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"Deve riposare" le ordinò il dottore, dopo averla visitata accuratamente.
"Melany, niente colpi di testa, forti emozioni, sforzi eccessivi. Il suo corpo sarà già provato dallo sforzo del parto. Lei vuole abbracciare la sua bambina, giusto?" Melany annuì con gli occhi pieni di lacrime.
"Mi prenderò cura io personalmente di lei" si fece avanti Lauree che fino a quel momento era rimasto in un angolo insieme a Susan.
"Bene, allora si assicuri che faccia pasti sostanziosi e non metta i piedi fuori dal letto se non strettamente necessario. Ah e controlli che prenda le medicine, gli orari sono segnati sulle scatole" il dottore strinse la mano dell'uomo che ricambiò con una stretta decisa e sicura.
"Mi faccia avere la parcella".
"Le invierò una mail. Per il resto, chiami in qualsiasi momento se ha bisogno".
"Grazie Dottore. Susan" si rivolse alla sua governante che fece un passo avanti "accompagna tu il dottore, per favore".
"Certo, Signore" rispose formale, visto che erano di fronte a degli estranei.
Lauree andò a sedersi sul bordo del letto, accarezzò il viso stanco di Melany e lei chiuse per un attimo gli occhi, poi li riaprì ed erano tristi e lucidi.
"Mi dispiace per quello che è successo ieri" confessò in un sussurro.
"Non ci devi pensare, si sistemerà ogni cosa".
"Johnny è una testa dura".
"Lo so, ma tu non devi preoccuparti. So come prenderlo".
"Ho sbagliato a consigliarti di lasciarlo, dovevo farmi i fatti miei" si agitò provando ad alzarsi.
"Mel stai giù" la rimproverò lui con dolcezza.
"Ma che scenetta commovente" sentirono borbottare alle loro spalle e guardarono entrambi verso la porta della camera.
Poggiato contro il battente c'era Johnny a braccia e gambe incrociate, il volto contratto in una smorfia di disgusto, gli occhi gonfi e rossi, segno che erano stanchi ed irritati dalle lacrime. I capelli erano disordinati, forse per le mille volte che erano stati tirati. Il suo volto era decisamente provoto da ciò che era successo, anche se l'atteggiamento da duro e strafottente provava a mascherarlo senza molto successo. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa li raggiunse Susan, visibilmente affannata.
"Mi dispiace, Lauree. Ho provato a fermarlo" sospirò la donna per poi riprendere fiato.
"Jo Jo" sussurrò Melany.
"Non osare chiamarmi in quel modo" la aggredì "ne hai perso il diritto quando ti sei fatta scopare da lui" Johnny si mise dritto e fece un passò nella stanza, per avvicinarsi a loro. Lauree non riusciva a proferire parola, era bloccato dalle emozioni che stava provando in quel momento. Aveva Johnny di fronte a sé, dopo tanti tempo l'uomo di cui era innamorato era lì, di fronte a lui ed era ancora più bello di quanto ricordasse. Il suo corpo sembrava cambiato e anche il suo atteggiamento: più sicuro, sfrontato.
Sembrava aver perso quell'ingenuità e timidezza che lo aveva sempre contraddistinto, ma era ancora bellissimo.
"Io, noi, non è come pensi" la ragazza provò ad alzarsi, approfittando del fatto che Lauree fosse di spalle e non potesse vederla.
"Non sparare le solite cazzate Mel. Lo sappiamo entrambi che hai sempre mirato al denaro. Come hai fatto per farti mettere incinta?" domandò alzando il tono della voce che diventava sempre più aggressiva.
La ragazza provò a fare qualche passo ma le gambe non le ressero il peso, solo in quel momento Lauree si ridestò dal suo imbambolato, giusto in tempo per afferrarla.
"Sdraiati Melany".
"No! Io devo spiegargli" provò a ribattere.
"Spiegarmi?! Sul serio? E perché non lo hai fatto allora prima di scappare?" Melany provò a divincolarsi dalla stretta di Lauree che cercava di tenerla ferma sul letto. Ma la ragazza non voleva saperne, continuava ad agitarsi, allora Lauree si voltò verso Johnny, il suo volto serio, il tono duro "Esci di qui. Susan accompagnalo nel mio studio" poi si voltò di nuovo a guardare Melany "Hai sentito cosa ti ha detto il dottore, ti prego non ti agitare" la ragazza si arrese e si distese. Era inutile che continuasse a lottare con lui, non le avrebbe mai permesso di parlare con Johnny, non prima di aver calmato il ragazzo. E poi non voleva certo rischiare che succedesse qualcosa a sua figlia.
Johnny nel frattempo aveva lasciato la stanza come ordinato da Lauree ma aveva deciso di non seguire Susan nello studio dell'uomo. Non aveva alcuna voglia di ascoltare le sue parole, così si avvicinò alla porta d'ingresso. Prima che potesse aprirla, però, sentì qualcuno afferrarlo per un polso.
Sapeva perfettamente a chi appartenesse quella mano, quel tocco, infatti si voltò con il fuoco negli occhi e con una rabbia che non gli era mai appartenuta ringhiò "Lasciami immediatamente" Lauree tirò via la mano. Non voleva costringerlo, non finché fosse così poco incline ad ascoltare. Fece un passo indietro e si voltò lasciandolo libero di scegliere cosa fare, non completamente libero. Fece un passo nella direzione opposta mentre Johnny poggiò la mano sulla maniglia della porta per aprirla.
"Sei tu che sei venuto qui, suppongo per una spiegazione. Io sono pronto a dartela" sussurrò. I due si voltarono contemporaneamente, erano occhi negli occhi.
"Se vai via, non tornare, non ci sarà tempo e spazio per altre possibilità" era così dannatamente sicuro di sé. Johnny tremò, il pensiero che fosse la sua unica possibilità lo stava facendo cedere, ma lui non poteva, non di nuovo, non in quel momento che si sentiva dannatamente fragile.
"Me ne frego" lo affrontò cercando di sembrare strafottente.
"Bene" sospirò Lauree e fece un passo in direzione del suo studio "Allora addio" glielo disse senza guardarlo negli occhi, per nascondere la disperazione che stava provando in quel momento. Sentì distintamente il rumore della maniglia che veniva abbassata e quello della porta che si apriva.
"Spero solo che non te ne pentirai" aggiunse in un ultimo disperato tentativo di trattenerlo e poi un soffio, un flebile sussurro che cambiò ogni cosa "quando lei non ci sarà più".
Johnny si bloccò sull'uscio. Aveva sentito male, per forza. Non poteva aver detto ciò che aveva sentito. Fece dei passi veloci nella direzione opposta, si parò di fronte all'uomo. Lo afferrò per la camicia e lo strattonò "Che cazzo vuol dire Quando non ci sarà più. Sé è un modo per farti ascoltare" ringhiò.
L'uomo negò, il suo sguardo disperato, gli occhi velati di lacrime "Melany sta morendo" confessò. Johnny sentì distintamente il suo cuore andare in frantumi. Tutto ciò che riuscì a fare fu lasciarsi andare tra le braccia di Lauree.

Ritorno da teWhere stories live. Discover now