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"Susan ti prego calmati non capisco nulla" la donna prese un profondo respiro.
"È successo qualcosa a Mel?" domandò allarmato Johnny mentre si tirava su i pantaloni che aveva abbassato solo per metà.
"Non lo so" sussurrò Lauree tornando a dare attenzione alla donna al telefono.
"Melany sta bene ha solo rotto le acque".
Lauree sgranò gli occhi, la bambina sarebbe dovuta nascere tra tre settimane, non pensava sarebbe successo così presto.
"Hai chiamato il dottore?" domandò allarmato, strinse il telefono tra spalla e orecchio e cominciò a vestirsi velocemente.
"Ovvio che l'ho chiamato" alzò gli occhi al cielo.
"Che succede?!" domandò Johnny aiutandolo ad abbottonare la camicia. Lauree gli sorrise dolce "Sta nascendo la bambina" sussurrò emozionato.
"Davvero?!" annuì mentre gli occhi di Johnny si riempivano di lacrime di commozione.
"Ragazzi dovete correre qui" li riscosse la donna da quel momento così tenero e intimo.
"Sì, stiamo arrivando" mormorò prima di chiudere la telefonata. Si avvicinò a Johnny e lo baciò sulle labbra "Stiamo per diventare genitori" disse sorprendendolo. Johnny lo guardò confuso "Noi?! Genitori?!".
Lauree sospirò, era arrivato il momento di raccontare a Johnny ogni cosa.
"Vieni, ti spiego tutto in macchina" lo prese per mano e lo trascinò dietro di sé. Quando uscirono dall'appartamento di Johnny l'auto era già pronta a partire, molto probabilmente l'autista era stato avvistato da Susan, quella donna pensava sempre a tutto.
I due salirono a bordo del veicolo e la macchina partì senza che Lauree dovesse dir nulla.
Lauree e Johnny si guardarono per qualche istante negli occhi poi l'uomo attirò il ragazzo a sé e lo strinse tra le braccia.
E cominciò a raccontare ciò che era successo, di quando un anno prima era stato a casa loro a cercarlo e Melany lo aveva convinto di non essere abbastanza per lui. Della sua fuga nel Montana dove l'uomo aveva iniziato a curarsi dietro consiglio della sua governante. Di come e quando aveva scoperto di essere innamorato di lui e della sofferenza che aveva provato a stargli lontano. Johnny lo ascoltava con attenzione, cercando di non perdersi nessun passaggio, per cercare di capire cosa fosse successo nella sua vita a sua insaputa. Ad ogni parola di Lauree un'emozione diversa si faceva spazio dentro di lui: la rabbia per essere stato abbandonato, la delusione di scoprire che l'amica non lo ritenesse in grado di far cambiare Lauree, la sofferenza che avevano dovuto vivere entrambi, la gioia di sapere che l'uomo di cui era innamorato da quasi un anno lo ricambiasse, la paura di cosa sarebbe successo di lì in avanti.
"Mi sei mancato così tanto" sospirò l'uomo guardandolo negli occhi "mi sembrava di impazzire".
"Perché non mi hai dato la possibilità di starti vicino?" non c'era astio nella voce di Johnny ma solo volontà di conoscere ciò che tormentava il suo uomo.
"Avevo paura" sussurrò passandogli una mano tra i capelli per poi stringerli dietro la nuca per poi catturare le labbra di Johnny in un bacio lento e passionale. Le lingue si accarezzavano senza fretta e si lasciarono solo quando furono a corto di fiato.
"Paura di cosa?"
"Di trascinarti nel mio oscuro mondo".
Johnny si voltò un pochino per poterlo guardare negli occhi.
"Io non ho mai avuto paura di te e del tuo mondo. Ero pronto a portarti nella luce".
"Lo so! Ero io che non ero pronto a lasciare le tenebre. Perdonami Johnny per averti fatto soffrire".
"Non sono stato il solo" lo rassicurò accarezzandogli il volto per poi fermare la carezza sulle sue labbra gonfie e arrossate dai baci. Johnny le accarezzò con il pollice e poi vi poggiò le sue in un bacio delicato e innocente che Lauree pensò bene di trasformare in travolgente e passionale. I due si staccarono quando la macchina si fu fermata, segno che erano arrivati. Lauree poggiò la fronte contro quella di Johnny e sospirò. Era così dannatamente eccitato e voleva entrare ancora dentro di lui ma ora doveva reprimere quel desiderio. Avrebbero avuto tempo per recuperare l'anno in cui erano stati lontani. Lauree aprì la portiera per poter scendere dall'auto ma Johnny lo bloccò afferrandogli un braccio.
"Non mi hai detto niente della bambina".
"Mel vuole che la cresciamo io e te insieme una volta che lei non ci sar......" il ragazzo poggiò una mano sulla bocca di Lauree e gli impedì di terminare la frase.
"Ti prego non lo dire" lo supplicò mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
"Ci penserò io a te" lo rassicurò di nuovo Lauree per poi tirarlo fuori dalla macchina e stringerlo forte a sé. Si scambiarono un sltro bacio veloce ed entrarono in casa.
"Perché non l'hanno portata in ospedale?"
"È stata una scelta di Mel. Sapeva che sarebbe potuta non sopravvivere al parto e non voleva morire in ospedale". Johnny si bloccò "Non ci riesco" sussurrò. Il pensiero che la sua amica poteva morire da un momento all'altro lo stava distruggendo.
"Vai tu" lo supplicò ma Lauree negò.
"Ci andremo insieme. Non ti lascio più solo" Johnny prese un profondo respiro e lo seguì su per le scale. Quando i due furono fuori alla camera di Melany trovarono Susan che faceva avanti e indietro.
"Finalmente siete arrivati" mormorò nervosa. Lauree stava per domandare qualcosa alla donna quando si sentirono le urla di Melany e poi il pianto di un neonato. La bambina era nata. Dopo circa 10 minuti uscì dalla camera il dottore e trovò tutti lì che fremevano per avere notizie.
"Il parto è andato bene" li informò.
"L-lei come sta?" chiese Johnny preoccupato.
"Provata ma ancora viva. Vorrebbe vederla".
"Me?!" il dottore annuì e si scansò per farlo entrare.
Johnny entrò nella camera. Melany era collegata ad un macchinario che suonava un continuo bip, il suo viso era arrossato e stanco ma sulle sie labbra aleggiava un sorriso felice. Stringeva tra le braccia un fagottino avvolto in una copertina rosa e stava cantando una ninna nanna. Melany alzò gli occhi e sorrise a Johnny.
"Avvicinati" lo pregò, vedendolo fermo sull'uscio. Il ragazzo prese una delle sedie sistemate nella camera e la avvicinò al letto. Baciò Melany sulla fronte e poi guardò la bambina che stringeva tra le braccia.
"Sono felice" sussurrò lei, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla bambina "abbracciarla era l'unica cosa che desideravo veramente". Poi portò lo sguardo negli occhi dell'amico.
"Devi farmi una promessa Johnny".
"Tutto quello che vuoi" le accarezzò il viso.
"Devi promettermi che lei non finirà mai in un istituto come è successo a noi. Io voglio che la cresca tu" si prese un attimo per riprendere fiato. Johnny si rese conto subito che faceva fatica anche a respirare. Ascoltò le sue parole senza interromperla, era pronto a prometterle qualsiasi cosa. Avrebbe tanto voluto che Melany potesse riprendersi ma sapeva che non era possibile e che l'amica aveva scelto di dare alla luce quella bambina rifiutando di curarsi.
"Insieme a Lauree" aggiunse in un sospiro "devi promettermelo Johnny. Ti prego promettimelo" lo scongiurò.
"I-io te lo prometto" sussurrò.
"Ora sono stanca. Ti prego tienila tu" allungò le braccia per consegnare al suo migliore amico il suo bene più prezioso e quando questi la afferrò lei chiuse gli occhi e si lasciò andare alla morte. La macchina di fianco a Johnny emise un bip insistente e prolungato e una serie di persone entrarono nella stanza. Johnny si guardò intorno terrorizzato mentre stringeva forte la neonata tra le braccia. Fece dei passi indietro e si sentì stringere in un abbraccio forte e sicuro e si lasciò andare alle lacrime e al dolore.
"Non è riuscita nemmeno a darle un nome" sussurrò rendendosi perfettamente conto di ciò che stava succedendo. Lauree lo strinse forte a sé e lo accompagnò nella stanza che era stata preparata per la bambina e affidò lui e la piccola alle cure di Susan.

Ritorno da teWhere stories live. Discover now