~14~

16 3 2
                                    

°•Kou•°

Tornai a casa sfinito.
Appena varcai la porta d'ingresso mi levai le scarpe e mi accasciai sul divano come cade un corpo morto.

Avevo il viso che sprofondava tra i cuscini.
Mi ricordai di quel gesto malsano e senza senso che avevo fatto prima di salire su quel palco...
Mi ricordai di aver regalato il mio maledettissimo maglione a Mitsuba la notte del tre dicembre...
Mi ricordai di aver finalmente fatto quel gesto che volevo fare da mesi ormai.

Più stavo in compagnia di Mitsuba, più gli volevo stare accanto.
Più gli stavo accanto,
più i miei occhi si perdevano nei suoi.

Poi mi riportava alla realtà con le sue parole e il suo sorriso.
Divento un po' rosso a pensare a lui ultimamente.
Ecco perché il mio inconscio mi ha ordinato di sdraiarmi sul divano e affogare la mia faccia nei cuscini, per farmi capire che arrossivo...merda...

Mi sedetti sul divano e andai in bagno a farmi una doccia.
Erano praticamente le due di notte.
Fuori dalla finestra del bagno già si sentiva l'aria di inverno.
Notai che verso le campagne c'erano dei campi, dei campi di girasoli.

Un sorriso si stampò sulle mie labbra.
Mi girai verso lo specchio e mi misi il pigiama che mi aveva lasciato in bagno Mitsuba il pomeriggio prima.

Un tessuto così morbido e caldo.
Come se stessi toccando una nuvola.
Lo guardai e lo strinsi tra le mie braccia.
Lo guardai attentamente.
Nella mia testa rimbombava solo un pensiero: il fatto che in quel momento per me quel pigiama rappresentasse Mitsuba.

Scrollai la testa, tornai alla realtà e mi misi il pigiama.

Andai al piano di sopra e lo vidi sdraiato sul letto che stringeva tra le braccia il mio maglione.

In quel momento mi precipitai nel bagno della camera.
Con le braccia in avanti appoggiate al lavandino respiravo affannosamente.
Aprì il rubinetto e mi lavai la faccia.
Come se il rossore si togliesse con l'acqua.
Avevo le guancie in fiamme e non stavo capendo più niente.

"Che cavolo ti sta succedendo?"
Chiesi al mio riflesso.
Senza pensare mi tirai uno schiaffo.

Al pensiero di non pensare mi si arrossiva ancora di più il viso

Mi rimbombava nella testa la stessa domanda descritta ogni volta in modo diverso...

Cosa c'è di speciale in Mitsuba che dorme?
Cosa c'è di speciale in Mitsuba che dorme con il mio maglione?
Cosa c'è di speciale in un angelo che dorme?
Tutto.
E basta.

Trovai la risposta. E continuai a ripeterla e ripeterla.

Mitsuba mi aveva letteralmente migliorato la vita.
Mi ha accolto tra le sue braccia senza esitare.
Senza di lui la mia situazione mentale non sarebbe la stessa...

Ma perché quando mi ha visto su quella panchina si è preoccupato per me?
Perché all'inizio non mi ha riconosciuto?
Perché non ha esitato a farmi vivere insieme a lui?

Perché non si è limitato a consolarmi e basta?

Non gli ho certo chiesto di farmi venite a casa sua.
Non gli ho certo chiesto di aiutarmi a ricominciare da zero.
Non gli ho certo chiesto di donarmi una spalla su cui piangere...

Ha fatto tutto lui...mi ha accolto lui...mi ha voluto bene lui...

"Perché sto piangendo?...eppure non sono triste..."

Mi resi conto che se avessi urlato lo avrei svegliato, perciò non aprii più bocca.

Appena uscii dal bagno vidi la luna piena da fuori la finestra.
Mi precipitai davanti alla finestra per ammirarla meglio.

Era come una calamita.
Appena la vedevo non potevo fare a meno di avvicinarmi e adorarla.

Anche le stelle erano lì come sempre.
Feci un sospiro, e con un sorriso mi girai a guardare quel piccolo angioletto che riposava su quel letto bianco e morbido come una piuma.

Continuando a guardarlo salii sul letto.
Ero sdraiato e guardavo il soffitto.
Appoggiai le mie mani sullo stomaco.
Mi faceva leggermente male.
Ma non proprio male.
Come se ci fosse un tornado.
Era un senso di fastidio.
Ma mi portava piacere.

Guardai Mitsuba alla mia sinistra e poi di nuovo il soffitto.
Lui dormiva sul fianco dandomi le spalle.
Sarà stata una reazione esagerata la mia?
Ormai il mio corpo stava prendendo il sopravvento di me stesso.
Cosa mi stava succedendo lo sapeva solo il mio inconscio.

Lo avvolsi tra le braccia da dietro e appoggiai il mento sulla sua spalla.
Quando gli stavo abbracciato dentro di me c'era un senso di naturalezza, protezione e calore.

Da quella posizione potevo distinguere i suoi espiri e i suoi inspiri.
Potevo sentire il suo busto alzarsi e abbassarsi.
Potevo sentire ogni suo singolo respiro.
Dormiva profondamente.
Iniziai a respirare con il suo stesso ritmo senza che me ne accorgessi.

Avrei voluto dirgli così tante cose...
Ma non avrei avuto nè il coraggio nè le parole per esprimermi.

Non pensavo di essere stato così calmo in tutta la mia vita.

Con lui mi sentivo bene.
Con lui mi sentivo pieno di emozioni.
Con lui mi sentivo come in paradiso...ecco.

Perché non si era messo il mio maglione per dormire ma lo stava abbracciando?
Perché se ne è andato subito dopo il concerto?
Perché ha ricambiato i miei sorrisi?

Mentre ero su quel palco cercavo il suo sguardo e gli sorridevo.
Gli avevo detto che avrei scritto le canzoni da solo per un po'.
Gli avevo dato il mio cavolo di maglione il tre di dicembre...

Lui ogni volta mi guarda con i suoi occhi luminosi e pieni di vita.
Mi faceva tenere il sorriso dopo che Nene se ne era andata.
Ma lui dopo anni c'era ancora al mio fianco.
E non ha esitato a farmi riflettere e capire come andare avanti.

"Ti voglio...bene".
Delle parole uscirono dalla mia bocca senza pensare.

Quelle erano le uniche parole che riuscii a esprimere quella notte.
Non riuscii a dire altro.

La luna piena ci ammirava dall'alto.
Le stelle vegliavano la sera.

Lui non aveva sentito le mie parole.
Lui non ha sentito che gli ho detto 'buonanotte'.
Lui non sapeva.
Ma neanche io.

°•SPAZIO AUTRICE•°

Se ti sta piacendo questo capitolo e la storia in generale, fammelo sapere con un ♡commento♡ e una ☆stellina☆

^^

°•♡~Sulle note di felicità~♡•° ♤*Mitsuko ff*♧Where stories live. Discover now