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Capitolo diciannove

Megan


Qualcuno, con una forza bruta, mi tira via le coperte.

"Alzati immediatamente Megan, ormai la febbre è passata. Preparati che devi andare a scuola". mi urla la mamma con quella voce pesante, già alle 6.30 di mattina.

Sono stordita, gemo un po' per stanchezza e un po' per irritazione.
È mai possibile svegliarsi in questo modo?
Voglio solo che mi lasci in pace, così posso ritornare a dormire.

Non sento più il cuscino sotto la testa.

"Che razza di modi, mamma!" dico in un rantolo, aggrottando le sopracciglia e facendo una smorfia.

Esco dalla mia tana ed incrocio le braccia al petto, fissandola in malo modo.
"Ti ho sentita prima mentre spegnevi la sveglia, cosa credi di fare signorina? È lunedì, e c'è scuola. A proposito venerdì scorso, mi hanno chiamata e mi hanno detto che hai saltato la lezione di biologia? Cosa ti prende Megan?" mi chiede riducendo gli occhi a due piccole fessure e portandosi le braccia ai fianchi.

Alzo gli occhi al cielo, frustrata. Anche la scuola... non posso credere che abbiano chiamato casa, ma insomma... sono maggiorenne! Non ne posso più.

"Dai mamma, è solo che non mi sento ancora molto bene oggi... E venerdì ho saltato biologia perché il prof voleva fare un esperimento su una povera rana, e perciò, non me la sono sentita di rimanere in classe, tutto qui." Le dico, storcendo le labbra per marcare la mia irritazione.

Non le ho detto proprio tutta la verità... è vero che non mi sento molto bene, ma in realtà non voglio andare a scuola perché non voglio affrontare Robin.

"Beh,  svisto che non stai ancora bene e che, tutto sommato, non hai fatto molte assenze a scuola, per oggi puoi stare a casa. Ma rimarrai da sola: io e papà andremo in libreria e i tuoi fratelli a scuola. Vuoi andare dal medico?" mi chiede visibilmente preoccupata, avvicinandosi al letto.

"Ok...no mamma, tranquilla. Sarà perché devo un attimo smaltire la febbre e la terribile festa di venerdì" le dico scuotendo la mano. Non ho intenzione di veder nessun medico.
La mamma alza gli occhi al cielo ed esce dalla mia camera.

Mi rimetto sotto al piumone, riaddormentandomi subito.

Appena apro gli occhi, mi accorgo che sono le quattro e quaranta del pomeriggio.

Mi alzo in piedi e mi stiracchio, sentendo un piacevole scricchiolio della schiena.  
Un crampo di fame minaccia la mia pancia; mi rannicchio su me stessa per far passare il dolore.
Vado in bagno, mi lavo e mi vesto poi, scendo e controllando il cellulare, mi siedo sul divano.

C'è un messaggio da Allyson. Mi chiede come sto, e mi obbliga ad andare a casa sua.

Cacchio Allyson!

Non ci siamo più sentite da sabato sera, dopo che è venuta qui per me... poveretta.
Non le ho nemmeno scritto. Che amica di merda che sono! La chiamo.

Mi sudano le mani e mi guardo intorno sperando che mi risponda.
"Pronto" fortunatamente risponde.

"Ehi Ally? Sono Meg" le dico in  un sussurro.

"Porca miseria ragazza, sei viva? Non ti sei fatta sentire, pensavo mi chiamassi, sembravi uno straccio sabato sera. Stamattina ho visto Robin, gli ho chiesto dei chiarimenti, dato che tu eri a letto con quaranta di febbre. Mi ha detto di non averti più vista dopo che te n'eri andata molto arrabbiata, sabato mattina e che c'era rimasto un po' male per il fatto che lo avevi trattato molto duramente" mi racconta tutto questo con un tono un po' dispiaciuto.

Shut up and Kiss me! [Completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora