Epilogo

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"Wow amore è davvero bellissimo" si complimentò Lauree guardando il ritratto della piccola Mel che Johnny stava finendo.
"Grazie" sussurrò arrossendo.
La bambina era distesa addormentata su un telo sotto l'ombrellone. Erano in vacanza, in realtà in luna di miele visto che Lauree aveva chiesto a Johnny di sposarlo e lui aveva accettato. Lo avevano fatto poche settimane dopo la proposta e ora si stavano godendo gli ultimi giorni di quella vacanza.
"Signor O'Brian vuole che porti la bambina in casa?" domandò Jenny, la Tata che Johnny si era fatto convincere ad assumere.
"Si, grazie Signorina Jenny" la donna prese la piccola che ora aveva quasi un anno e la riportò in casa lasciando finalmente un po' di intimità ai due novelli sposi.
Lauree si sedette sulla sdraio di fianco al marito e poggiò la mano su quella del compagno.
"Hai pensato alla proposta di Peter?" Johnny annuì.
Aveva scoperto da Lauree che Peter oltre a fare il modello era figlio di George Wigmore, proprietario dell'omonima galleria d'arte nell'Upper East Side e il ragazzo aveva proposto a Johnny di esporre in una personale alcuni dei suoi ritratti. Era vero che non aveva ancora finito gli studi ma i suoi lavori erano davvero notevoli e Wigmore Senior era sicuro che sarebbe diventato un artista di fama e voleva assolutamente essere lui a lanciarlo nel mondo dell'arte.
"E cosa hai deciso?"domandò per poi baciarlo sulla spalla nuda.
"Non ho ancora deciso" confessò fissando di fronte a sé.
I lavori che Wigmore aveva scelto di fargli esporre, dietro suggerimento del figlio con cui Johnny aveva mantenuto un rapporto di amicizia nonostante le reticenze iniziali di Lauree, raffiguravano persone troppo importanti per Johnny e non era sicuro di volerle mettere sotto gli occhi scrutatori e critici di chi non sapeva che significato avessero per lui. Erano tutti ritratti di Melany e della madre di Johnny, le due donne più importanti della sua vita oltre a sua figlia. I disegni ritraevano dei momenti molto intimi che Johnny non avrebbe mai dimenticato. E anche se i volti nei ritratti erano celati e nessuno avrebbe mai potuto riconoscere le persone raffigurate, non sapeva se era pronto a vendere un pezzo della sua vita.
"Non devi accettare per forza" lo rassicurò Lauree che conosceva perfettamente dubbi e titubanze del marito.
"Lo so".
"Sei bravo e puoi sempre preparare altri ritratti e proporli a Wigmore" Johnny lo guardò e poi sospirò "Lo sai anche tu che non sarebbe la stessa cosa" Lauree annuì. Doveva dargli ragione, Wigmore non si sarebbe accontentato di niente di diverso da ciò che aveva già deciso di esporre nella sua galleria.
"Sono ricordi, capisci?" il marito annuì accarezzandogli la coscia scoperta.
"Capisco perfettamente" soffiò contro la pelle bollente facendo tremare l'altro.
"Certo che così non mi aiuti" lo rimproverò con tono scherzoso.
"È solo che sei così dannatamente eccitante e io ti amo così tanto".
"E allora cosa stai aspettando a rendere felice tuo marito" lo redarguì con tono volutamente mellifluo e malizioso. Lauree lo afferrò per la vita e se lo caricò in spalla correndo verso il mare, per poi immergersi nell'acqua con il marito avvinghiato addosso.
"Ti amo e sono così dannatamente felice" sospirò Johnny sulle labbra del marito prima di impossessarsene e coinvolgerlo in un bacio di puro fuoco che nemmeno le fredde acque in cui erano immersi poteva spegnere.

Johnny si guardò intorno soddisfatto. Alla fine aveva deciso di accettare la proposta di Peter e suo padre.
Ogni opera era esposta come fosse unica, erano tutti ritratti in bianco e nero che raffigurano momenti di vita vissuta, illuminati ognuno da una luce diversa, in base all'emozione che volevano trasmettere.
"Wow, avete fatto un lavoro meraviglioso" si complimentò Cristel guardandosi estasiata intorno.
"Sono davvero stupendi, Johnny". Il ragazzo arrossì nonostante fosse abituato a ricevere quei complimenti dalla sua amica.
"Ciao Cristel" la voce roca e suadente di Lauree la fece arrossire e Johnny sorrise. Lauree l'avrebbe sempre messa in imbarazzo.
"Ciao Lauree" sussurrò quasi intimorita.
"E sciogliti cazzo è mio marito" la prese in giro Johnny facendola arrossire ancora di più.
"Che cosa avete fatto alla mia ragazza per farla diventare rossa come un pomodoro?" domandò Jason porgendole una coppa di champagne e beccandosi in cambio un pizzico.
"Ahia! Mi hai fatto male".
"La prossima volta impari a parlare a vanvera".
"Ma non ho detto niente". Lei lo guardò in modo eloquente e Jason capì che era il caso di tacere o Cristel lo avrebbe punito facendolo andare in bianco per almeno una settimana e lui non aveva alcuna intenzione di rischiare. I due si allontanarono per andare a salutare altri amici che erano arrivati lasciando i due coniugi da soli. La sala era gremita, molte persone erano presenti nonostante lui fosse un artista sconosciuto e la galleria esponesse i suoi ritratti da oltre una settimana.
"È l'ultima sera" sospirò Johnny stretto tra le braccia del marito che lo aveva abbracciato da tergo.
"È andata molto bene".
"Lo so. Wigmore mi ha detto che quasi tutte le opere sono state vendute".
"Davvero?" il tono di Lauree però non era sorpreso, anzi. Lui era sicuro che il marito avrebbe riscosso gran successo.
"Sono davvero felice" sospirò tra le braccia confortanti del marito "Melany ora non sarà mai dimenticata" una lacrima sfuggì al suo controllo mentre i suoi occhi ammiravano l'opera di punta di quella personale: il ritratto della sua migliore amica che stringeva tra le braccia il diamante più prezioso del mondo: sua figlia.
"Ti amo".
"Anch'io".

Fine

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