15

3.3K 188 22
                                    

"Ho fatto una cazzata" sospirò, per poi infilarsi i pantaloni. Lauree si avvicinò a lui e gli accarezzò il viso, Johnny lo guardò sorpreso per quel gesto dolce che non apparteneva al Lauree che aveva conosciuto un anno prima.
"Ti sei pentito?" domandò con un velo di incertezza nella voce. Johnny negò e Lauree tirò un sospiro di sollievo.
"Non mi pentirò mai di seguire i miei sentimenti è solo....." lasciò la frase in sospeso e si allontanò per afferrare la maglietta che era buttata su una delle poltrone. Lauree ancora una volta si avvicinò a lui e bloccò i suoi movimenti.
"Ti prego concludi la frase" lo supplicò. Johnny abbassò il capo e negò. Come poteva confessargli che non era pentito perché lo amava ma era dispiaciuto di non essere ricambiato? Era tutto così difficile. Sapeva che cedere alle sue debolezze, ai suoi sentimenti avrebbe reso le cose più complicate, ma lui non era più il ragazzo ingenuo di un anno prima. Sapeva perfettamente che quella era una parentesi e non si era illuso che potesse essere qualcosa di più neanche quando Lauree lo aveva fatto suo con dolcezza e senza alcuna frenesia, assaporando fino in fondo ogni attimo di quella unione carnale. Eppure era dispiaciuto che non fosse contraccambiato nei sentimenti.
"Lascia stare" sospirò "pensieri stupidi".
Lauree ancora una volta lo accarezzò e guardandolo negli occhi disse "Ti prego parlarmi. Non facciamo gli stessi errori" Johnny a quella frase si innervosì. Lui non aveva commesso alcun errore, si era dato a Lauree senza alcuna riserva donandogli la sua verginità per poi essere abbandonato senza alcuna spiegazione.
Si tirò via dalle carezze in malo modo e lo aggredì "Non provare a dare a me delle colpe che sono solo tue. Sei tu quello che è scappato senza dire nulla. Io ero pronto ad affrontare ciò che stava succedendo invece tu sei stato un codardo".
" Possiamo parlare con tranquillità?"
"No che non possiamo. Ma chi sei tu? Dov'è il vero Lauree, quello che non chiede mai il permesso, che si prende ciò che vuole senza aspettare, quello sicuro, irruento, possessivo. Non ti riconosco più".
"Quel Lauree non c'è più" ammise.
"Non ti credo. Sai cosa mi fa incazzare? Che ogni volta ti nascondi. Un anno fa lo hai fatto scappando e ora lo fai nascondendo il tuo vero Io".
" Tu non capisci".
" Vaffanculo Lauree" infilò con rabbia la felpa "Io sono cresciuto e mi assumo le mie responsabilità, tu invece in una cosa non sei cambiato: eri e resterai un codardo". Johnny infilò la porta e salì al piano di sopra, voleva vedere la sua amica, sincerarsi personalmente delle sue condizioni di salute, prima di andare via, chiederle scusa per non averla ascoltata e soprattutto per aver pensato che lei avesse potuto tradirlo andando a letto con Lauree. Ancora non capiva perché avesse chiesto aiuto all'uomo e non a lui ma era sicuro ci fosse una spiegazione anche a quei suoi dubbi. Prima di entrare nella stanza di Melany però dovette fermarsi perché il suo telefono iniziò a squillare. Guardò il display e sospirò, ci mancava solo Peter in quel momento.
Però non poteva non rispondere, non lo aveva mai fatto prima e il ragazzo avrebbe potuto pensare ci fosse qualcosa che non andava dopo ciò che era successo tra loro.
"Ehi" lo salutò.
"Johnny, finalmente. Io e Cristel ti cerchiamo da stamane" confessò preoccupato. Johnny sorrise, era così bello sapere che qualcuno si preoccupasse per lui.
"Sto bene".
"Sicuro? È la prima volta che salti una lezione" e poté sentire distintamente la sua amica confermare ciò che Peter aveva appena detto. Gli venne da sorridere, quei due erano proprio una bella coppia.
"Di a Cristel che non deve preoccuparsi, sto bene e la aspetto oggi nel mio appartamento".
"Vorrei ben vedere" la sentì borbottare "mi devi una spiegazione per la tua sparizione. Mi è quasi preso in colpo".
"Melodrammatica" la prese in giro.
"Stronzo" lo apostrofò lei facendo ridere entrambi i ragazzi.
"Peter ora devo andare" borbottò non appena le risate furono scemate.
"Sicuro di stare bene?" insistette l'altro, sentendo un tono non proprio allegro e rilassato.
"Sicuro" sospirò, per poi chiudere la conversazione. Bloccò lo schermo e infilò il telefono in tasca per poggiare la mano sulla maniglia.
"Chi è Peter?" sentì chiedere alle sue spalle. Quello stronzo, borioso, pieno di sé aveva ascoltato la sua conversazione. Eccolo il vero Lauree e quella intrusione nella sua privacy gli confermava che non si era discostato poi così tanto dalla realtà quando lo aveva accusato di non essere completamente sé stesso. Decise che era arrivato il momento di scoprire fino a che punto sarebbe riuscito a contenere il suo vero io.
A testa alta e spalle dritte, senza voltarsi sussurrò "È colui che ha cercato di prendere il tuo posto nell'ultimo anno" sentì distintamente l'aria muoversi alle sue spalle, come se Lauree si fosse avvicinato per poterlo toccare ma poi avesse ritirato la mano. Ed era esattamente ciò che era successo. Lauree però si era trattenuto, cercando di mettere a frutto gli insegnamenti dello psicoterapeuta nella gestione delle sue emozioni.
"E dimmi, ci è riuscito?" quella domanda gli era uscito come un afflato, un soffio insicuro e tremante.
Johnny si voltò per poterlo guardare, Lauree sembrava nervoso e sul punto di esplodere e decise che era il momento di affondare il colpo finale.
"Se vuoi sapere se l'ho visto nudo, la risposta è sì".
Lauree strinse con rabbia e forza i pugni che teneva nascosti in tasca, si sentiva come un uomo a cui avevano strappato i polmoni e non potesse più respirare, le sue gambe tremavano e il dolore che sentiva al centro del petto lo aveva tramortito. Il suo corpo perse tutte le forze e la schiena si scontrò con il muro alle sue spalle, se non fosse stato per quest'ultimo sarebbe finito sul pavimento. Johnny si aspettava tutto ma non quel tipo di reazione. Lauree sembrava aver perso consistenza, come se il suo corpo fosse solo un involucro senza più nulla al suo interno, come se la sua essenza fosse stata appena distrutta e non restasse niente di ciò che era.
Vuoto.
Il vuoto si leggeva nei suoi occhi persi e spenti.
"Mi hai sostituito" sospirò senza forze prima di scivolare sul pavimento.
Johnny non sapeva cosa dire, come affrontare quella situazione, pensava che fargli credere che fosse stato con un altro lo avrebbe fatto esplodere di gelosia, di rabbia e invece Lauree sembrava semplicemente sopraffatto dal dolore.
Si avvicinò a lui, allungò una mano per toccarlo e attirarne l'attenzione, visto che il suo sguardo era perso oltre il corridoio alle sue spalle.
Stava per poggiare una mano sul suo braccio quando l'uomo si ritrasse.
"Non toccarmi, ti prego non toccarmi" lo supplicò disperato per poi lasciare spazio ad una lacrima che rigò il suo volto e il cuore di Johnny.

Ritorno da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora