Capitolo 18 - Finalmente a casa

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*tre giorni dopo*
-Marc non trovo i miei libri!-
-Li avevo messi sul comodino, prendi i miei boxer-
-Non ce li hai addosso?-
-Non posso indossare tutti i miei boxer, ti pare?-
Nella camera dei due ragazzi era tutto un caos: calzini sul letto, maglie per terra e valigie aperte.
-Vado a svegliare Neymar, staranno ancora dormendo- disse Marc buttando maglie appallottolate nel borsone, mentre Alec lo guardava male.
Percorse il lungo corridoio ed aprì la porta senza bussare.
-Chi cazzo è?!- urlò Neymar con rabbia mentre si spostava da Cristel, nel letto.
-Ho... interrotto qualcosa?- Marc arrossì, mentre Neymar indossava una canotta nera.
-No, appena finito- rispose l'altro maleducatamente, mentre Cristel arrossiva.
-Uhm.. volevo solo dirvi che tra poco partiamo, avete fatto le valigie?-
-Fuori!- urlò il fratellastro mentre scendeva dal letto. Marc chiuse la porta e corse in camera da Alec, rosso in volto.

-Vestiamoci, siamo in ritardo- consigliò Cristel mentre indossava l'intimo, uscendo dal letto. Il ragazzo annuì mentre indossava i boxer scuri e i jeans.
-Abbiamo già le valigie pronte, potremmo benissimo stare nel letto- disse malizioso abbracciando Cristel, che se la rideva.
-Pervertito-
-Il tuo pervertito, dolcezza-
Una volta vestita, Cristel fece il letto e ordinò la stanza. Per fortuna aveva sistemato l'intera villa il giorno prima in compagnia di Alec, o sarebbe stato un casino.
Neymar nel frattempo portò giù i borsoni strapieni dei nuovi vestiti di Cristel, aspettando Marc per andare alla macchina.
Quest'ultimo scese le scale di fretta con in mano alcuni pacchi di patatine.
-Neymar! Cristel e Alec sono pronte, possiamo partire?-
-5 minuti, aiutami a mettere questa roba nel cofano-
Marc prese le chiavi dalla tasca e uscì insieme a Neymar nel piccolo giardino che circondava la villa. Sistemarono i bagagli e aspettarono pazientemente le ragazze, che arrivarono cinque minuti dopo di loro.
-Si parte!- esclamò Cristel sedendosi dietro, vicino a Neymar.
-Evviva- rispose lui stancamente, massaggiandosi le tempie.
-Tutto bene?-
-Si, Cristel, sono solo stanco- detto questo fece segno a Marc di partire: sarebbero state quattro lunghe ore, col vento che entrava violentemente dal finestrino aperto di Neymar.
Si fermarono dopo due ore e mezza in uno spiazzo verde di fianco alla strada a scorrimento veloce. Cristel guardava due farfalle gialle striate di blu che svolazzavano accanto alla portiera dell'auto. Neymar l'aiutò ad uscire, tenendola per mano.
-Manca poco- le aveva sussurato. Continuava a batterle forte il cuore: fra poco sarebbe tornata a casa, ed era addirittura felice di rivedere i suoi genitori.
Il cielo stava imbrunendo.
-Faremmo meglio a ripartire subito, ci sono dei nuvoloni laggiù e il vento porta dritto a Mogi. Forse riusciremo a non bagnarci. Neymar, muoviti a finire quel panino!- disse Marc. Neymar si limitò a sbruffare. Marc si avvicinò ad Alec -Su amore, vieni- le disse poggiandole la mano sul sedere e regalandole un bacio a stampo.
Marc affondò il piede sulla frizione e, tolto il freno a mano e inserita la prima, pigiò dolcemente sull'acceleratore, e i quattro ripartirono.
Dopo oltre un'ora di musica a palla arrivarono a Mogi e Neymar spense lo stereo buttandosi in avanti. Cristel si svegliò di soprassalto e si ritrovò a fissare il paesino brasiliano col naso appiccicato al finestrino cosparso di gocce di pioggia.
-Sai dove andare Marc, non voglio che papà si arrabbi!- si pronunciò Neymar.
-Sta tranquillo, va tutto bene. Ma piove e ho fame: se permetti si fa un salto in centro a prendere un hot dog-
-Fa come vuoi, tanto se la prenderà con me. Se ci ha detto di obbedirgli forse c'è un motivo no?- lo apostrofò Neymar, ma smise di protestare quando sentì la mano di Cristel accarezzargli il petto -È davvero così terribile tuo padre?-
-No Cristel, ha solo i suoi modi. È un uomo potente e non gli piace chi gli va contro; ma ai suoi figli ha sempre perdonato tutto... o almeno tutto ciò che non fosse pericoloso per loro stessi- Tacque, e respinse le lacrime. Era un ragazzo forte, ma non poteva fare nulla contro quel rimorso -Sai, secondo me gli piaci: hai un bel carattere, dei degli occhi meravigliosi, un sorriso da bimba innocente eppure ne sai molto di più di quanto sembra!-
-Ma smettila...-disse lei ridendo e sfregando la guancia sul braccio del ragazzo.

Si stavano dirigendo verso l'imponente tenuta dei Da Silva Santos attraversando le strade rabbuiate dalla notte. Neymar aveva avvisato suo padre del ritardo, e non si aspettava certo che gli uomini della banda li avessero aspettati all'ingresso tutto quel tempo
-Stephan! È da molto che non ci vediamo. Mi fai portare degli ombrelli, non voglio che ci bagnamo- disse il guidatore.
-Sì certo Marc, dopo. Ora scendi: il signor Da Silva ti aspetta lì- disse l'uomo con tono cupo.
Marc scese dalla vettura attonito. Suo padre era a pochi metri da lui, ma la pioggia gli annebbiava la vista -Padre!- disse. Nulla poté risparmiargli uno schiaffo in pieno viso, mentre continuava a bagnarsi. Cristel sobbalzò in macchina.
-Cosa credi? Che faccia capricci come te? Ti ho detto di venire direttamente qui, forse c'è una buona ragione, non credi? Ma preferisci portare a spasso la ragazza. Possono trovarvi, non ci hai pensato? Sciocco!- stava per assestargli un altro ceffone, ma si trattene e gli mise la mano sulla spalla -Entra dai. Tu- disse rivolgendosi ad uno dei suoi- parcheggia l'auto sul retro e porta i ragazzi dentro: ho deciso che passeranno la notte qui- e si avviò nell'atrio con suo figlio.
Cristel era ancora spaventata quando Neymar le portò il braccio al fianco destro dicendo -Lei è Cristel, su tesoro presentati!- ma la ragazza era bloccata dalla figura imponente e tracotante del capo banda, si sentiva le gambe tremare e spezzarsi al sorriso di quell'uomo che non le piaceva affatto. Le si avvicinò la mamma di Marc, che aveva appena finito di regalare un'altra ramanzina al figlio -Come vedi, cara, anche un criminale deve obbedire- disse a Cristel stampandole due baci sulla guance -Chiamami Patricia-
-Non chiamarmi criminale mamma!-
-Zitto- disse Alec con una smorfia sorniona.
Cristel si sentiva terribilmente a disiagio, ed invidiava Alec e la sua calma da psicologa irriverente. Voleva solo andarsene a casa e farsi una doccia, proprio ora che il puzzo di fumo e zolfo di quella stanza si mescolava con i suoi vestiti zuppi.

Used || neymar jr & marc bartraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora