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Qualche mese dopo

"Susan, che bello rivederti" Lauree si precipitò ad accogliere la donna e le tolse dalle mani la piccola valigia che aveva con sé e poi la abbracciò. "Ragazzo mio" lo salutò lei, ricambiando la sua stretta.
"Vieni dentro che qui fuori si gela" la invitò ad entrare e si chiuse la porta alle spalle.
Dopo la sua notte con Johnny, Lauree si era trasferito in una proprietà di suo nonno su nel Montana. Una casetta in mezzo ai boschi, circondato dalla vegetazione, al suo servizio solo una persona che si occupava di tenere la casa pulita. Non aveva voluto altro. Si era trasferito lì per restare da solo. Nell'ultimo periodo aveva fatto un lungo lavoro su sé stesso, affidandosi nelle mani di un terapista sotto consiglio della sua governante. La donna e Lauree, nell'ultimo periodo, avevano legato molto più che in tutta la vita dell'uomo e lei era diventata per lui come una mamma, alla quale affidare le sue paure e le sue pene ma soprattutto su cui riversare tutto l'amore che aveva scoperto di essere in grado di provare.
La donna appena entrata, andò ad accomodarsi sul divano sistemato di fronte al camino, il fuoco acceso teneva riscaldato l'ambiente. La casa era piccola ma molto accogliente, nessun fronzolo, chiunque entrando lì dentro non avrebbe mai detto che fosse la dimora di un multimilionario. Lauree arrivò di fianco a lei con un vassoio e due tazze fumanti. "Bevi questa, ti riscalderà" le diene una delle due tisane e la Signorina Turner sorrise. Soffiò sulla superficie e mandò giù un sorso, sentì subito il liquido caldo riscaldare il suo corpo. Si tolse la giacca e Lauree la ripose nel piccolo armadio di fianco all'entrata. L'inverno era ormai alle porte, Natale era vicino e lì le temperature erano davvero molto basse, più che a New York.
"Allora, raccontami come vanno le cose". L'uomo la guardò e le sorrise.
"Vanno molto bene. Il dottore dice che posso fare a meno degli incontri. E per fortuna direi. Mi sono rotto il cazzo di regalargli i soldi di mio nonno" pronunciò con finto tono infastidito.
"Non lo ammetterai mai, vero?" domandò lei divertita e lui sbuffò "No!" e le risate riecheggiarono nella stanza. Si aggiunsero anche quelle di Lauree. Anche se era consapevole che quell'uomo l'avesse salvato da un'esistenza vuota e senza amore, non lo avrebbe mai ammesso. La Signorina Turner lo guardò con un velo di commozione negli occhi, finalmente il suo bambino cocciuto e arrogante, sempre arrabbiato con il mondo, era cresciuto lasciando spazio alla sua vera personalità, fatta di presenza costante e di affetto incondizionato. Lauree non faceva più le cose con un secondo fine, ma solo perché aveva piacere nel farle.
"Sono contento tu mi abbia raggiunto" confessò.
"Passare il Natale insieme sarà fantastico" la donna annuì pensierosa e Lauree se ne rese conto immediatamente. Sapeva già quale fosse il pensiero che la tormentava.
"Glielo hai detto che saresti venuta da me?" la donna negò.
"Non gli è ancora passata, vero?"
"Non gli passerà mai, Lauree. Lui ti amava davvero".
"Amava?" domandò con un sopracciglio alzato. Per lui era inconcepibile pensare che Johnny non provasse più alcun sentimento per lui. Sicuramente era incazzato, lo odiava ma era sicuro fosse ancora innamorato, come lo era lui d'altronde. Susan alzò gli occhi al cielo, quella sicurezza non gliel'avrebbe mai tolta nessuno. Non ci era riuscito nemmeno lo psicologo che lo aveva seguito.
"Se lo è ancora, lo nasconde molto bene" sospirò la donna. Da quando Lauree aveva lasciato New York, lei e Johnny avevano stretto un forte legame. Inizialmente era stato difficile per il ragazzo tornare nella casa di Lauree. Aveva troppi ricordi lì e il fatto che l'uomo fosse scappato come un codardo non aiutava. Ma Susan era stata brava ad insinuarsi nella vita del ragazzo. La prima volta che lo aveva reincontrato, era stato quando doveva consegnargli un regalo per il suo compleanno, un regalo da parte di Lauree. La donna si era presentata, dietro richiesta del suo capo, nel suo appartamento e gli aveva portato un pacco che lui aveva rifiutato senza nemmeno aprirlo. La donna si era scusata per la sua indelicatezza, gli aveva detto di capire perfettamente la sua reazione ed era andata via. Le volte successive si era presentata solo per sapere come stesse e per portargli una volta un dolce, un'altra un piatto particolare che aveva sperimentato e che non sapeva a chi far assaggiare. Johnny sapeva perfettamente fossero tutte scuse e sapeva anche che la donna lo tenesse "d'occhio" sotto richiesta del suo capo. Inizialmente la cosa lo infastidiva parecchio, poi lentamente si era abituato alla presenza costante di Susan e aveva completamente dimenticato il motivo per cui lo faceva. Tra loro era nato un affetto sincero e Johnny molto spesso la andava a trovare nella villa, dove lei ancora risiedeva, nonostante non fosse più al servizio di Lauree. L'uomo aveva insistito affinché smettesse di lavorare.
"Come sta?"
"Arrabbiato con il mondo" Lauree annuì. Sapeva di aver lasciato dietro di sé solo macerie ed era perfettamente conscio che sarebbe stato difficile ricostruire un rapporto con Johnny. Ma non aveva fatto mesi di lavoro su sé stesso per arrendersi davanti alle prime difficoltà. Aveva capito che era in grado di amare e non aveva alcuna intenzione di rinunciare a dimostrarlo all'unico uomo che era stato in grado di farlo capitolare, mandando a puttane tutte le sue sicurezze. O almeno quelle che lui credeva fossero tali.
"È tutto pronto?" poi domandò, facendo cadere il discorso su Johnny. Non aveva voglia di rattristarsi, ci sarebbe stato tempo per combattere contro rifiuti e muri da abbattere. Ora aveva solo voglia di trascorrere serenamente quei giorni con Susan.
"L'appartamento è in ordine, l'ufficio è pronto e i dipendenti aspettano solo di conoscerti".
"Hai parlato anche con il notaio?"
"Lo sai che non sono d'accordo con la tua decisione" sospirò la donna, riferendosi al fatto che Lauree aveva deciso di disporre una ingente somma di denaro per lei, una specie di vitalizio che le permettesse di affrontare gli anni che le restavano senza alcuna preoccupazione. Lauree aveva deciso di rinunciare a gran parte del suo patrimonio, devolvendo una cospicua parte alla Hope House dove sapeva aver vissuto Johnny dopo la morte della madre, una parte aveva deciso di devolverlo alla ricerca sul cancro, malattia di cui era morto suo nonno. Una piccola parte aveva deciso di utilizzarlo per sé stesso, per autofinanziare la casa editrice che aveva deciso di fondare. Non voleva più vivere senza fare nulla a parte sperperare il denaro del nonno. Voleva dare un senso alla sua vita, porsi degli obiettivi, vivere con ciò che avrebbe guadagnato da solo. Un'altra importante decisione era stata quella di lasciare la casa di famiglia. Non aveva ancora deciso cosa fare di quella proprietà, ma voleva vivere in un appartamento più piccolo, dove si sarebbe occupato di tutto da solo, senza bisogno della servitù. Lauree O'Brian, ricco, arrogante e viziato ereditiero, stava per lasciare il posto a Lauree, un uomo nuovo.
"I soldi sono miei, preferisco darli a te".
"Continuo a non essere d'accordo ma non mi opporrò alla tua decisione". Lauree le sorrise e andò ad abbracciarla.
"Non vedo l'ora di tornare a New York".

Ritorno da teWhere stories live. Discover now