di quella Liverpool che Thomas non riconosceva più, tornato dopo poco alla casa famiglia dove ad attenderlo c'era stata solo una stanza vuota e mille chiamate dalla sua famiglia a cui non aveva risposto, limitandosi a piangere per un intera notte.
Si sentiva morire.
Man mano che il suo pianto si aplificava non poteva che riconoscere i suoi sbagli e ricordare gli sguardi delusi di chi gli ha sempre voluto bene e di Atlas che gli aveva giurato a cuore aperto di tenere a lui, di considerarlo un vero amico e, Thomas, in compenso, lo aveva deluso, aveva deluso tutti.
Il respiro divenne più affannato.
Si diede dello stupido ad aver assecondato il suo bisogno di piacere, alzando leggermente lo sguardo per incrociare le figure dei suoi fratelli maggiori che, a braccia incrociate, lo scrutavano chi ferito e chi arrabbiato, ma c'era una cosa che li accomunava: erano delusi da lui.
Hanry colpì e colpì stando attento al pianto rumoroso, disperato di suo fratello minore, ma non limitando un briciolo di forza, facendolo strillare ben bloccato, esposto a quelle mani che a breve lo avrebbero stretto e perdonato, ma Thomas era troppo immerso nei suoi pensieri, nel suo commiserarsi per poter sentire delle leggere carezze sul capo e per poter osservare gli occhi morbidi dei suoi fratelli che lo scrutavano straziati dal suo pianto che ormai era talmente forte, agitato da far fermare Hanry in poco tempo. Thomas continuò a piangere, sentendo il cuore spezzarsi fra le sue stesse mani, credendo di aver buttato alle ortiche tutto ciò che aveva raggiunto, tutto ciò di buono che gli era rimasto, non riuscendo a sentire i richiami morbidi di Samuel e le suppliche di James che lo pregavano di alzarsi dalle gambe di Hanry per poter regolare il respiro. Thomas si maledì ogni istante, non riuscendo a smettere di bloccare i pensieri che fluidi gli annebbiavano la vista con lacrime calde, ruvide e che, pian piano, lo avevano racchiuso fra due pareti, colorando il suo corpo di un nero vivido, facendolo sprofondare fra le onde di un mare di petrolio e fu così che senza accorgersene cadde in un respiro affannato, ritrovandosi nuovamente in un attacco di panico.
Si sentì svenire.

«Thomas! Thomas guardami!» la voce di Charles riancheggiò nelle orecchie del roscio come ovattata, talmente sottile da risultare inesistente.

«datemi una mano! Deve tenere la schiena dritta» ordinò a denti stretti, James, prendendo iniziativa fra la paura dei fratelli e portando il minore fra le sue braccia, con la schiena ben schiacciata contro il suo petto.
Thomas si sentì sballottare e toccare da mille mani color latte, fremendo in quella stanza che, in un primo momento, come non mai, gli sembrò dannatamente fredda

«Thomas, conta con me» il roscio osservò ad occhi socchiusi le figure rigide, spaventate dei suoi fratelli, ricordando davanti a se quel piccolo ragazzo dai grandi occhi marroni vividi di vita e i capelli biondi come il sole raggiante.

«conta con me, Tom»

Nella sua mente non poteva che ricordare i loro colori esplorarsi per la prima volta in quel bagno dalle mattonelle bianche, sporche, lasciando spazio solo a quel nome che da tempo gli aveva fatto toccare le nuvole con la punta delle dita.

Atlats Atlas Atlas Atlas Atlas Atlas Atlas

Thomas pianse, pianse terribilmente fino a perdere la voce, sentendosi spingere la schiena contro il petto di James dalle mani morbide di Charles, mentre, davanti a se, Samuel gli faceva cenno di seguire il suo respiro, supplicandolo, ma il suo sguardo non potè che focalizzarsi su Hanry che, in lacrime, lo guardava con il cuore in pezzi, sentendosi responsabile, ma Thomas sapeva, sapeva che nulla era dovuto a quegli occhi verdi così simili ai suoi, dannatamente uguali.

FecciaWhere stories live. Discover now