CAPITOLO 1

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Sono in palestra, prima due ore.
Oggi mi sento parecchio male, mal di petto e giramenti di testa.
Vorrei dirlo alla coach ma molte volte ho usato questa scusa e mi ha scoperto, non credo mi crederà.
Mi tocca giocare a pallavolo anche se sono una frana.

Lego i capelli castani in una coda e sono pronta.
"Nella squadra A ci saranno Jack, Michael,Bella,Hanna e Lucas, Squadra B Jason,Hardin,Simon e James e nella squadra C il resto."
Ci Prepariamo, iniziamo noi, squadra A contro squadra B, loro erano in battuta.
Mentre Jason tira la palla cerco di prenderla ma invano, lasciando segnare gli avversari.
"So che non sai giocare, ma almeno provaci." mi dice Michael, il mio migliore amico.
Lo conosco dalle elementari. C'è sempre stato un rapporto fraterno tra di noi: io non sono innamorata di lui e lui non lo è di me. Credo che noi siamo la definizione perfetta di "amicizia tra ragazzo e ragazza".

Tornando alla partita, Jason tira di nuovo e questa volta riesco a prenderla ma loro rilanciano ancora,  per fortuna una mia compagna di squadra riesce a prenderla e facciamo punto.
Tocca a me battere ma non mi sento nel migliore dei modi, il petto mi fa male.
Mi posiziono dietro una linea blu per tirare ma, d'un tratto, perdo i sensi. Mi cade la palla dalla mano e cado anch'io, i miei occhi si chiudono lentamente, giusto in tempo per vedere i miei compagni e l'insegnante venire verso di me.

Quando riapro gli occhi, faccio un lungo respiro e poi mi rendo conto di avere una mascherina. Mi guardo intorno e vedo due dottori, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra.
"Calmati Hanna, stai bene." mi dice uno di loro. Non riesco a capire di chi sia esattamente la voce, forse di quello alla mia destra. Perdo anche la concezione del tempo, sembrano passati giorni da quando sono andata scuola ma, dopo essermi guardata di sfuggita, noto che ho addosso gli stessi vestiti che avevo quando ho giocato a pallavolo.
Quindi tutto questo è successo qualche ora fa?
Tutti questi pensieri mi fanno male alla testa, ho i conati di vomito e il dolore al petto aumenta attimo dopo attimo.

Credo di aver perso i sensi, perché quando riapro gli occhi mi ritrovo in un'altro luogo. Faccio di nuovo un lungo respiro e questa volta non ho la mascherina. Guardandomi in giro, noto che sono in una stanza: una stanza di ospedale.
Alla mia sinistra, c'è un altro letto. È occupato da un'altra ragazza che sembra avere più o meno la mia età. La osservo per un po' e non sembra avere qualche problema fisico. Mi piacerebbe parlare, ma sta dormendo profondamente.

"Come stai, Hanna?" una voce mi distrae e mi fa quasi paura.
È un dottore. Si avvicina al mio letto.
"Bene, credo. Cosa è successo?" chiedo, più confusa che mai.
"Sei solo svenuta mentre eri a scuola, niente di grave." mi dice mentre prende un strana macchinetta da un borsone.
"Beh, se non è grave, perché sono qui?"
Mi guarda e mi sorride.
"È la procedura, Hanna."
"Che cosa sta facendo?" dico, indicando la macchinetta.
"Questa è una macchina per la pressione. Ti sto misurando la pressione arteriosa."

Mi mette una fascia intorno al braccio e pian piano si gonfia.
Il dolore che proviene dal lato sinistro del petto continua a pulsare fortissimo. Provo a pensare, a distrarmi dal dolore ma è più forte di me.
Ho lo sguardo fisso verso la porta, vedo dottori che portano di fretta le barelle o altri che spingono le carrozzelle, ma quello che più di tutti mi cattura è lui.
Mi è quasi difficile staccare lo sguardo da quel dottore col camice blu. Non mi vengono in mente aggettivi per descriverlo, è perfetto.
Per un momento incontra i miei occhi e finalmente riesco a capire il colore dei suoi: sono di un azzurro straordinario, capace di incantarti, proprio come è capitato con me.

Il dottore del reparto 9 » Louis Tomlinson [✔️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora