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Capitolo quarantanove

Robin's Pov

Il cellulare comincia a squillare.
Il mio cuore batte all'impazzata.
Sono appena arrivato a casa e Meg non è ancora tornata e non mi ha ancora chiamato.
Nessuno l'ha vista da stamattina.
Sono furioso e molto preoccupato.

Si sarà sicuramente persa, le si sarà rotto il cellulare oppure curiosa come è si sarà rifugiata in un qualche grande magazzino e non avrà guardato l'orologio. Adesso mi sente. Non può farmi preoccupare così!

Ho passato le ultime due ore a cercarla in giro per Londra, ma niente. Megan è scomparsa.
Vedo il numero di Jake sullo schermo e mando giù il groppo che mi si è fermato in gola.

Rispondo.

"Signor Hunt?" mi dice una voce maschile sconosciuta.

Temevo fosse il rapitore, che avesse cambiato idea.

"Si, sono io. Chi parla?" Chiedo, appoggiandomi alla parete della mia camera.

"Signor Hunt, mi scusi sono un paramedico e la sto chiamando da un'ambulanza. Abbiamo trovato un ragazzo e una ragazza in un capannone. Il ragazzo è ora incosciente e la ragazza in stato di choc ma ha chiesto di chiamare un certo Robin, abbiamo guardato nel cellulare e abbiamo trovato questo numero, a suo nome. Non riusciamo a capire chi siano: la ragazza è sconvolta non ha dato spiegazioni ci ha chiesto di chiamare Robin, ma al momento non riesco a passargliela." Mi dice l'uomo.

Il mio cuore sprofonda, si è fermato quando mi ha detto la parola ambulanza.
Non riesco a spiccicare una frase coerente un sacco di domande mi affollano la mente ma non riesco a fare ordine nella mia testa, mi sta per esplodere.
Dentro di me scoppia un mix di paura e angoscia.


Mi faccio forza e le parole mi escono una dietro l'altra. "La prego, mi dica come sta, è ferita? Si è rotta qualcosa? Le hanno fatto del male?".

E se il ragazzo con lei fosse un malvivente, se le avesse fatto del male? Lei era tutta sola ed indifesa. Comincia a salirmi l'ansia, tanto che sono costretto a sedermi sulla sedia girevole in legno della mia vecchia scrivania.

"Si calmi per favore, si calmi. La ragazza non è ferita, ma la stiamo portando al Saint George Hospital, là i medici verificheranno cosa è accaduto. Non si preoccupi, la ragazza è in ottime mani, dobbiamo però sapere l'identità e se è maggiorenne?" Mi domanda con un tono fermo e deciso, cercando di tranquillizzarmi.

"È la mia ragazza, si chiama Megan Ed. Sì è maggiorenne e, per il momento, abita con me."dico velocemente, sperando di aver risposto alle domande dell'uomo.


"Perfetto, grazie delle informazioni, ci vediamo in ospedale." Mi liquida, chiudendo la chiamata.

Più veloce di un fulmine, mi precipito giù dalle scale.
Non so cosa pensare.

L'ansia mi attanaglia e mi chiude lo stomaco, mi sembra di vedere tutto a rallentatore.
Vorrei morire in questo momento; la persona più importante della mia vita è in ospedale.
Cosa le sarà successo?

Lo sapevo, non doveva uscire sola.

Oddio... e se il tizio le avesse fatto del male?
Se le fosse accaduto qualcosa non me lo sarei mai perdonato.
Io non posso vivere senza di lei, è il mio mondo.
La amo e la odio per questo.
È entrata nella mia vita e me l'ha sconvolta.

Apro la portiera della macchina e guido in direzione dell'ospedale.
Guardo fisso davanti a me, mentre stringo violentemente il volante.
Mi viene da piangere.

Shut up and Kiss me! [Completo]On viuen les histories. Descobreix ara