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Capitolo trentotto

Megan's Pov

"Ehi Megan, puoi venire un attimo?"
La voce di Cassandra arriva dritta alle mie orecchie.

Cosa diavolo vorrà da me, quell'arpia?
Mi giro e la guardo.
È appoggiata alla porta del laboratorio di arte.
Che idiota.
Un sorriso perfido si apre sul suo viso.

Alzo le spalle e le vado incontro.
Quando varco la porta dell'aula, vedo Robin ha due occhi inorriditi e terrorizzati. Mi guarda esitante. Che ci fa lui qui?
Non capisco...

Gli faccio un sorrisetto, perché sono felice di vederlo, ma non capisco il perché lui sia qui dentro con la Barbie.

Vedo Cassandra sedersi sopra ad un banco.
La guardo e mi paralizzo all'istante.

Come è possibile che abbia in mano il mio diario?!
Mi blocco.
Oh no, questo vuole dire che lo avrà letto tutto.
Oddio. Ho finito di vivere.

Spalanco gli occhi e mi giro, Robin mi guarda tristemente.
È stato lui? Come ha potuto?

"Caro diario..." Cassandra comincia a leggere.

Non sento nulla, solo il vuoto che mi divora piano piano dall'interno, come una lenta tortura.
Ogni cosa per me, si ferma.
Mi gira fortissimo la testa.
Vedo le labbra della mia "nemica" muoversi. Vedo il suo sorriso cattivo. Rimango immobile.
Non riesco neppure a respirare. Cosa devo fare, per avere un po' di tranquillità?
Non posso credere che Robin mi abbia tradita.
Lo odio. Lo odio. Odio Cassandra. Odio la mia vita. Odio me.
Si! Mi odio.

Un botto mi risveglia dallo stato di trans. Sento il viso umido.
Non posso permettermi di piangere, ma le lacrime non si fermano. Una rabbia esplode dentro di me.
Devo mostrarmi apatica, solo così non darò a nessuno dei due la soddisfazione di vedermi soffrire.
Guardo Robin.

"Come hai potuto?" Riesco a dire solo questo, prima di sentirmi svenire e sentire che le forze mi stanno pian piano abbandonando.

"Piccola, io non c'entro. Te lo giuro." Mi dice lui, con il viso straziato, come se qualcuno lo avesse pugnalato alle spalle.

Ma purtroppo, non ce la faccio, mi ha delusa nel profondo.
Non credo più a niente. Sono stanca.

Esco, correndo dalla classe e lasciandomi tutta la merda alle spalle
Voglio andare via, voglio cambiare zona, forse anche mondo –se solo fosse possibile-.

Comincio a correre. Sento i muscoli del corpo irrigidirsi. Corro più velocemente. Voglio farmi male. Sento dolore, ma nulla è pari a quello che mi sta divorando.

Il cuore batte forte e lacrime calde bagnano le mie stupidissime guance, cosa devo fare?!

Mi dirigo verso la palestra.
Il silenzio delle mie piccole lacrime fa rumore di solitudine.
La cosa mi fa rivoltare ancora di più lo stomaco.
Non dovrei piangere, eppure...
Provo un'amara stanchezza, una tristezza... non é vero, non è possibile.

Lo sapevo, in fondo al cuore, l'ho sempre sentito.
Che stupida che sono stata a fidarmi.
Mi sono creata i miei sogni quei fottutissimi sogni, ed ecco il risultato.

Come hanno potuto prendersi gioco di me?

Ancora una volta mi hanno sorpresa. Erano lì insieme e io sembravo così fuori posto.
Un pesce fuor d'acqua. Come ho fatto a pensare di potermi fidare di lui?
Non pensavo arrivassero a tanto. Dopo tutto quello che ci siamo detti, quello che abbiamo condiviso.

Shut up and Kiss me! [Completo]Where stories live. Discover now