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"Devi reagire Johnny, sono passati 3 mesi cazzo".
"Era la mia migliore amica" sospirò sconsolato.
"Ed è scappata senza dirti niente,  senza farti sapere dove andava e soprattutto perché lo faceva. Reagisci, leggi quel cazzo di biglietto e metti un punto definitivo. Non ce la faccio più a vederti così. Guarda come sei sciupato" gli accarezzò il volto e Johnny si strinse ancora di più nella coperta in cui era avvolto ma che non riusciva a dargli calore.
"Resti con me?" Cristel lo abbracciò.
"Non vado da nessuna parte" lo rassicurò. Johnny le sorrise con gratitudine,  si alzò dal divano e raggiunse il piccolo mobiletto che c'era all'ingresso,  prese un profondo respiro e aprì il cassetto. Si voltò verso Cristel,  la ragazza annuì e lui prese il pezzo di carta rosso e tornò a sedersi.
"Lo faccio".
"Forza e coraggio. Mettiamo fine a questa storia". Johnny aprì il biglietto e non riconobbe la calligrafia dell'amica. Il suo cuore cominciò a galoppare impazzito. Riga dopo riga gli occhi gli si riempirono di lacrime e mille emozioni passarono sul suo volto.  Arrivato all'ultima riga passò il biglietto a Cristel e tornò ad avvolgersi nella coperta, senza dire nulla. La ragazza lo guardò confusa, non sapeva cosa stesse succedendo. Lo sguardo di Johnny era fisso in un punto indefinito e sembrava perso. Cristel non voleva invadere la privacy del suo amico ma pensò che se lo avesse dato a lei forse voleva lo leggesse.
"Ma non è di Melany" affermò dopo aver letto le prime righe.
"No! È di Lauree".
"Lauree è..."
"Sì, è l'uomo di cui mi sono innamorato".
"Perché non te lo ha dato prima?" Johnny sollevò le spalle. Non sapeva perché l'amica si fosse comportata in quel modo, ma sapeva il motivo per cui il loro rapporto era cambiato, perché non riuscisse ad essere più la stessa con lui. Gli stava tenendo nascosto un segreto. Un segreto che avrebbe cambiato il corso delle cose. Lauree prima di andare via, abbandonarlo senza dirgli niente,  era stato lì,  in quell'appartamento, lo aveva cercato, voleva parlare con lui e quella che lui aveva pensato fosse la sua migliore amica si era arrogata il diritto di scegliere per lui. Di sapere cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato.
"Io non capisco.  Perché lo ha fatto?" L'umore di Johnny si trasformò in un secondo, la rabbia si impossessò di lui. Lanciò per aria la coperta che lo avvolgeva e si sollevò dal divano. Cominciò a fare avanti e indietro.
"Perché è una stronza" urlò all'improvviso facendo spaventare anche Cristel. "Io potevo gestire la situazione. Ero pronto a prendermi tutto ciò che ne sarebbe conseguito e invece lei credeva che non avrei retto. Che sono un debole, che sarei finito a pezzi e lei si sarebbe dovuta prendere cura di me. Quello che non sa è  che io sono caduto lo stesso e ho dovuto affrontare tutto da solo perché lei non c'era". Si fermò di fronte al mobile della TV,  prese una cornice tra le mani. Conteneva una foto sua e di Melany, stavano ridendo, erano felici. Lui la guardò con gli occhi pieni di lacrime.
"Era tutto falso" si voltò verso Cristel e le mostrò la foto "Vedi questa foto? È una bugia. Se lei mi avesse voluto bene davvero non lo avrebbe mai fatto. Non doveva decidere per me. Non doveva" le lacrime stavano invadendo il suo volto in modo copioso. Non riusciva più a trattenersi. Cristel lo strinse forte a sé.

Un anno prima.

"Johnny non c'è " così Melany accolse l'uomo di fronte a sé.
"Posso aspettarlo, devo parlargli" la ragazza annuì e si spostò di lato per far entrare Lauree nel loro appartamento.
L'uomo andò ad accomodarsi sul divano dietro invito di Melany.
"Le posso offrire qualcosa?"
"Un caffè andrà bene, ma ti prego dammi del tu" Melany annuì e tornò in cucina per preparare la bevanda. Dopo pochi minuti tornò con due tazze poggiate su in vassoio insieme alla zuccheriera e un brick contenente latte.
"Non so come lo prendi" disse poggiando il vassoio e sedendosi di fianco a lui. "Solo caffè,  grazie". Melany gli porse la tazzina e zuccherò il suo. "Perché sei qui?" domandò dopo aver preso l'ultimo sorso.
"Te l'ho detto devo parlare con lui" la ragazza annuì e si voltò di lato per poterlo guardare.
"Ti sei preso la sua verginità" lo accusò. Lauree si mosse a disagio, non era pronto ad affrontare quella conversazione con una persona diversa da Johnny.
"Ascoltami bene Lauree, Johnny è la persona più importante che io abbia al mondo e non lo lascerò nelle tue mani".
"Dovrebbe scegliere lui non credi?"
"Johnny non è  lucido in questo momento.  Lui è troppo preso e tu sei troppo diverso da lui. Che cosa sei disposto ad offrirgli? Un rapporto malato che ruota intorno al sesso? Johnny non ha bisogno di questo.  Lui ha bisogno di qualcuno che lo ami, che si prenda cura di lui, che lo tratti come un pari, che non lo faccia sentire inferiore. Johnny è fragile e puro. Tu puoi dargli queste cose, puoi amarlo come merita? Se non sei in grado di farlo ti prego lascialo andare ora che le cose sono ancora semplici".
"Io" provò a ribattere ma lei lo bloccò alzando una mano. "Si molto di te Lauree, di ciò che ti piace e di come tratti gli uomini con cui stai e se è questo ciò che puoi e vuoi offrire a Johnny credo che non sia sufficiente. Fai la scelta giusta per te e per lui, lascialo andare perché Johnny merita di essere felice e non so se tu potrai mai dargli quella felicità" si sollevò dal divano, lo guardò dritto negli occhi "fai la scelta giusta" sussurrò e lo lasciò solo, senza dargli modo di replicare. Lauree era frastornato da quelle parole, non sapeva cosa fare. Era pronto a dare a Johnny l'amore? Sarebbe stato in grado di metterlo al centro del suo mondo rendendolo protagonista e relegando se stesso a una comparsa nella loro relazione? Scosse la testa, la risposta era dolorosa ma non poteva mentire a se stesso e soprattutto non poteva farlo con Johnny. Lui era malato,  malato dentro, viveva in un mondo oscuro fatto di dolore, possesso e dominio e non poteva trascinare anche Johnny nelle tenebre.  Doveva lasciarlo andare, dargli la possibilità di essere felice. Si guardò intorno e vide in lontananza una penna poggiata su una mensola. Sarebbe andato via, sì,  ma non lo avrebbe fatto in silenzio.  Johnny doveva conoscere le sue motivazioni. Estrasse dalla tasca un cartoncino rosso, raggiunse la mensola e afferrò la penna. Senza riflettere scrisse di getto ciò che credeva fosse giusto Johnny sapesse. Poggiò il biglietto sul tavolino basso e se ne andò. Melany uscì dalla sua camera appena sentì il rumore della porta che veniva chiusa. Sperava di aver preso la decisione giusta. Tolse le tazzine che erano adagiate sul vassoio e le lavò per cancellare le tracce del suo incontro con Lauree. Poi si guardò in giro per controllare che fosse tutto al suo posto e fu allora che vide il biglietto. Lo raccolse e lo lesse, poi lo piegò e lo ripose nella tasca dietro dei pantaloni.  Non poteva permettere che finisse nella mani di Johnny, sapeva che il suo amico non avrebbe mai rinunciato a quell'uomo, che lo avrebbe convinto a restare e lei non poteva permettere che soffrisse,  aveva già passato l'inferno dopo la morte di sua madre e solo ora aveva trovato un po' di fiducia in se stesso. Sapeva che Lauree avrebbe distrutto quel po' di autostima che aveva e non voleva che succedesse.  Si era convinta che la sua fosse la decisione più saggia e così nascose il biglietto, senza mai farglielo avere.

Fino a quel momento, ora che lei era andata via Johnny doveva conoscere la verità e anche se sapeva che lui l'avrebbe odiata almeno era abbastanza lontana e non avrebbe letto dolore e delusione negli occhi del suo amico.

Ritorno da teWhere stories live. Discover now