Ventiquattro

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Lui rilassò la fronte, ritornando al suo stato naturale

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Lui rilassò la fronte, ritornando al suo stato naturale. Portò le sue mani su quelle di Celia, allontanandole dal petto e tenendole nella sua presa gentile davanti al suo corpo. Studiando il suo volto attentamente, notò qualcosa di diverso in lei; sembrava più calma del solito. Non c'era più il peso del rancore sulle sue spalle, che la opprimeva insieme alla rabbia. Lei era libera, quasi vivace. I suoi occhi erano più luminosi, le sue labbra più rosa, la sua pelle più lucente.

Lei sorrise sollevata, aspettandosi che Harry ricambiasse il gesto, ma non lo fece. "Tu capisci, vero?" chiese lei.

Harry esitò, confuso. "Non eri già venuta qui con l'intenzione di perdonarla?"

Lei allontanò le mani dalla sua morsa. "Sono venuta per placare la mia coscienza. Lei sta morendo. Dopotutto, come posso negare alla mia Regina in fin di vita la possibilità di riconciliarsi?" si fermò per un momento, prima di continuare, fissandosi le mani per avitare lo sguardo di suo marito, mentre la ascoltava con attenzione. "Avevo intenzione di perdonarla, ma non veramente, non col cuore." riportò gli occhi su Harry. "Non finchè ho realizzato quanto facilmente avrebbe potuto ucciderci. Con un suo gesto della mano, noi potevamo essere a metri sotto terra ora, ma siamo vivi. Ecco perchè devo perdonarla, veramente e incondizionatamente."

Harry si immerse nel suo monologo, assorbendo le sue parole. Non furono scambiate ulteriori parole prima che lui prendesse il suo volto tra le sue grandi mani, gli occhi fissi nei suoi, finchè non li chiuse e la baciò. Quando si allontanarono, le sue labbra si sollevarono in un sorriso. "Sono grado di aver vissuto questa avventura con te. Tu sei troppo buona, troppo per un pirata egoista come me."

Celia scosse la testa, sentendosi improvvisamente in colpa. "No, Harry, non sono buona. Ti ho tenuto nascosto una cosa più a lungo di quanto avrei dovuto fare. Non ha conseguenze ora, e spero mi perdonerai per non averti informato prima."

Lui aggrottò la fronte alle sue parole, la preoccupazione scorse nelle sue vene. Era stata infedele? Le peggiori presupposizioni affondarono nella sua mentre. Provò a spingerle via, però, mentre annuiva, invitandola a continuare.

"Dottor Andrew Tallis, te lo ricordi, no?"

Si leccò le labbra con la lingua e annuì rudemente, preparandosi alla confessione che lei stava per fare.

"Ha fatto delle avance nei miei confronti mentre salpavamo verso Roanoke, e una volta mentre eravamo lì. Lui è stato aggressivo, rozzo e minaccioso, ma non te l'ho detto perchè pensavo che tu non ci avresti pensato mai." le sue labbra tremavano mentre ricordava il dottore, le lacrime si formarono nei suoi occhi, ma lei sbattè le palpebre e deglutì. "Pensavo che non avrei dovuto disturbarti. Daniel mi ha protetta la prima volta che lui mi ha trovata da sola e alla sprovvista. La seconda volta, ero da sola nel mezzo della colonia. Gli ho detto che tu lo avresti punito per avermi detto tali cose-"

"Ma comunque non me l'hai mai detto," disse Harry, la voce bassa e quasi spezzata dalla frustrazione. Lui provò a non lasciare che il suo scudo si rompesse, il che permise di far brillare la sua rabbia ardente. Si pizzicò il ponte del naso con l'indice e il pollice, inspirando a fondo attraverso le narici. Quando espirò di nuovo, volse lo sguardo verso Celia. Lei sembrava triste, i suoi occhi blu brillavano rancorosi. Lui sospirò, spazzando via il suo sentimento di irritazione e rimpiazzandolo con un leggero accenno di disappunto. "Vieni qui," disse, allargando le braccia.

Lei si buttò nel suo caldo abbraccio, inspirando la sua colonia e chiudendo gli occhi.

"Ti ha fatto del male?"

"No, non ne ha avuto opportuità."

"Vorrei che me lo avessi detto."

"Mi dispiace," disse lei, indietreggiando e guardandolo con occhi tristi.

Risuonò un colpo alla porta. Harry camminò verso di essa e la aprì, Celia rimase sul letto con le dita che giocherellavano in modo assente. Una serva fece una riverenza davanti la presenza di Harry, i suoi occhi privi di espressione raggiunsero i suoi e poi si spostarono su Celia. Appena i suoi occhi si collegarono a quelli di Celia, li riportò su Harry.

"La Regina è pronta per vostra moglie, sir." disse piano la ragazza.

A Celia si bloccò il respiro in gola. Era il momento. Si incamminò lentamente verso la porta. Harry si fece di lato, prendendole la mano appena iniziò a superare la soglia e ad uscire in corridoio. Lei lo guardò oltre la spalla e lui le strinse leggermente la mano, facendole un piccolo sorriso speranzoso, prima che se ne andasse con la serva.

Fu un viaggio silenzioso nel castello. La ragazza accanto a Celia era timida, mai una volta guardò Celia o tentò di fare conversazione.

Tuttavia, appena si avvicinarono a due grandi porte di legno, Celia ruppe il silenzio. "La sala del trono?" domandò. "Pensavo che sua Maestà fosse malata."

La ragazza non sollevò lo sguardo. "La Regina ha insistito a fare un'apparizione alla sua gente."

Celia smise di camminare, arrestandosi a pochi passi dalle porte. "Questo è un incontro pubblico?"

La ragazza annuì in risposta, e poi alle guardie a entrambi i lati delle porte. Gli uomini abbassarono le maniglie in ferro, spingendo le porte e rivelando la familiare sala del trono. I ricordi dell'ultima volta che era stata in quella stanza balenarono nella mente di Celia.

Deglutì e si fece avanti, entrando nella sala del trono. Le porte vennero chiuse dietro di lei e un rigido silenzio calò nella stanza. I cortigiani vestiti in lussuosi vestiti, decorati con gioielli e trucco, la fissavano con occhi critici. Si divisero per farla passare e raggiungere Elizabeth.

Mano a mano che si avvicinava alla Regina, poteva vedere chiaramente i suoi lineamenti. Il suo volto era coperto da una spessa base bianca, così come il collo e le mani. Indossava un vibrante vestito color smeraldo, molto porbbailmente per distogliere l'attenzione sul suo volto, ma ciò non distrasse Celia- la malattia era evidente sul volto di Elizabeth, l'aveva invecchiata tremendamente. I suoi occhi scuri erano scavanti, ombre le coprivano la grande fronte. Le labbra erano sottili, screpolate e raggrinzite come se la pelle fosse stata in acqua per troppo tempo.

Quando raggiunse il trono, si chinò in una riverenza, le ginocchia cozzarono contro il freddo pavimento sotto di lei, e mantenne lo sguardo basso. Potè sentire la Regina alzarsi, il vestito strusciare mentre scendeva dal trono e si ergeva davanti a Celia. Un unico freddo, sottile dito fu posato sotto il suo mento, alzandole il volto così che il suo sguardo potesse incontrare quello di Elizabeth.

La Regina le fece un fragile sorriso. "Alzatevi, vecchia amica."

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Embark [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now