ADRIAN HANSEN (revisionato)

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Filip Hansen era un uomo felice. Era padre di tre figli ed era benvoluto da tutti.

Stava per andarsene in vacanza e aveva deciso di organizzare una festa a casa sua, per stare in compagnia.

Era il momento perfetto per agire. Quella mattina tutte le bambole che non si erano ancora vendicate si erano messe a discutere su chi dovesse andare quel giorno. Alla fine avevano deciso di andare in sei. Solamente Andrew si era tirato indietro quando aveva capito che sarebbe stata una cosa caotica. Lui voleva agire per conto suo e stando alle sue regole.

Non era il solo ad aver tentato di aggiudicarsi l'omicidio di Amanda Browns, c'era stato anche un altro bambino, Tom. Lo aveva visto solo qualche volta nella fabbrica, era un tipo riservato che non parlava quasi mai. Aveva i capelli cortissimi e biondi, sembrava quasi che fosse calvo e portava sempre con sé un palloncino giallo, con il cordoncino sottile stretto tra le dita pallide.

Non aveva niente di speciale, era solo molto timido e quasi nessuno degli altri bambini ci aveva parlato molto. Non stava nemmeno con loro nella vecchia casetta di legno durante la notte, alcuni dicevano che se ne andava per il paese senza preoccupazioni e altre voci dicevano invece che andava a dormire nella sua vecchia casa, anche se nessuno aveva la più pallida idea di dove si trovasse.

Alla fine, Tom si era arreso e si era unito al gruppetto che avrebbe colpito la sera della festa.

Avevano solamente due obbiettivi per quella sera, Filip e Sophie Hansen, ma sapevano che con il caos che avrebbero scatenato sarebbe potuto morire anche qualcun altro, un innocente che aveva solo voglia di divertirsi con gli amici. Pazienza.

Avevano sentito dire che ci sarebbe stato anche Jonathan con la sua famiglia, a quella festa, e la cosa li spaventava non poco. Se avessero per caso ferito lui o i suoi cari, non se lo sarebbero mai perdonato.

Sarebbe stato molto più semplice se alla festa non si fossero presentate così tante persone. Le bambole riuscivano a scorgere l'aura di ogni individuo, ma quando c'era tanta gente, i colori delle auree si mischiavano e si rischiava di uccidere la persona sbagliata.

Dovevano colpire quando Filip e Sophie fossero stati accanto al barbecue, rovesciando un flacone di alcool sul fuoco e poi buttando a terra il tutto. Alla fine ci sarebbe stata abbastanza confusione per passare inosservati.

Avevano già rischiato molto quando George era stato sorpreso dai due ragazzi che avevano fatto irruzione nel rifugio anti-tempesta. L'unica cosa che avrebbero potuto fare per evitare di essere scoperti sarebbe stato rubare qualunque cosa fosse stato nascosto nell'armadio, e così avevano fatto.

Erano tutti elettrizzati al pensiero di andare ad una festa, era da tanti anni che non partecipavano ad un evento mondano come quello e non vedevano l'ora di sentire di nuovo la musica e il chiacchiericcio delle persone che si divertivano tenendo un bicchiere di carta in mano. Tuttavia, avevano ben presente che non sarebbero stati lì per divertirsi.

Quel pomeriggio, dietro alla siepe di casa Hansen, c'erano sei bambole, anche se le persone da uccidere erano solamente due.

«Allora, quando entreremo in scena?» Chiese Margaret squadrando i suoi amici dall'alto. Aveva deciso di non sedersi come gli altri per evitare di sporcarsi il vestito, ma, anche se detestava ammetterlo, ed era parecchio strano per un corpo di bambola, le gambe iniziavano ad indolenzirsi ed avrebbe voluto sdraiarsi sull'erba. «Ora c'è poca gente, così non rischiamo di uccidere degli innocenti.»

Ben la guardò con aria di sfida, non erano mai stati bene insieme, si stuzzicavano a vicenda e qualche volta qualcuno era tornato a casa con qualche livido sulle braccia o con i vestiti strappati. Litigavano per ogni cosa e il loro passatempo preferito era dire il contrario di quello che affermava l'altro, solo per il piacere di contraddirlo.

The Dolls (vincitrice Wattys 2017)Where stories live. Discover now