Ventidue

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Soffici, basse vibrazioni riempirono la camera e le orecchie di Celia, svegliandola dal leggero sonno

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Soffici, basse vibrazioni riempirono la camera e le orecchie di Celia, svegliandola dal leggero sonno. Nascosta sotto uno strato di coperte nello spazioso letto, rimase ferma in silenzio mentre ascoltava il mormorio. Aprì gli occhi, all'inzio soltanto leggermente per abituarsi alla luminosa luce del primo mattino, poi pienamente per trovare la fonte del mormorio. Ai piedi del letto con Nerissa sul ginocchio sedeva Harry, le labbra pressate insieme mentre canticchiava la ninna nanna che Celia aveva imparato da sua madre. Lui stava canticchiando a Walter, che giaceva in una culla posizionata ai piedi del letto. Nerissa guardava suo padre intensamente mentre provava a seguire il suo tono.

Quando la ninna nanna finì, Nerissa tirò la maglia di Harry. "Perchè non dici le parole come mamma?"

Le fossette sbucarono sulle guance di Harry mentre un sorriso si formava sulle sue labbra. "Perchè non sono bravo a cantare quanto la tua mamma."

Celia sorrise, godendosi la vista davanti a lei. Harry avvolse le braccia intorno a Nerissa e se la portò al petto, facendola ridacchiare. La sua risata era pura, dolce e piena di innocenza. Nerissa posò le mani su entrambe le guance di Harry e gli tirò la pelle, formando facce buffe, continuando a ridere tutto il tempo.

"Shh, tesoro, non vogliamo svegliare mamma," disse Harry, posando l'indice sulle sue piccole labbra. Lui guardò Celia, trovando i suoi occhi blu aperti e fissi su di lui, e il suo sorriso scomparve. "Mia cara, scusami, non ti abbiamo svegliata?"

Celia si sollevò sui gomiti, incapace di sedersi per bene dato che era ancora dolente dal parto. "No, no, per favore, continuate. Sembrava come se steste a un ballo."

"Mamma, canta! Per favore!" disse eccitata Nerissa, sgusciando via dalle braccia di Harry e fermandosi sul letto. Gattonò fino a Celia e si appoggiò all'incavo del suo braccio. Poi allungò le braccia in direzione di Harry, aprendo e chiudendo le mani nel tentativo di pregarlo ad aggiungersi a lei. "Andiamo, papà! Impara a cantare."

Celia sorrise ad Harry, ma, prima che potesse coricarsi con sua moglie e sua figlia, le sue azioni furono interrotte dallo stridulo pianto di Walter. Harry fissò suo figlio e poi Celia, quasi chiedendole il permesso di prenderlo lui. Celia annuì, trovando assurdo che abbia dovuto anche domandare. Harry si chinò e prese il bambino tra le braccia, avvicinandoselo al petto caldo e portandolo sul letto, per raggiungere il resto della sua famiglia.

Harry sembrava preoccupato mentre teneva il bambino appena nato in lacrime tra le braccia, posando un dolce bacio sulla sua fronte nel tentativo di calmarlo. Celia trattenne un sorriso e si allungò per allievargli lo stress. Harry le passò Walter e si portò Nerissa in grembo, mettendosi in una posizione più comoda mentre Celia cullava Walter gentilmente.

"Weep you no more, sad fountains;
What need you flow so fast?
Look how the snowy mountains
Heav'n's sun doth gently waste.
But my sun's heav'nly eyes
View not your weeping
That now lies sleeping,
Softly, softly, now softly lies sleeping."

Gli occhi di Walter si chiusero e il suo pianto cessò al suono della rilassante voce della madre. Celia guardò Harry e Nerissa, che entrambe se ne stavano a guardarla con occhi pesanti e tranquilli. Lei si sentiva così fortunata ad aver avuto quel regalo, di amore e famiglia, anche se in un modo non convenzionale. Lei aveva un pirata come marito ed era innamorata di lui. Nonostante il percorso pieno di ostacoli, lei era grata della destinazione a cui l'aveva guidata.

🌸

Durante le prime due settimane, Walter era stato un bambino problematico, piangeva specialmente la notte, pregando la madre di darlo a mangiare o di cambiargli il pannolino di stoffa, ma era adorato senza limiti. Stava finalmente dormendo alle due e mezza del mattino, dopo essere stato cambiato, e non c'era altro che silenzio nelle orecchie di Celia ed Harry, privati del loro sonno.

"Sono preoccupato per te, cara," disse infine Harry, la voce in un basso sussurro.

Celia si girò di fianco per guardarlo. "Perchè?"

"Ritornare a corte dopo quello che è successo."

"Sono passati quasi due anni," disse Celia. "Sicuramente l'eccitazione per la questione è diminuita."

"Tu conosci la corte meglio di me," replicò lui. "Pensi sia vero?"

Celia ci pensò per un momento, prima di sospirare. "La morte e la storia di Jace Foley non ha lasciato le menti e le labbra dei cortigiani, e sono passati circa cinque anni. Per una volta, Harry, potresti avere ragione."

"Per una volta?" domandò Harry ridendo, facendo ridacchiare anche Celia.

Lei poi ritornò tranquilla, rivelando i pensieri nascosti che le stavano divorando la coscienza. Non voleva ammetterlo, ma era terrorizzata. "In realtà, sono preoccupata, ma non per i cortiggiani. È Elizabeth il problema. Cosa mi dirà, e io cosa le dirò?"

"Non devi andare," mi ricordò Harry.

Lei scosse la testa. "No, dovrei andare. Sta morendo, devo vederla. Inoltre, mi piacerebbe vedere di nuovo Luke."

Gli occhi di Harry si illuminarono nel buio della camera al suono del nome di Luke. "Quel ragazzo sarà uno spettacolo per gli occhi. Dico, come hanno chiamato il loro figlio? L'ultima volta che ho visto Beatrice a corte, lei era incinta."

"Oh," disse lei, la sua voce si smorzò. "Non ce l'ha fatta a portare a termine."

Un breve silenzio sopraffece i due, finchè alla fine non fu interrotto da Harry. "Mi dispiace sentirlo."

"Lei ne ha parlato soltanto una volta, per informarmi di quello che è successo, ma poi niente più. Mi sento in colpa ad averle chiesto di venire per il parto di Walter."

"Sai che Beatrice non vorrebbe che ti sentissi così," disse Harry. Celia annuì soltanto. "Dovremmo dormire. Non c'è dubbio che lui ci sveglierà presto, e se stai programmando di andare a Greenwich, c'è bisogno che prepariamo le valigie." Harry baciò la fronte di Celia. "Buona notte, cara."

Harry affondò nelle coperte e scivolò nel sonno, ma Celia non fu così fortunata. Si portò il piumone al mento e chiuse gli occhi, volendo disperatamente scappare dai pensieri che le passavano per la mente, causandole stress e preoccupazioni, ma riuscì a malapena a riposarsi quella notte. Invece, si chiese cosa avrebbe implicato il suo ritorno a corte.

Embark [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now