Sedici

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Una goccia di acqua fredda scivolò lungo il volto di Celia, solleticandole la pelle

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Una goccia di acqua fredda scivolò lungo il volto di Celia, solleticandole la pelle. Immediatamente sentì la testa martellare appena si svegliò. Strinse le palpebre prima di aprire gli occhi ed essere salutata con i forti raggi del sole che attraversavano la finestra, i raggi brillavano direttamente sul suo volto. Voltò la testa verso sinistra per evitare la luce. Riconobbe la stanza. Era stesa nel suo letto da sola. Lo straccio bagnato che una volta era posato sulla sua fronte le scivolò e cadde sulle lenzuola accanto a lei. Sbattè le palpebre lentamente e si toccò le labbra screpolate, poi ci passò sopra la lingua secca per lenire le spaccature sulle sue labbra sottili.

Ogni suono era amplificato. I battiti del cuore le echeggiavano nella testa. Il cinguettio di un uccello proveniente dalla foresta dietro la barriera sembrava come se stesse nella camera con lei. Lo scoppiettio del fuoco in cucina le ricordava lo sparo di una pistola.

La porta venne aperta. Ulteriore luce entrò nella camera, facendole chiudere gli occhi con forza. I passi batterono forte sul pavimento finchè riuscì a sentire la presenza di qualcuno davanti a lei, bloccando la luce e facendo calare un'ombra sul suo volto. Aprì gli occhi.

"Buongiorno," disse Ana piano.

Celia non rispose, nè guardò Ana. Guardò il muro in legno dietro di lei finchè non vide una ciotola essere mantenuta davanti al suo volto. La guardò giusto per capire che era porridge, poi riportò lo sguardo al muro.

"Dovete mangiare, signora." sussurrò Ana.

Celia rimase in silenzio. Flashback della notte precedente le balenarono davanti agli occhi. Lo sguardo intenso di Harry su Eleanor mentre la teneva per la vita, ballando al centro della stanza.

"Per favore."

Il frivolo sorriso di Eleanor mentre lo guardava negli occhi con gioia era tutto quello che lei riusciva a vedere.

"Signora."

Celia sollevò la testa, voltandosi verso destra per evitare Ana. "Dov'è lui?" disse piano.

Ana all'inizio non rispose, portando Celia a giungere alla conclusione da sola. Le lacrime si moltiplicarono nei suoi occhi, scendendo silenziosamente sul suo volto e bagnando il cuscino. "A casa di Mr. White, signora," disse alla fine Ana, a bassa voce. "Ha lasciato questa lettera per quando vi sareste svegliata."

Celia potè sentire Ana tirare fuori dalla tasca del grembiule la lettera, il suono della carta spiegazzata le perforò le orecchie. Immaginò che Ana l'avesse tenuta per lei. Il pensiero delle sue parole fecero accaldare Celia. "Preferirei non leggerla."

"Mamma."

Quella voce fece mancare un battito al cuore di Celia. Si mise seduta e guardò a sinistra, in direzione della piccola voce. Ana teneva Nerissa tra le braccia. La bambina sorrise a Celia e si allungò verso di lei. Celia prese sua figlia e se la tenne vicina, singhiozzando silenziosamente mentre premeva la guancia di Nerissa alla sua.

Embark [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now