Prologo (R)

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Un tempo il mondo era popolato da ogni genere di animale. Le persone vivevano felici, in comunione le une con le altre. I libri di storia raccontano del periodo antecedente al mio, come di un epoca in cui tutto si sviluppava molto velocemente. La medicina e la scienza progredivano di giorno in giorno, mentre l'arte e la cultura fioriva con la nascita di nuovi stili e correnti. Tutto era bello, era un periodo splendido, ma come tutte le cose non destinato a durare.

L'insofferenza e la povertà, fino ad allora ai margini della società, si fece sentire sempre di più. Le famiglie non arrivavano a fine mese, la crisi si espandeva in tutto il globo, lasciando l'amaro in ognuno. Le popolazioni cominciarono a farsi la guerra per i motivi più svariati. La religione era all'apice come causa dei conflitti, seguita da desiderio di potenza, fame e povertà.

Coloro che abitavano nei luoghi degli scontri migrarono da uno stato all'altro, sperando di riuscire a trovare un luogo in cui crescere i propri figli, un luogo in cui non vi regnasse la violenza, questo però non accadde. Stufi delle continue migrazioni, gli Stati del mondo cominciarono ad erigere barriere a difesa dei confini, l'esercito presidiava le barriere di lungo filo spinato e se qualcuno riusciva a crearsi un varco, veniva sparato a vista.

Fu uno dei periodi più difficili della storia, uno di quei periodi che sembrava rimarcare la seconda guerra mondiale. Il mondo stava perdendo ciò che era stato in grado di creare in quel secolo di sviluppo tecnologico e industriale. Nessuno era più padrone della propria vita, tutti erano vittime e succubi di un sistema corrotto, fatto da coloro che avevano i soldi ed il potere. A nulla valsero le proteste pacifiche e non.

La guerra cominciò a interessare tutti i continenti, gli stati che un tempo erano stati neutrali, decisero che era ora di porre fine a quello stato di non belligeranza e presero le armi in mano, facendo fuoco su civili e militari.

Furono anni segnati da un grande malessere e da troppe morti, a cui seguì un periodo di status quo. Si credette che la guerra fosse finita, invece così non fu. Uno degli Stati maggiori sganciò diverse bombe nucleari sui suoi avversari. Nessuno sa chi fu il primo a mettere in atto un tale scempio, ma tutti sappiamo che diversi nemici risposero con la stessa moneta.

Da allora il mondo è morto. L'esplosione nucleare ebbe diversi effetti. Il calore, generato dalla fissione della bomba, fece scomparire l'uomo dalla faccia della Terra. Il lampo, di forte intensità, rese ciechi i pochi superstiti, che in seguito morirono di stenti. Lo spostamento dell'aria, provocato dall'esplosione, ridusse in cenere qualsiasi edificio rimasto in piedi. Infine le radiazioni, sprigionate dalla fissione, portò alla peste nucleare, generando malattie incurabili e provocando deformazione di carattere genetico.

Non tutto però era perduto. Non tutti morirono a causa dei bombardamenti. Quei pochi che rimasero in vita ed erano sani, si nascosero per un lungo periodo in un posto sperduto. Si riunirono in un luogo sicuro; un luogo in cui le radiazioni non sarebbero mai arrivate. Nessuno sa spiegare come abbiano fatto a sopravvivere, ma se io esisto allora un modo lo hanno trovato. Da allora vivo nel Recinto, il luogo che considero casa. Una casa che mi sta stretta, da cui vorrei evadere, ma da cui non posso uscire. Il recinto che circonda il nostro villaggio è stata costruita per farci capire che questa è l'unica zona sicura in cui possiamo vivere, tutto all'esterno è danneggiato e nessuno può viverci.

Non ho mai visto nulla che non sia il Recinto, ma il Governo e i libri dicono che non c'è nulla al di fuori. Tutto è morto, tutto è radioattivo, tutto è nocivo. Gli unici sopravvissuti siamo noi. Poco più di duecento anime che vivono all'interno di questa gabbia dorata. Tutto è cambiato e ora a distanza di anni stiamo cercando un modo per ripopolare il mondo. Il Governo, ha attuato diverse forme per la nostra sopravvivenza ma quella che ha più scalpore è l'isola Delle coppie, non è un'isola vera, ma una zona, grande abbastanza da ospitare tutti i ragazzi dai diciotto ai ventitré anni. Ogni cinque anni tutti i ragazzi, maschi e femmine, compresi in quell'età, sono convocati all'interno dell'isola e sono obbligati ad unirsi a qualcuno scelto dal Governo. Non esiste l'amore quello raccontato nei libri, non esiste nulla che non sia qualcosa definito dal Governo. Siamo obbligati a farne parte, obbligati a sposare uomini o donne che non conosciamo o non vogliamo. Molti di noi sono appena diventati maggiorenni e sono costretti a creare una famiglia. Non abbiamo il diritto di scegliere con chi convivere, abbiamo il dovere di prendere parte al grande piano di RIPOPOLAMENTO.

Mi chiamo Alexa e sono appena stata convocata. Da domani sarò una futura moglie, una futura madre, una futura sfornatrice di bambini.


L'isola Delle CoppieWhere stories live. Discover now