CAPITOLO 4

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Mi sveglio di soprassalto e noto che sono solo le 4:30. Sento caldo e sudo, ho bisogno di aria, mi farebbe bene.
Mia madre continua a dormire sulla poltrona accanto al mio letto.
Mi alzo dal letto, questa volta senza giramenti di testa, e metto le mie scarpe. Mi dirigo verso la porta senza far rumore e apro la porta lentamente. Nei corridoi c'è molta aria fresca e non posso fare a meno di fare grossi respiri.
Cammino, cammino fino a quando non  mi fermo davanti ad una vetrina. Dentro di essa, ci sono dei bambini nelle incubatrici. Non posso fare a meno di sorridere nel vederli muoversi delicatamente. Che strano pensare che 18 anni fa ero così.
"Carini, non è vero? " dice un ragazzo alle spalle.
Mi giro di soprassalto e vedo il dottore Louis.
"Oh mi ha spaventata."
"Scusami, non era mia intenzione." dice con un sorriso per poi avvicinarsi di più a me.
"Sai, ogni tanto mi fermo anch'io ad osservarli. Non è strano pensare che alcuni di loro sono nati appena 2 ore fa?"
Sorrido a quella sua affermazione, che trovo estremamente dolce.
"Lo sai che non puoi uscire? Devi rimanere in camera." questa volta mi guarda negli occhi.
"Sì, ma volevo prendere un po d'aria." distolgo poco dopo lo sguardo, incapace di tenere testa a degli occhi così azzurri. Come se non bastasse, la sua barbetta castana lo rendono ancora più bello.
Mi sento così stupida nel pensare queste cose del dottore del reparto dove sono ricoverata.
"Allora facciamo così, tu sei nei corridoi ma io non ti ho né vista né parlato." mi guarda, cercando il mio consenso.
Fa anche un leggero sorriso, talmente bello che mi rende incapace di parlare. Riesco solamente ad annuire.
Sorride di nuovo e va via mentre io rimango immobile.
Il mio stomaco che brontola mi risveglia dai miei pensieri. In effetti, non ho minimamente cenato. Vado verso il distributore automatico ma non riesco a scegliere, anzi, non ho proprio voglia di questo.
Dovrebbe esserci una mensa qui, no?
Vago per i corridoi ma non trovo nulla. Sto per svoltare l'angolo quando mi rendo conto che c'è un dottore, ma non è Louis e quindi non deve vedere che sono giro. Faccio qualche passo indietro e cambio completamente direzione ma, d'un tratto, vado a sbattere contro un ragazzo. Non appena alzo lo sguardo lo riconosco.
"Michael?" chiedo con gli occhi spalancati.
"Ciao, Hanna." risponde, facendo un sorriso
"Ma che ci fai qui?" dico a bassa voce per non farmi sentire.
"Sono venuto a trovarti." dice abbracciandomi.
Ricambio volentieri l'abbraccio, ma mi rendo subito conto che non possiamo stare qui.
"Sì, ma sono quasi le cinque del mattino!"
"Non riuscivo a dormire col pensiero di lasciarti sola in ospedale, così sono venuto, volevo solo vederti."
È così tenero.
"Ok, ti perdono solo se hai portato qualcosa da mangiare." dico, mettendo una mano sulla pancia. Sto morendo di fame.
"No..." dice "ma posso andare a prendere qualcosa al distributore." dice iniziando a camminare senza la mia approvazione.
"No, fermo." lo blocco per il polso, "Non voglio delle merendine, voglio del cibo vero."
"Beh, e dove rimediamo del 'cibo vero'?"
"Stavo andando giusto in mensa per vedere se c'era qualcosa."
"Cosa? La mensa non è aperta a quest'ora." mi guarda confuso.
"Credi che non lo sappia? Dobbiamo entrare di nascosto." inizio a camminare ma lui mi ferma per il braccio.
"Hanna, non possiamo. È già tanto se sono venuto qui."
"Michael, sto morendo di fame. Ti prego, aiutami."
Lui rotea gli occhi al cielo e sospira.
"E va bene, andiamo. Però facciamo in fretta."

Una volta arrivati lì, la porta è chiusa e risulta impossibile aprirla.
"Bene, genietto. Come dovremmo aprirla?" Michael mi guarda e sta con le braccia conserte.
"Hey! Perché siete qui!?" urla una persona alle nostre spalle.

Il dottore del reparto 9 » Louis Tomlinson [✔️]Where stories live. Discover now