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L'auto si fermò in Water Street esattamente 30 minuti dopo.
"Cosa faccio, Signore?" Johnny guardò prima l'uomo poi il cancello chiuso, poi aprì lo sportello e scese dall'auto.
"Mi aspetti qui" sospirò, poi si avvicinò al pulsante e suonò. Pochi istanti dopo il cancello si aprì senza che nessuno domandasse nulla. Johnny tornò a sedersi sul sedile posteriore del taxi e pregò l'uomo di entrare nella proprietà. Molto probabilmente Susan doveva averlo visto dalla telecamera posta sul cancello esterno e aveva aperto. Il ragazzo si stupì quando non vide la donna attenderlo sulla soglia di casa, come faceva ogni volta che andava a trovarla. Forse lei non c'era e ad aprire era stata la cameriera, la signorina Elisabeth. Molto probabilmente sarebbe dovuto ritornare, sbuffò di disappunto. Susan era l'unica a cui avrebbe potuto chiedere informazioni su dove fosse Lauree e se lei non fosse stata in casa non avrebbe potuto fare altro che prenderne atto e tornare in un altro momento, se mai avesse trovato ancora il coraggio. Chiese al tassista di attenderlo lì e andò a suonare il campanello. Poco dopo sentì il rumore di passi avvicinarsi e la voce........di una donna?!
"Apro io Susan" la sentì urlare.
Diamine!
Lui quella voce la conosceva.
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare a chi appartenesse che i suoi sospetti vennero subito confermati.
Di fronte a sé c'era la sua migliore amica: Melany.
Johnny non poteva credere ai suoi occhi. Cosa diavolo ci faceva lei lì? Non fece in tempo a porre la domanda che i suoi occhi vennero catturati da una strana........ lievitazione a livello addominale. Guardò prima il ventre gonfio e poi lo sguardo perso di Melany, poi di nuovo la sua pancia.
Quello doveva essere un incubo.
Melany!
A casa di Lauree!
Incinta!
Melany a casa di Lauree incinta.
Johnny si portò le mani alla bocca, sconvolto. Era per quello che la sua migliore amica era scappata?
E quello che gli aveva scritto in quella lettera era la verità o solo una menzogna per mascherare qualcosa di ancora più terrificante?
Johnny fece un passo indietro.
Non stava succedendo davvero.
"Dovevo immaginarlo" sospirò " e io che pensavo che fosse scappato perché aveva paura dei suoi sentimenti nei miei confronti, invece se la spassava con te".
"Noi, lui, io" provò a dire la ragazza altrettanto stupita di trovarselo di fronte, ma Johnny non le diede modo di spiegare, corse verso il taxi che lo aspettava, vi salì sopra e scappò via. La sua vita era appena stata distrutta. Ora capiva ogni cosa. Il motivo per cui Lauree si fosse allontanato senza alcuna spiegazione e perché Melany avesse fatto altrettanto. Sì, doveva essere così. Quel bambino doveva essere di Lauree, i tempi coincidevano, Melany doveva essere alla fine della gravidanza e lui era stato uno stupido a non accorgersi di nulla. Ma come avrebbe potuto? Lei era scappata prima che la pancia cominciasse a notarsi. Dovevano aver avuto un incontro intimo quando Lauree era andato a cercarlo e in quell'occasione lei doveva essere rimasta incinta. Doveva essere per quello che la sua amica piano piano si era allontanata da lui.
Sì, doveva essere quello il motivo. Altrimenti non si spiegava la presenza della ragazza alla villa. Johnny si fece lasciare dal taxi di fronte al Red Passion, non aveva alcuna voglia di tornare a casa, sapeva che l'amica, ma quale amica pensò, l'avrebbe cercato lì. Una volta messa davanti alla realtà dei fatti, era sicuro avrebbe provato a spiegare le sue ragioni e Johnny non aveva alcuna intenzione di ascoltare altre stronzate. Guardò l'orologio, era l'ora esatta in cui cominciavano gli spettacoli. Varcò la soglia e si diresse al bancone del bar, prima avrebbe bevuto qualcosa di forte e poi si sarebbe goduto lo spettacolo. Di pensare a ciò che aveva appena scoperto non ne aveva alcuna voglia.
"Ehi, Johnny" lo salutò il barista non appena lo vide e il ragazzo ricambiò con un gesto del capo.
"Cosa ti porto?"
"Qualcosa di forte" venne servito pochi istanti dopo e quando stava tirando fuori i soldi dalla tasca sentì l'inconfondibile voce di Fred "Questo ragazzo è mio ospite" il barista annuì e tornò ad occuparsi degli altri clienti. Johnny alzò il bicchiere verso il suo ex capo in segno di ringraziamento e poi ingollò il whisky tutto in un sorso.
Fred si mise seduto di fianco a lui. Ormai conosceva Johnny da troppo tempo e fin troppo bene ed era sicuro ci fosse qualcosa che non andava.
"Tu lo sapevi, vero?" proferì parola dopo essere stato servito del secondo giro, poi alzò lo sguardo su Fred e vide la confusione sul suo volto.
"Hai ragione" sospirò, senza aggiungere altro. Si voltò verso il palco e vide il suo ex collega James esibirsi tra le urla degli spettatori.
Dio, quanto gli mancava quella sensazione. Fino a quel momento aveva creduto di poterne fare a meno e invece ora voleva di nuovo sentirsi in quel modo, acclamato, desiderato. Guardò Fred con occhi imploranti. L'uomo sgranò i suoi incredulo. Afferrò Johnny per un braccio e se lo tirò dietro di sé, fino al suo ufficio. Il ragazzo lo seguì senza dire niente, sicuro che l'uomo avesse capito perfettamente le sue intenzioni.
Fred lo lasciò non appena varcò la soglia, aspettò che il ragazzo si vedesse di fronte a lui, nel frattempo tolse la voce ai monitor senza spegnerli, così avrebbe continuato ad avere la situazione sotto controllo.
Quando Johnny si fu seduto "Se tu sali su quel palco, non cambi idea domani. Devi garantirmi almeno due anni di spettacolo ogni sera e sé, per qualsiasi motivo, dovessi decidere di andartene prima, dovrai pagare una penale di 200mila dollari" Johnny provò a dire qualcosa ma Fred lo bloccò.
"Queste sono le mie condizioni, non cambio idea. Dovrai formare un contratto che farò redigere stasera stessa da Connor. Non voglio problemi. Ciò che è successo l'anno scorso non dovrà più succedere. Ora puoi parlare".
"Voglio tornare ad esibirmi" replicò sicuro.
"Non hai condizioni?"
"Voglio poter continuare ad indossare la maschera. Per il resto puoi decidere tutto tu".
"Hai bevuto Johnny, sei sicuro di essere abbastanza lucido da prendere una decisione e non pentirtene domani?"
"Due whisky, Fred" obiettò.
"Sì, ma tu non bevi mai".
"Non ci vediamo da un anno, tanto cose sono cambiate" Johnny parlava con una sicurezza che in passato non gli apparteneva.
"Lo vedo" sospirò l'uomo. Il ragazzo seduto di fronte a lui non era più il Johnny di un anno prima. Certo era ancora bellissimo, il suo corpo avrebbe continuato a far impazzire i suoi clienti. Ma sperava che non fosse diventato troppo smaliziato da perdere il fascino del ragazzo timido e insicuro.
"Allora Johnny, chiamo Connor?"
Il ragazzo annuì, allora Fred si sollevò dalla sua sedia e andò a stringere la mano di Johnny con un sorriso soddisfatto.
"Lo sapevo saresti tornato" sussurrò prima di congedarlo. L'uomo sentì qualcuno bussare alla sua porta dopo poco che Johnny si era allontanato.
"Di a Connor di sbrigarsi, voglio esibirmi già stasera".
"Assolutamente no" tuonò l'uomo "voglio annunciare il tuo ritorno in grande stile, ci sarà il pienone" il ragazzo scosse il capo.
"Stasera o non firmo nessun cazzo di contratto" voltò le spalle e lasciò Fred per raggiungere il suo vecchio camerino. Non sarebbe stato facile far coincidere l'università, il lavoro alla biblioteca e quello al Red ma almeno non avrebbe avuto tempo per crogiolarsi nei suoi pensieri.

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