Ventiquattresimo Capitolo

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Raphael

"Dannazione"

La scena che mi si para davanti è orribile. L'enorme stanza è piena di teche e all'interno di ognuno vi è un ragazzo. Sono immobili, immersi in una sostanza colorata. Sembrano morti, ma grazie a mia madre sappiamo che non è così.

Ci aveva preparato a quello che avremmo trovato, ma le sue parole non sono paragonabili a quello che vediamo. I miei compagni sono atterriti, Matthew è visibilmente incazzato.

<<Alexa era qui come gli altri?>> chiede con la rabbia nella voce e la preoccupazione negli occhi.

Annuisco, le parole non servono ad esprimere la follia a cui stiamo assistendo. Tubi infilati ovunque, macchinari che pompano ossigeno in quei corpi, è surreale. Può il fanatismo di una persona spingere altre persone a fare ciò? 

A quanto pare è possibile...

L'unica donna presente nel nostro gruppo è Hannah, è una scienziata e non essendo addestrata non volevamo portarla, ma Grace ha insistito che lei è la migliore e ci sarebbe servita per disattivare tutti i meccanismi che sono attaccati ai ragazzi. 

Matthew da buon leader posiziona due uomini all'ingresso, come guardie in caso qualcosa vada male, il resto di noi si posiziona davanti ad una teca, ma le teche sono troppo e noi troppo pochi rispetto a loro. Ho il terrore che dovremo lasciarne qualcuno indietro. Il cuore mi si spezza, ma non so come potremmo fare.

Appena i ragazzi sono liberi cominciamo il più velocemente ad aprire le teche. Le ragazze liberate sono impaurite e tremano, si guardano e probabilmente si riconoscono perché si avvicinano facendo gruppo.

<<Non temete, vi stiamo liberando. Presto sarete in un luogo sicuro...>> dice Matthew cercando di usare il tono più rassicurante possibile. Le ragazze annuiscono e penso che abbiano deciso di fidarsi di noi.

I maschi invece...

... lottano. Tutti loro, nessuno escluso, stanno lottando anche se si ritrovano senza forze. Sono debolissimi, tutti pelle e ossa. Hanno le guance scavate e mi chiedo come un Governo possa ridurre dei bambini in questo modo. 

Alexa non mi è sembrata così quando l'ho rivista al campo dei ribelli. Si era magra e si era scavata però le era rimasta addosso quella bellezza che caratterizza la nostra famiglia.

Lego i polsi al ragazzino di fronte a me e scuoto la testa. Non può avere diciotto anni è troppo piccolo. Li osservo tutti e niente, sono degli scheletri che camminano e nessuno di loro dimostra l'età che ha. "Come fanno ad essere ancora vivi?" mi chiedo.

Vedo uno dei miei commilitoni alle prese con Luke. Quel ragazzo è tenace nonostante la debolezza, non molla. Craig lo tira e ho paura che possa romperlo da un momento all'altro.

<<Idiota, quello è Luke, vedi di trattarlo bene o Alexa ti uccide>> esclamo avvicinandomi ai due. 

Insieme lo immobilizziamo e gli copriamo gli occhi una benda. Non sappiamo come mai i maschi siano così agguerriti, ma non possiamo permetterci che ci rovinino i piani. 

Appena siamo sicuri di averli liberati tutti, li raggruppiamo. Staremo un po' stretti sui mezzi, ma forse ce la faremo ad arrivare a casa sani e salvi.

Ci dirigiamo verso l'uscita, spronandoli a camminare e quando siamo all'aperto la luce della luna sembra quasi invogliarci a muoverci. 

<<Sono debolissimi...>> dice Sten vicino a me. Ha ragione, ma ora cosa possiamo farci?

<<Come sta Luke?>> domanda Matthew

<<E' stremato. - gli dico con preoccupazione - Alexa sarà sconvolta nel vederlo così.>> Matthew annuisce concorde e nei suoi occhi vedo qualcosa che non riesco a comprendere; al momento però non posso darci troppo peso, soprattutto se voglio tornare da lei e dalla mamma.

All'improvviso delle luci accecanti inondano lo spiazzo dove stiamo camminando. Ci hanno scoperti.

Iniziano a partire i primi colpi di sparo e la prima cosa che faccio e spronare i ragazzi a correre e spingerli dietro ai nostri mezzi di salvataggio. 

Estraggo la pistola e provo a sparare ma non vedo nessuno che ci tiene sotto tiro.

<<Dove siete bastardi!>> esclama uno dei nostri.

<<Siamo dappertutto!>> è una voce meccanica che riecheggia tutto intorno a noi. Lentamente i nostri nemici escono allo scoperto. Due fazioni che si scontrano. Entrambe armate, entrambe con qualcosa da perdere. 

Ci sparano e cazzo. Uno dei nostri viene ferito ma non riesco a capire chi sia. 

Rispondiamo al fuoco e ne feriamo alcuni, ma loro non demordono. 

<<Salite!>> urla Matthew. Spingo i giovani a salire aiutando quelli bendati e infine carico Luke che a quanto pare è svenuto per l'emozione. "Sto ragazzo non va bene per mia sorella!" penso.

Dietro di me vedo altri miei compagni fare lo stesso e poi il capo avvicinarsi a noi. 

<<Muoviti Raph o tua sorella mi uccide se muori!>> mi dice dandomi una spinta.

<<Se non uccide prima te per esserti fatto sparare!>> gli dico mettendo in moto e partendo il più velocemente possibile. 

Gli spari continuano imperterriti e dietro di me vedo uno dei mezzi sterzare bruscamente.

<<<Cazzo!>> esclama Matthew tirando fuori la testa dal finestrino.

<<Dobbiamo fermarci!>> dice subito uno dei soldati, preoccupato per ciò che è successo ai nostri compagni.

<<Non possiamo, sai quali sono gli ordini.>> gli dico anche se dentro mi sento morire perché sto abbandonando delle persone che sono dei nostri.

Inchiodo. Fanculo agli ordini. Matthew mi urla di rimettere in moto, ma non posso, la mia coscienza non mi perdonerebbe mai.

Scendo seguito da altri compagni e corriamo verso l'altro mezzo, nel frattempo quello che avevamo davanti torna indietro, fregandosene altamente di ciò che era stato ordinato loro. 

Vediamo alcuni dei nostri in mezzo alla strada accasciati a terra insieme a dei ragazzi. Altri si sono messi al riparo. Spariamo cercando di coprirci a vicenda ma non è di grande aiuto. Alcuni cadono e non si rialzano più.

Mentre corro verso di loro vedo un corpo esanime. Hannah è morta. Grace ne sarà distrutta, era la sua pupilla. Sento un lamento provenire dalla donna a terra e penso che sia viva, la sposto e una lacrima involontaria mi scende dall'occhio. Ha fatto da scudo ad una ragazzina. E' morta da eroe.

Tiro in piedi la giovane e insieme ai pochi sopravvissuti corriamo verso il mezzo mentre sentiamo gli ultimi spari dietro di noi. 

<<Sei morto Raph.>> mi dice Matthew mentre mi rimetto in marcia. Sgommo e mi allontano il più possibile da quel luogo che ha visto la morte dei nostri compagni. Abbiamo dovuto abbandonare i loro corpi e questa cosa mi ferisce.

<<No. Ne sono già morti troppi. Abbiamo perso Hannah e con lei Davidson, O'Connel e Stephan, oltre a quattro dei ragazzi che avremmo dovuto salvare.>>

<<Sapevamo che qualcuno sarebbe morto.>> dice lui semplicemente. Non usa cattiveria anche se alle mie orecchie ciò può sembrare così, è pragmatismo e so che ha ragione. Siamo soldati, combattiamo e non sempre siamo certi di poter tornare vivi dai nostri cari.

<<Tampona quella ferita.>> gli dico e lui obbedisce, fatto strano visto che è lui che impartisce ordini.

Ci allontaniamo sempre di più. E' tutto calmo, tranquillo, come la quiete dopo la tempesta. Potrei anche rilassarmi perché sto tornando a casa, ma non posso permettermi di perdere la concentrazione.

<<Ci hanno teso un'imboscata.>> dice uno dei soldati dal retro.

<<Si, James. Abbiamo una spia tra di noi. Siamo entrati con troppa facilità e usciti con altrettanta. Solo quando eravamo prossimi ad andare ci hanno sparato.>> dice pragmatico Matthew.

<<Ne parleremo quando arriveremo a casa.>> dico tagliando il discorso. 



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