Uno

1.6K 124 2
                                    

Lo stridulo lamento perforò le orecchie di Celia e la svegliarono dal suo tranquillo sonno

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Lo stridulo lamento perforò le orecchie di Celia e la svegliarono dal suo tranquillo sonno. Gemette e si alzò, sbattendo più volte le palpebre mentre la vista le si schiariva dalla foschia del sonno e si abituava all'oscurità. I suoi occhi vagarono per la stanza, finchè non si posarono sulla bambina di due mesi che si dimenava nella culla ai piedi del letto.

Posò i piedi sul pavimento freddo, sussultando all'improvviso cambiamento di temperatura, e attraversò la stanza, chinandosi sulla sua bambina urlante. "Shhh, shhh," disse mentre attentamente prendeva la bambina, portandosela al petto. La canzone che sua madre avrebbe cantato per calmarla quando era bambina le ritornò alla mente e, improvvisamente, senza pensarci, le sue labbra iniziarono a muoversi, la voce gentile che si intrecciava all'aria invernale. "Weep you no more, sad fountains; What need you flow so fast?" iniziò a cantare piano. "Look how the snowy mountains. Heav'n's sun doth gently waste. But my sun's heav'nly eyes view not your weeping that now lies sleeping. Softly, softly, now softly lies sleeping."

Agitò le braccia mentre canticchiava il resto della canzone, il pianto della bambina che lentamente si calmò finchè non fu più udibile. Celia sorrise mentre la bambina chiudeva i piccoli occhi verdi, le labbra rosa socchiuse mentre sospirava tranquilla. La cullò un altro po', finchè non fu completamente sicura che la bambina si fosse addormentata, e la riposò nella culla.

Prima di ritornare a letto, Celia rimase in piedi accanto alla sua bambina e guardò in basso. "Quanto vorrei che tuo padre fosse qui."

🌸

"Birra?" chiese Jane. La giovane ragazza parlò piano e timidamente mentre teneva nelle sue piccole, ruvide mani la brocca di birra. Celia immaginava avesse intorno i quattordici anni e, dall'occhiata sulle sue mani, doveva essere in servizio da molti anni. C'erano calli disseminati sulla sua pelle leggermente abbronzata e cicatrici di bruciature, indubbiamente dovute per l'acqua bollente o dal fuoco.

Celia scosse la testa e mandò via la serva. Spostò lo sguardo e lo fissò sul piatto pieno di cibo sotto di lei che ancora non aveva toccato. Prima che potesse anche pensare di portarsi un boccone alla bocca, la bambina iniziò a piangere. Celia si alzò e si allontanò dal tavolo, prendendo la sua bambina di quattro mesi dalla culla e cullandola tra le braccia mentre camminava avanti e indietro, spostando il peso da un piede all'altro.

"Buongiorno," cinguettò Isabel mentre entrava nella sala da pranzo. I ricci biondi le balzavano dietro la schiena mentre si incamminava verso il tavolo e si abbassava lentamente, facendo peso sui braccioli della sedia per avere supporto.

Celia sorrise a sua sorella. "Ricordo i giorni in cui era difficile alzarmi e abbassarmi e pensavo che non mi sarei mai più mossa."

Isabel rise piano e si guardò la pancia tonda. "Sono pronta a vedere mio figlio."

"Sei così sicura che è un maschio?"

"Certamente. Lui scalcia e si muove all'infinito."

"Buongiorno, donne," disse James, attraversando la stanza e posando un bacio sulla fronte di Isabel. "Come sta la piccola?" chiese a Celia una volta che si sedette.

Embark [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now