Capitolo 1 - Vetri infranti

2K 57 1
                                    

*notte, ore 1.25*
Il rumore dei vetri infranti gli inondava le vene di adrenalina. Non era la prima volta che rapinava una banca di un certo spessore.
-Fa' piano la prossima volta!- sussurrò Marc alle sue spalle.
-Chiudi quella cazzo di bocca, so quel che faccio- rispose a tono Neymar, entrando scaltro nella banca dopo aver disattivato facilmente l'allarme. Era ormai esperto in questo genere di cose. Aprì il sacco di plastica blu e vi gettò qualche centinaio di dollari con Marc alla guardia. Anni prima lo avrebbe fatto per sua sorella, ma ora era solo un modo per ricordarla. Scosse la testa e continuò il suo 'lavoro', con la maglia fradicia di sudore, sudore freddo, nonostante il caldo umido della notte. Quella storia gli aveva dato i brividi. Riempito il sacco uscì furtivamente dalla banca, e insieme a Marc scappò per le stradine buie di Mogi Das Cruzes.

Cristel era abituata a svegliarsi presto, all'alba, per vedere il bel paesaggio brasiliano illuminato dal sole appena sorto. Dalla sua camera non si vedeva molto, così scendeva sempre in giardino, sedendosi sulla vecchia panca di legno che le aveva lasciato sua nonna. Da piccola era assillata da quel posto, e in estate ci passava le nottate intere a guardare le stelle. Non ne sapeva molto di astronomia, ma non se ne curava molto. Si rilassò per una buona mezz'oretta prima di tornare in casa e prepararsi per la scuola. Decise che quel giorno non avrebbe fatto colazione: aveva ancora lo stomaco in subbuglio per i troppi alcolici della notte precedente. Non ricordava quasi nulla della serata in discoteca, ma le rimbombava nella testa il suono acuto delle sirene della polizia. Forse era solo la sua immaginazione, o forse era solo il rumore delle casse del club in cui era andata.
Salì in camera e prese in fretta la borsa con i libri di scuola. Scese le scale e, senza salutare i genitori, uscì di casa sbattendo la porta. Dopo pochi isolati vide qualcosa di insolito. La grande banca della città era circondata da macchine della polizia, e il grasso banchiere stava discutendo con un appuntato. Una rapina, pensò Cristel. Continuò per la sua strada e dopo due isolati arrivò a scuola. Frequentava il quarto anno di liceo, una palla, come lo definiva lei. Alcuni suoi compagni discutevano di una rapina -forse aveva capito bene- ma le faceva troppo male la testa per unirsi alla discussione.
Dopo cinque estenuanti ore passate con la testa sul banco a sentir blaterare la prof di filosofia e storia, Cristel uscì di corsa dall'istituto. Dopo due ore si sarebbe finalmente incontrata con Alec.

Used || neymar jr & marc bartraWhere stories live. Discover now