~13~

20 2 1
                                    

°•Mitsuba•°

L'ultima volta che era salito su quel palco era settembre.
Ma finalmente sta arrivando il natale e, anche se già c'era, la neve.

Quella superficie bianca in cui puoi sprofondare ogni volta che ci cammini sopra.
Quella superficie su cui eravamo abbracciati e su cui rotolavamo felici.
Quella superficie su cui abbiamo ammirato il cielo stellato esprimendo desideri sinceri.

Le stelle, non ho potuto non fotografarle.
In realtà ho fatto diverse foto anche a Kou...ma questo è un'altro discorso.

Le stelle, noi le vediamo dalla terra, ma quello che vediamo non è la realtà.
Quello che vediamo sono stelle che però sono esplose già da milioni di anni.
Quello che vediamo sono le sue ultime energie.
Non sono ancora sparite nel nulla.
Sono stelle che però non possono scomparire davanti ai nostri occhi.
Sono stelle che lasciano il segno, per poi dissolversi nel nulla...

Questa metafora rispecchia troppo bene ciò di cui ho paura di qualunque altra cosa.

Era davanti a me.
Prima di entrare dietro le quinte si gira verso di me respirando affannamente all'improvviso.

Ero confuso.
Senza degnarmi di uno sguardo o aprire bocca mi lanciò il suo maglione.
Girò i tacchi e iniziò a incamminarsi dietro le quinte con la testa rivolta verso il basso.
"Ho già la felpa non serve Kou!"
Provo a gridargli ma niente da fare.
Entra nelle quinte.
A quel punto mi venne di impulso.
Prendo il telefono in mano e controllo la data...era mezzanotte...

Era il 3 dicembre.

Rimango un attimo sconvolto ma allo stesso tempo confuso.

Quando sentii urlare con foga il suo nome dal presentatore del concerto andai a mettermi in prima fila.

Ancora una volta ero solo in mezzo alla gente.
Ancora una volta ero ad aspettare quel suono di passi.
Ancora una volta ero lì per ascoltare e vivere a pieno.

Si spensero le luci del palco.
Quando si riaccesero c'era lui.
Proprio lì, in mezzo al palco.
C'era proprio lui.
Con i suoi soliti dottor martens.
Con i suoi anelli.
Con i suoi jeans azzurri.
Con la sua camicia nera e i primi bottoni sbottonati.
Con le luci che lo facevano brillare.
Con i suoi movimenti leggeri e accattivanti...ma soprattutto...
Con i suoi morbidi capelli che portava indietro con la mano e la lingua all'in fuori.

Mi guarda.
Gli sorrido.

Iniziò a cantare in un modo diverso dalle volte scorse.
Oltre ai suoi movimenti, sono diverse pure le parole che escono fuori dalla sua bocca.
Parole profonde e forse più spontanee.
Stava tirando fuori il meglio di sé.
Vuole gridare al mondo ciò che accade dentro di lui.

Lo ammiro tanto.
Probabilmente io non sarei mai capace di cantare, esprimermi o atteggiarmi come lui.

Su quel palco scenico lo riconosco.
Su quel palco scenico mi guarda con un sorriso sulle labbra.
Su quel palco scenico può essere sé stesso.

Quella sera le stelle erano lì, nel cielo.
Ogni sera le guardo e le controllo.
Per assicurarmi che non diminuiscano.
Per continuare ad esprimere quei desideri sinceri che ho rivelato a Kou.

"Io desidero vivere tra le tue braccia per sempre Kou..."
"Io...desidero scrivere canzoni con te per tutta la vita Mitsuba"
"Desidero essere felice"
"Desidero essere felice con te Mitsuba.."

La felicità per me è data dalla fotografia.
La felicità per lui è dato dal canto.
Ma nessuna di queste passioni possono farci sentire felici l'un l'altro.

Solo sulle note di felicità si può essere in paradiso.

Io sono felice quando sono tra le sue braccia.
Io sono felice quando lui mi fa sentire speciale.
Io sono felice semplicemente quando lui è nei paraggi.

La mia fonte di luce.
Il mio sole,...anzi il mio girasole.

Questa volta non ha trattenuto le lacrime.
Quelle lacrime che scendendo impetuose gli solcavano il suo morbido viso.

Questa volta non capivo se era triste o felice.
Questa volta i suoi occhi brillavano di luce propria, e non erano le luci del palco...erano le sue pupille.

Le parole delle canzoni erano una delle cose più profonde che io avevo mai sentito.

La prima volta raccontava di un amore ormai giunto al termine.
Raccontava di dolore, tristezza e rabbia.
Invece, questa volta raccontava di speranza, felicità...e amore.

Ero felice di quanto si stesse impegnando per seguire il suo sogno già quasi realizzato...ma c'era un ma che non riuscivo a spiegarmi.
Probabilmente si era innamorato di un'altra ragazza e io non ci potevo fare niente.
Da un lato ero contento per lui,
dall'altro il mio umore si stava abbassando sempre di più.

Come ha potuto Nene gettarlo così?
Un ragazzo che ti ama con tutto il cuore e che ti dedica il suo futuro e la sua intera carriera...
Che spreco.

Kou si merita di meglio.
Kou si merita qualcuno che sappia ascoltare le sue parole.
Qualcuno che gli stia sempre accanto.
Qualcuno che non gli fa le foto di nascosto...

Il suo talento innato nel buttare dei versi e poi aggiungerci la base...

La mia mente e i miei pensieri sono vuoti senza di lui.
Mi resi conto che lui era il centro di tutto: della mia vita, della mia anima, ma soprattutto della mia felicità.

Io non penso a cose che non mi piacciono o a cui non ci voglio avere a che fare.
Io non penso a cose tristi o che mi fanno stare male.
Penso...semplicemente a lui.

Quella sera ascoltai ogni singola nota, canzone o parola che usciva dalle sue labbra.
Forse con più attenzione rispetto alle altre.

Le sue dita strisciavano leggermente sulle corde della sua chitarra classica.
I suoi movimenti leggeri e coordinati era letteralmente un'opera d'arte.

Quando le note si dissolsero,
quando il silenzio calò,
quando lo guardo alzò,
quando l'applauso partì,
Mi sentii completo...al dissolversi della felicità.

Appoggiò la chitarra e iniziò a fare inchini al sentire degli applausi.

Quando alzò la testa tra un inchino e l'altro mi guardava negli occhi...
e io gli sorrisi a mia volta.

Era un ragazzo d'oro e Nene non poteva certo meritarselo.

Si spensero le luci, si chiuse il sipario.
Come sempre sarebbe sceso dalle quinte per salutare alcuni fan.

Quando mi vide corse verso la mia direzione e mi stritolò in un abbraccio mentre indossavo il maglione che mi aveva lanciato.

"Kou perché mi hai dato il maglione"
Chiedi toccando quel tessuto morbido e di un bianco caldo.

"Sta meglio a te che a me"

Ero anche più confuso di prima.
Si staccò dall'abbraccio poggiando le sue mani sulle mie spalle.
I suoi occhi brillavano.

In quel momento arrivarono una miriade di fan che iniziarono ad accanirsi su di lui.

Mi allontanai e camminai verso l'uscita.

Camminai verso casa con la mia sciarpa gialla, il suo maglione e le mani in tasca avvolto nei miei pensieri.

Dei pensieri che erano sogni.
Dei sogni che erano desideri.
Dei desideri che pensavo impossibili da avverare...

°•SPAZIO AUTRICE•°

Se ti sta piacendo questo capitolo e la storia in generale, fammelo sapere con un ♡commento♡ e una ☆stellina☆

^^

°•♡~Sulle note di felicità~♡•° ♤*Mitsuko ff*♧Where stories live. Discover now