Cap. 37 ~ Considerazioni e lacrime

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<<È stato un dottore!>> Esclamò la ragazza, impedendo ai pensieri di lui di fluire interrottamente. <<Beh vedi ha la presa molto forte e siccome le mie braccia sono particolarmente deboli, si è formata questa chiazza.>>
<<Marinette è un livido->> Cercò di dire Adrien.
<<Lo so, ma non c'è niente che non va. Stava solo svolgendo il suo lavoro.>> Naturalmente la giovane eroina si trovava con le spalle al muro. E essere a conoscenza della reazione che gli suscitò alla sola vista del suo ragazzo al suo fianco, non le era d'aiuto. Era obbligata a mentire.
<<Ma non è normale->> Espresse il ragazzo interrotto di nuovo dalla figura femminile.
<<Sì invece non preoccuparti. Ero insicura se dirtelo perché temevo la tua reazione.>>
<<No, non devi scusarti ne impaurirti.>> Disse accarezzandole delicatamente la spalla. <<Solo, posso incontrare questo medico?>>
<<B-beh sarà impegnato.>>
<<Basta chiedere alle infermiere del reparto non dovrai essere tu a scomodarti.>>
<<N-no no aspetta.>> Gli prese la mano. O mio dio, la sua pelle era così liscia, così soave, riusciva a dimostrarsi adorabile in qualsiasi cosa facesse, pensò lui. <<N-non avevamo qualcosa in sospeso?>> Adrien concentrati si raccomandò.
<<Hai ragione scusami.>> Prese il foglietto e per sua sorpresa si trattava di soli massaggi. Beh non che fosse un cattivo massaggiatore. Ma non temeva di averla potuta mettere a disagio. Doveva stare in reggiseno e non credeva che fosse il caso. <<D-dovresti->> Non gli diede nemmeno il tempo di terminare la frase. Si sentiva la pelle scottare e la percezione che la stanza si stesse rimpicciolendo.
<<Va bene così?>> Il suo reggipetto era in pizzo rosa con un piccolo fiocchettino al centro, si portò su le tette, e gli sorrise. <<Tutto ok?>> Le chiese vedendolo paonazzo.
<<N-non ti da fastidio?>> Lui si riferì alla sua partecipazione. Mentre lei credendo di dover restare a torso nudo, procedette subito per rimediare. <<I-intendevo la mia presenza. No-non t-ti m-mett-metto...n-non lo so->> Si bloccò e tirò un respiro di sollievo quando notò lei richiudersi il ferretto che teneva agganciata la sua biancheria.
<<Sicuramente ti preferisco ai vecchi bavosi del reparto.>> Dichiarò rassicurandolo.
<<G-grazie. A-allora penso che dovresti girarti.>> Sebbene non dovesse agitarsi, stava facendo l'esatto opposto. Vide per sbaglio il suo riflesso bordeaux alla finestra.
<<Hai caldo?>>
<<S-sì scusami.>> Si fece aria con la mano. <<Dovrei->> Cercò di domandarle indicandole la fonte di luce naturale.
<<Puoi tirare giù le tendine?>> Lo lesse nella mente.
Obbedì svelto come un burattino e trovato un piccolo rubinetto affianco, lo aprì, facendo scorrergli dell'acqua fredda per rinfrescarsi il viso. <<Scusami. Sono subito da te.>> Riferì scorrevolmente poiché ancora non ebbe ancora il tempo per voltarsi. Ma al solo scambio di sguardi diventò persino più rosso della sua tutina a pois.
<<Quello a disagio sembri tu->>
Rise il biondo per sdrammatizzare. <<I-io?>> Di nuovo. <<P-per ni-niente.>> Deglutì quasi a strozzarsi con la propria saliva e tossì ripetutamente. Il suo imbarazzo era tanto spesso da potersi tagliere con la forbice.
<<Tutto bene?->>
<<S-sì sì.>> Rispose di sfuggita.
<<Sei sicuro perché mi sembri...>> Nel mentre continuava a muovere le mani a mo' di ventaglio. <<Rosso.>>
<<S-sono l'unico a sentire caldo? T-tu non s-senti caldo? M-mi sembra di stare in una sauna.>>
Sorrise compiaciuta. Per dimostrarsi più sensuale, trascinò le unghie sopra il suo avambraccio, facendogli sentire formicolii fino alla punta dei piedi. <<E adesso?>>
<<H-ho la pelle d'oca.>>
<<Possiamo iniziare allora.>> Si mise a pancia in giù. <<Se ti danno fastidio spostami pure i capelli.>>
Era così intontito che capì "sposami". <<C-co-come vuoi.>> E se si stava approfittando di me? Era impossibile che non mi ricordava! Come poteva essere così aperta? I ruoli dovrebbero essere invertiti. Pensò.
Dopo circa un minuto le chiesi: <<T-ti faccio male?>>
<<Mh...n-no! Certo che no, continua ti prego.>> Quel suono iniziale, era per caso ciò che pensava che fosse? Sorrise indiscretamente.
Passarono 7 minuti e la situazione riproposta fu la medesima. I suoi sospetti riguardo a quei versi strani, si trasformarono in certezze.
<<D-dimentica ciò che ho appena fatto.>> Rise e gli venne in mente un vecchio ricordo. <<Sm-smettila di ridere.>>
<<No, non è per questo. Stavo pensando a quella volta in cui mi vietasti di massaggiare Alya e il giorno dopo arrivasti tu con l'arto superiore rotto.>>
<<No-non mi sorprende che l'abbia fatto veramente.>> Continuò a ridere. <<Non potevo permettermi che ti portasse via da me.>>
Non aveva messo in atto nessuno dei suoi folli piani. Eppure ci stava riuscendo. A volte è meglio la spontaneità ad architettare ogni singolo particolare.

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