4

2.8K 183 12
                                    

"La smetti di muoverti".
"Scusa è che sono ore che sono nella stessa posizione e mi si sono intorpidite le gambe".
"Ok, allora facciamo una pausa" Johnny lanciò in malo modo la matita sul blocco da disegno e si sollevò dalla sua postazione, lasciando che Melany sgranchisse un po' i muscoli. Non aveva alcuna voglia di disegnare quel giorno, era stanco, nervoso e aveva dormito poco ma l'amica aveva insistito fino allo sfinimento che lui la ritraesse e alla fine aveva ceduto. Anche se non capiva come si fosse presentata da lui, dopo giorni e giorni che nemmeno gli rivolgeva la parola a chiedergli quel favore come se nulla fosse. Stare in quella casa per Johnny diventava ogni giorno sempre più difficile. Spesso ripensava alle parole dell'amica quando gli aveva detto di voler lasciare il Red Passion e lei lo aveva rassicurato che nulla sarebbe cambiato tra loro. Invece dopo circa 4 mesi tutto era diverso. Il loro rapporto non esisteva quasi più. E non dipendeva dal fatto che avessero interessi e orari diversi. Lei si era semplicemente allontanata, senza più preoccuparsi di lui. Invece Johnny continuava a pulire casa per entrambi, fare il bucato, farle trovare la cena pronta quando lei si degnava di rientrare dopo il lavoro.
Prese una bottiglietta d'acqua e ne mandò giù metà per poi tornare a sedersi alla sua postazione di lavoro.
"Come ci siamo arrivati a questo punto " sospirò la ragazza senza guardarlo. Johnny la fissò in modo eloquente finché lei non alzò lo sguardo.
"Non è solo colpa mia".
"Cazzate Mel. Da quando ho lasciato il Red ti sei allontanata".
"Non è per quello" sussurrò lei.
"E allora per cosa".
"I-io non posso dirtelo" raccolse il lenzuolo che la copriva, se lo avvolse intorno e se ne scappò nella sua camera senza dire altro. Johnny dalla rabbia buttò per aria il blocco dei disegni e le matite, afferrò le chiavi di casa e la giacca e uscì. Aveva bisogno di una boccata d'aria o sarebbe impazzito. Quella situazione lo stava mandando fuori di testa. La sua migliore amica gli mancava così tanto. Certo ora aveva altre persone su cui contare ma Melany era il suo porto sicuro e lui si sentiva come una nave in balia delle onde. Si incamminò per la strada senza una meta precisa e senza nemmeno accorgersene le sue gambe lo portarono proprio di fronte al locale che era stata casa sua per due anni. Fissò l'insegna e gli occhi gli si riempirono di lacrime. Non si era pentito della sua scelta e il lavoro non gli mancava per nulla, anche se avrebbe assaporato volentieri ancora la sensazione di sentirsi acclamato e desiderato.
"Se ci stai ripensando un posticino per te lo trovo sempre" Johnny sussultò sentendo la voce del suo ex capo arrivargli alle spalle. Si voltò e sorrise all'uomo. Era sempre lo stesso, basso e tarchiato, con le sue camicie aperte a mostrare il petto villoso e le catene d'oro, mostra del suo status di ricchezza.
"Come stai Fred?"
"Io bene, anche se da quando te ne sei andato gli affari girano un po' a rilento" Fred non aveva ancora trovato nessuno che fosse all'altezza di Johnny e anche se il locale continuava ad andare bene, la mancanza del ragazzo si sentiva, soprattutto nelle sue tasche, visto che non c'era più il sold out sette giorni su sette.
"Lo sai che non cambio idea". L'uomo annuì e lo sorpassò tirando fuori dalla tasca le chiavi del locale.
"Vieni ti offro un caffè".
"Che cos'è il tuo compleanno?" lo prese in giro il ragazzo.
"Non fare lo stronzo" rise per poi spostarsi di lato e lasciare che il ragazzo lo precedesse. Fred andò verso il bar e Johnny lo seguì, l'uomo andò dietro al bancone e accese le macchine per far riscaldare l'acqua poi si voltò verso il suo ex dipendente.
"Come vanno gli studi?"
"Molto bene. Dovrei regalarti qualche disegno per il locale, le pareti sono così spoglie".
"Le persone vengono qui per vedere corpi nudi non per guardare quadri. Comunque hai saputo la novità?" Si voltò dando le spalle a Johnny e mise il caffè macinato nella macchinetta, pose sotto l'erogatore due tazzine e poggiò due piattini sul bancone.
"Che novità?" Fred tornò a voltarsi, prese le due tazze, dopo aver spento la macchina e le mise sui piattini.
"Mel se ne va. Lascia il locale. Ma credo che questo tu già lo sappia visto che vivete insieme" Johnny rimase con la mano sospesa a mezz'aria e lo sguardo sconvolto. Cosa diavolo stava dicendo Fred? Possibile che lei volesse lasciare il Red? Aveva sempre amato il suo lavoro, anzi ne aveva fatto uno stile di vita e ora era pronta a gettare tutto all'aria senza dirgli niente. Ebbe paura. Paura di non rivederla più. Poggiò la tazzina di nuovo sul piattino senza prendere nemmeno un goccio di quel caffè e senza dire niente, correndo lasciò il locale. Sentì la voce del suo capo rincorrerlo alle spalle, al grido del suo nome, ma lui la ignorò. Un'ansia strana, sorda, incontrollata gli stava attanagliando le viscere. Tornò verso casa il più in fretta possibile. Sembrava che le persone gli stessero impedendo di farlo, che si frapponessero tra lui e la sua meta. Non ebbe tempo e volontà di fermarsi quando, nella fretta, spinse così forte un uomo tanto da farlo cadere. "Scusa" urlò senza arrestare la sua corsa. Poi tornò a guardare avanti sperando di non colpire nessun altro. Le scale sembrarono infinite, salì in fretta e furia e aprì la porta dell'appartamento con le mani che gli tremavano. Non poteva succedere, non avrebbe retto un altro abbandono. L'appartamento era silenzioso, ogni cosa era al suo posto, niente sembrava essere cambiato eppure lui sentiva che tutto fosse diverso. Si avvicinò alla camera di Melany a passo insicuro, l'uscio era accostato. Lo aprì titubante, ma dentro di sé già sapeva che l'avrebbe trovata vuota. Subito notò l'album da disegno dove stava ritraendo Melany, poggiato in bella vista sulla scrivania, come a dire sono qui per te e di fianco un bigliettino rosso. Johnny si avvicinò lentamente. Aveva paura, paura di leggere ciò che c'era scritto, di scoprire le motivazioni di quella nuova realtà. Una realtà in cui lui era nuovamente solo. Una realtà che non avrebbe più voluto rivivere. Afferrò il biglietto e si lasciò andare sul pavimento. Forse non lo avrebbe mai aperto o forse avrebbe trovato il coraggio di leggerlo ma non ora. Ora aveva solo bisogno di piangere. Strinse forte il biglietto al petto "Melany" sussurrò e poi si lasciò andare alle lacrime.

Ritorno da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora