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Capitolo trentasei

Robin's Pov

Sono in camera di Megan.
Guardo l'orologio del suo computer, le sei e trenta. 

Sono tornato a casa una settimana fa e la scuola mi sta già rompendo le palle.
È tutto il pomeriggio che studiamo, per il test di letteratura inglese.
Megan mi ha aiutato tantissimo, mi ha chiarito tutte le cose che non avevo capito in classe.

È stata molto paziente e mi sono incantato moltissime volte a guardarla: china sul libro, aveva in mano l'evidenziatore ed era concentrata a sottolineare le cose interessanti.
Ogni volta che apriva la bocca, avrei voluto tanto fiondarmici sopra e riempirla di baci, mentre nella mia testa prendevano vita diversi pensieri non molto casti che, a stento, sono riuscito a trattenermi.

Ho dovuto raccogliere tutte le mie forze per tenere a freno i miei sentimenti, perché non mi sembra che lei ricambi questa strana sensazione che provo, ogni volta che la vedo.
Riservata com'è, è difficilissimo capire quello che prova e quello chele passa per la testa!

A volte la becco a fissarmi, perciò la guardo anche io: lei diventa subito rossa come un peperone - una cosa che amo tantissimo- e, ritorna a fissare il libro.
Faccio finta di niente, non voglio metterla in imbarazzo, però mi piace quando mi guarda.

Mentre aspetto Megan, che è uscita un attimo dalla camera, passo con lo sguardo la sua stanza.
È una bella camera, non molto grande, è semplice come lei.
Mi stupisco ancora per l'immensa quantità di libri.

Mi siedo sul letto e tiro fuori dalla tasca il cellulare, per controllare i messaggi: ce ne sono diversi di Michael che mi aggiorna sulla partita, ma ora come ora, non mi interessano minimamente: sono al settimo cielo, nella stanza dell'unica ragazza che mi abbia mai fatto impazzire.

Perché sì, Megan mi ha mandato fuori di testa, con quel suo lato arrogante ma anche dolce che ha rivelato solo a me. Quando siamo insieme riusciamo a liberarci della maschera che indossiamo in pubblico e diventiamo noi stessi, con tutti i nostri pregi ed i nostri difetti.

Mi alzo in piedi e mi avvicino ad una mensola in cui sono posizionate in fila delle foto.
Ritraggono tutte la mia Meg, da quando era piccola fino ad una più recente.
Ridacchio nel vederla con l'apparecchio, e mi scappa un sorriso nel vederla sull'altalena, ridere felice, mi sembra quasi di sentire il suono della sua risata. Mi sposto di qualche centimetro e ne vedo un'altra insieme ad una ragazza, che è praticamente la sua copia, e ai fratelli più piccoli.

"Ti piacciono?" Meg mi si avvicina, facendomi prendere un colpo.

Spalanco gli occhi "Cazzo Megan! Mi hai spaventato..." dico mentre lei ride.

Mi si affianca, portandosi una mano al petto "Scusa non sapevo fossi così debole di cuore..." mi dice, aggrottando le sopracciglia, in una smorfia teatrale.

Io la guardo in cagnesco e lei ride ancora più forte.

Mi piace tantissimo quando ride.

La fisso e sorrido anch'io. "Mi piace quando sorridi, perché non lo fai spesso?" Le chiedo, mentre il suo sorriso si spegne e un lieve rossore le dipinge le guance, dandole quell'aria di dolcezza che mi fa battere il cuore.

Rotea gli occhi e assume un'espressione buffa "Perché sembrerei un'ebete... e poi ho bisogno di qualcuno che mi faccia sorridere!" dice spostando lo sguardo verso il pavimento.

Alzo le spalle e continuo a guardare le foto.

"Chi è questa ragazza, vicino a te?" Le domando mentre lei mi si avvicina e guarda la foto.

Shut up and Kiss me! [Completo]Where stories live. Discover now