CAPITOLO UNO-TERZA PARTE

408 71 24
                                    


Helen si svegliò sentendo la suoneria del suo telefono, era sicura di averlo messo in silenzioso la sera prima, e poi chi mai l'avrebbe chiamata nel bel mezzo della notte? Rispose senza guardare il numero e sperando che non fosse niente di grave. Con sorpresa, vide che era Liam.

«Helen, sei sveglia? Oh, certo che sei sveglia, hai risposto! Comunque, vuoi vedere una cosa pazzesca?»

«Liam? Ma perché diavolo mi chiami a quest'ora! La gente normale di solito dorme, ed è quello che vorrei fare io e dovresti fare anche tu!» Disse tra uno sbadiglio e l'altro, con la voce ancora impastata dal sonno.

«Allora, vuoi vedere questa cosa?» Insistette lui.

«In realtà credo che ora tornerò a dormire, e la cosa pazzesca la vedrò domani mattina, dopo una buona colazione.»

«Sono davanti a casa tua, vestiti e scendi tra due minuti, non abbiamo tempo da perdere, occasioni come queste non capitano spesso!»

Helen si alzò di malavoglia. Di certo avrebbe preferito restare a letto, ma era anche sicura che Liam non le avrebbe dato tregua. E poi, si era davvero incuriosita.

Si vestì in fretta, scese le scale cercando di fare meno rumore possibile e, con altrettanta cautela, riuscì ad attraversare l'ingresso e ad aprire la porta che era chiusa a chiave. Liam l'aspettava sorridente ed impaziente davanti al vialetto di ingresso.

«Che vuoi? Hai visto che ore sono?! Io dovrei essere a letto a dormire, ed anche tu!»

«Tu non capisci,» la interruppe Liam, «è successo qualcosa di grave. Senti le sirene?»

In effetti, ora anche Helen udì in lontananza i suoni bitonali delle pattuglie che si dirigevano verso la parte est del paese, oltre il bosco.

Lei lo guardò incredula, era arrivata da soli tre giorni e già succedeva questo!

«Muoviamoci!» La esortò Liam. «Possiamo arrivare prima di loro. Conosco una scorciatoia!»

Iniziarono a correre, dapprima sul marciapiede per poi tagliare attraverso il bosco che li avrebbe anche nascosti a chi li avrebbe potuto notare.

Procedendo a passo spedito lungo un piccolo sentiero, sempre facendo attenzione a non inciampare in qualche radice o in un sasso umido, arrivarono ben presto sul retro di una casa, dai cui pressi giungevano voci e pianti. La polizia, come aveva previsto Liam, non era ancora arrivata.

Helen capì che quello era il posto dove tutto era successo.

«Di chi è questa casa? Noi non dovremmo essere qui.» Disse Helen preoccupata di ciò che avrebbero detto i suoi genitori quando avessero scoperto che era uscita durante la notte. Per di più per vedere un morto con una persona che conosceva da pochi giorni. Non credeva ci fosse una situazione peggiore, ma ormai era lì e non poteva di certo tornare indietro.

«Dobbiamo entrare.» disse Liam guardandosi intorno.

«Dentro? Ma sei impazzito? E comunque non ci sono porte sul retro e scordati di salire dal terrazzo!» Tentò di opporsi lei, ma già sapeva che l'avrebbe comunque seguito in quella follia.

«Helen non urlare. - rispose Liam con tono di rimprovero. -Vedi quella finestra? Potremmo riuscire ad entrare da lì.» Disse indicando una piccola finestra alla loro sinistra.

Liam arrivò davanti alla piccola finestra sporca. Spostato un bidone della spazzatura che stava lì accanto, ci salì sopra e, dopo non molti tentativi, riuscì a far alzare il vetro. Si issò nel varco e fu subito inghiottito dall'oscurità. Anche Helen, sebbene con un po' di fatica, riuscì ad entrare nella casa.

The Dolls (vincitrice Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora