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Intanto nel Montana

"Credo che lei debba fare i conti con il suo passato".
"Non ho nessun passato con cui fare i conti ".
"Lauree" lo rimproverò "finché non ammetterà che ha dei problemi da risolvere non troverà mai il coraggio di tornare a New York e affrontare i suoi sentimenti" Lauree aprì la bocca per ribattere, poi la richiuse senza proferire parola. Incrociò le braccia al petto. Colpito e affondato. Il terapista sapeva perfettamente che quello era il punto su cui doveva lavorare per sciogliere il cuore di Lauree, fargli ammettere che le sue insicurezze affettive erano legate a un passato fatto di assenze e mancanze, dove solo il denaro riusciva a dare un po' di conforto ad una vita fatta di solitudine e abbandono. Non era pronto e forse non lo sarebbe mai stato, ad ammettere che la sua incapacità di amare fosse legata al comportamento dei suoi genitori, al fatto che non fossero mai stati presenti e che lo avessero abbandonato a sé stesso, dandogli come unico conforto un denaro di cui avrebbe fatto volentieri a meno in cambio di un abbraccio e un po' di affetto.
"Lo sa bene anche lei che ho ragione" Lauree sbuffò e guardò l'orologio.
"Il tempo è finito" si sollevò dal divano sul quale era seduto e stava per prendere la giacca.
"Sono io che decido quando il tempo è finito"la voce del dottore lo bloccò, il suo tono non era aggressivo ma fermo e sicuro, tanto che Lauree tornò a sedersi. Il dottore sorrise "Ora può andare" Lauree lo guardò di traverso, prese la giacca e uscì senza nemmeno salutare.
"Si faccia dare appuntamento per la prossima settimana dalla mia segreteria" infatti gli urlò dietro.
"Non so se tornerò" rispose senza nemmeno voltarsi. Sapeva che sarebbe tornato, parlare con il suo dottore lo aiutava a sentirsi meglio, non necessitava più di nascondere le sue paure dietro un atteggiamento sicuro e arrogante, non era più il sesso e il dominio e il dolore ciò lo facevano stare bene ma la consapevolezza che anche lui fosse in grado di amare.
Aveva scavato dentro di sé per settimane, aveva pianto quando si era ritrovato da solo in quella piccola baita, dove nessuno poteva vederlo e poi si era rimesso in piedi affrontando i suoi sentimenti. Erano quelli di Johnny che non era ancora pronto ad accettare. Si era convinto negli anni che lui non fosse degno d'amore, che non meritasse l'affetto di nessuno, che fosse lui quello sbagliato, perché se fosse stato diversamente i suoi genitori non lo avrebbero mai abbandonato. Quello di cui il dottore voleva "convincerlo", secondo il suo offuscato parere, era che non era egli stesso ad essere sbagliato. I suoi genitori lo erano sempre stati, il loro comportamento era quello da mettere sotto accusa. Ma Lauree non era pronto a prendere consapevolezza di ciò perché sapeva, inconsciamente, che quello lo avrebbe devastato. Il fatto che i suoi genitori non lo avessero mai amato come figlio solo perché non erano in grado di farlo e non perché fosse lui quello sbagliato, gli avrebbe dato la visione reale di ciò che era stata davvero la sua vita affettiva. No. Era lui quello che non andava bene, era lui che era stato tanto cattivo e tanto capriccioso da bambino da spingere i suoi genitori ad affidarlo alla servitù, perché stanchi di prendersi cura di una persona come lui. Sì. Era colpa sua e di nessun altro.
Lui non era degno di essere amato e non lo sarebbe mai stato. Tornò a casa e si andò a rifugiare in quello che era il suo angolo preferito, il divano dinanzi al camino. Sistemò un po' di legna e accese il fuoco, prese il libro che aveva iniziato a leggere qualche giorno prima, afferrò la coperta poggiata sul bracciolo della poltrona e se la distese in grembo. Sfogliò le pagine fino ad arrivare a quella che aveva piegato per segnare da dove proseguire la sua lettura. Aveva sempre odiato i segnalibri. Era tornato ad assaporare i piaceri della lettura quando aveva deciso di dedicarsi all'editoria. Leggere era una passione che lo aveva sempre accompagnato, fin da bambino, finché non si era fatto soggiogare dai piaceri del sesso e l'aveva accantonata per dedicarsi ai piaceri primordiali. Lesse la stessa riga per alcune volte, non riusciva a concentrarsi, il suo pensiero era fisso a ciò che gli aveva detto il dottore affrontare il suo passato per poter tornare a New York. Sapeva perfettamente che quello voleva dire tornare da Johnny, solo i chilometri e una forte violenza contro se stesso erano riusciti a tenerlo lontano dal ragazzo. Ma moriva dalla voglia di poterlo guardare ancora negli occhi, sentire il profumo della sua pelle, tornare ad inebriarsi del sapore dei suoi baci, ma non poteva, non era giusto. Lui non avrebbe mai potuto dare a Johnny ciò di cui aveva davvero bisogno. Sperava che un giorno il dolore che di poetava nel cuore si sarebbe attutito e lui sarebbe stato in grado di tornare a respirare normalmente. Johnny gli mancava da morire ma non doveva, non poteva pensarci o sarebbe impazzito. Richiuse con forza il libro, lk abbandonò sul tavolino di fianco a sé, sollevò la coperta e la ripiegò rimettendola nel medesimo posto dove era prima, prese la giacca e uscì. Andò nel capanno prese i guanti, l'ascia e decise che tagliare un po' di legna per il camino lo avrebbe aiutato a non pensare. Si incamminò tra gli alti alberi, nella fitta foresta che circondava la baita. Anche se la casetta era piccola, la proprietà che la circondava wra davvero immensa. Prese un profondo respiro, guardò per un attimo il cielo immaginando che Johnny a New York stesse facendo la stessa cosa e poi si abbandonò alla fatica. Avrebbe dimenticato per un po' quel dolore sordo al centro del petto che lo attanagliava da quando aveva lasciato New York. Con rabbia cominciò a colpire il tronco dell'albero di fronte a sé, il giorno dopo ne avrebbe piantato un altro. Era sempre stato così da quando era lì, per ogni arbusto, tronco o albero che veniva abbattuto come legna da ardere, lui ne piantava un altro, se ne prendeva cura e lo guardava crescere e diventare robusto. Era quella la sua nuova vita, era quello il massimo che avrebbe ottenuto, tornare a New York era già nei suoi programmi, stava solo aspettando di trovare la forza dentro di sé per imporsi di non cercare Johnny, forza che non aveva ancora trovato.

Ritorno da teWhere stories live. Discover now