Quattordici

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Il cinguettio degli uccelli svegliò Celia

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Il cinguettio degli uccelli svegliò Celia. Aprì gli occhi e allungò braccia e gambe, un gemito scappò dalle sue labbra mentre si risvegliava. Mettendosi di fianco per guardare Harry, trovò lo spazio vuoto. Allungò la mano e la passò lungo le lenzuola stropicciate, percependo la frescura dovuta alla sua assenza e mancanza del calore del corpo. Sospirò.

Si mise una gonna e si allacciò da sola il corsetto, poi raccolse i ricci e ci passò le dita per togliere i nodi. Entrò in cucina, trovando un bigliettino sul tavolo. Aprendolo, lesse attentamente ciò che Harry le aveva scritto:

C,

Mi dispiace per essere tornato a casa tardi la notte scorsa, ero con John per discutere su come razionare il cibo per l'inverno. Sperando che ce ne saremo andati per allora. La zuppa era deliziosa. Non volevo svegliarti stamattina, sembravi così tranquilla. Suppongo che passerai la giornata con Marisol, quindi ci vediamo dopo. Io e John pianifichiamo di stilare una lettera per l'Inghilterra per farci mandare delle provviste extra per l'inverno.

Tutto il mio amore,

H.

Celia piegò la carta a metà e la lanciò sul tavolo. Strappò un pezzo di pane dalla pagnotta fresca che aveva acquistato il giorno precedente e uscì di casa. Mentre camminava verso la casa di Marisol, masticava il pane e cercava di non pensare ad Harry.

Quando raggiunse la porta di casa di Marisol, sollevò il pugno per bussare mentre veniva aperta. Un uomo la salutò con un sorriso, superandola senza parlare o guardarla a lungo, e iniziò a correre lungo la barriera. Celia aggrottò la fronte e sbirciò dentro.

"Marisol?" la chiamò.

"Oh, Celia," disse Marisol, avvicinandosi. Si pulì le mani sul grembiule bianco che aveva legato intorno alla vita, spazzando la farina in aria.

"Buongiorno, spero che non sia troppo presto per fare visita," disse Celia.

"No, figurati. Entrate, è rimasto del thè per voi."

Celia entrò e accettò la tazza di thè, ringraziandola. "Era vostro marito quello che è corso via come una furia?"

"Sì. Lavora come fabbro lungo la barriera ed era in ritardo. Piacerebbe a voi e a vostro marito unirvi con noi a cena stasera? So che ad Edward farebbe piacere un amico qui."

"Lo amerei, lo dirò ad Harry." sorrise Celia.

🌸

Celia entrò in casa loro dondolando sui passi. Il tubare di Nerissa mentre Ana la nutriva con i suoi purè di frutta le fecero allargare il sorriso sul suo volto.

"Buon pomeriggio, signora." disse Ana seduta a tavola. "Sembrate essere di buon umore."

"Buon pomeriggio, Ana," rispose Celia, incamminandosi verso il tavolo a cui erano sedute. Si abbassò a livelo di Nerissa, che era seduta nel seggiolone in legno che Harry aveva costruito. "Ciao, amore mio," sorrise, colpendo il naso di Nerissa col dito e facendola ridacchiare. Si raddrizzò e scannerizzò la stanza. Non notando Harry, guardò a Ana. "Dov'è Harry?"

"Fuori, signora," disse lei. "Lui non è tornato dall'incontro con Mr. White."

Celia mormorò in risposta, prendendo la gonna del suo vestito tra le mani e stringendola nervosa. Poi sorrise a sua figlia e le lasciò un bacio, prima di ritornare alla porta e uscire nel pomeriggio caldo. Rimanendo in piedi nell'erba alta col sudore che le gocciolava lungo la pelle abbronzata, Celia trovò Harry a segare una tavola di legno. Incrociò le braccia al petto e lo fissò dalla soglia della porta, studiando la fronte aggrottata e la presa ferrea che le sue forti mani avevano sulla sega. I suoi muscoli si flettevano mentre tagliava rigorosamente il legno, finchè non si rompeva e cadeva ai suoi piedi. Si asicugò il sudore dalla fronte e dal labbro superiroe con la manica, alzò lo sguardo e intravide Celia.

"Cosa stai facendo?" chiese confuso.

Lei scosse la testa con un piccolo sorriso. "Ti stavo soltanto osservando," Harry rise piano. "I Paynes ci hanno invitato a cena stasera."

Harry si allungò verso un'altra asse di legno e lo posò sul ceppo dell'albero. "Ho un incontro con John."

Celia sospirò. "Ovviamente," mormorò. "Perchè passi più tempo lì che con la tua famiglia? Mi piacerebbe molto che tu faccia conoscenza con il marito di Marisol, sembrano piacevoli."

"Questo è il mio lavoro, Celia," disse Harry. "Ho incontri a cena, per una birra o del vino per discutere di come portare avanti questo diamine di posto. Non sono più semplicemente il capitano di una nave, ho molta più responsabilità ora."

"Una responsabilità che viene prima di me?"

"Sfortunatamente sì." disse lui. "Inoltre, perchè non parli con Eleanor? Diventa amica sua e ci potremmo vedere molto più spesso rispetto a quando passi tutto il tuo tempo alla barriera a casa dei Payne."

 "Marisol è mia amica. Eleanor è una ragazzina. Intolre, non avrei dovuto stringere amicizia così da essere conveniente per te."

"Mia cara, per favore..."

"No! Non iniziare con 'mia cara'," scattò Celia. "Passi metà della giornata con John e l'altra metà a segare assi di legno. L'unica volta in cui ti vedo è quando ti corichi a letto, perchè ti alzi prima che sorga il sole. Sono tua moglie, la madre di tua figlia, e mi sento come se non fossi altro che un animale. Non sai neppure come sta andando la mia vita."

"Cosa diamine vorresti dire?" domandò Harry, la fronte aggrottata per la rabbia, ma anche per la confusione.

"Niente," mormorò Celia. "Saluta i White da parte mia. Io andrò a cena dai Payne stasera." si voltò velocemente e aprì la porta, entrando e chiudendola con forza. Ana sobbalzò all'improvviso suono e Nerissa spalancò gli occhi. Celia sbuffò e camminò verso la sua bambina, prendendola tra le braccia e abbracciandola. "Mia piccola perla, sei così innocente e pura. Sembri essere l'unica costante nella mia vita."


NEWS:
Manca sempre meno alla fine degli esami, nel frattempo ho trovato lavoro, che mi terrà piuttosto occupata se supero la settimana di prova.

cercherò di pubblicare qual volta abbia spacchi o giornata di festa:)

Embark [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now