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«Ti prego Luca», dissi scandendo ogni singola parola, stanca di quel silenzio che stava durando troppo a lungo.

«Ti prego, dimmi quello che devi dirmi. Ho bisogno di sentirtelo dire. Di sentirti dire che non mi vuoi. So che è colpa mia, non so come ho potuto credere che tu potessi...che io potessi piacerti, io...», non trovavo le parole per esprimere ciò che volevo e lui mi fermò prima che potessi dire altro. Mi fermò nell'unico modo che non mi sarei mai aspettata: mi baciò con una tale forza e intensità da farmi quasi male. Non era un dolore fisico, mi faceva male dentro, sentivo la sua disperazione, anche se non ne capivo il motivo, ed era anche la mia.

Quando quel bacio finì, lui mi abbracciò forte ed io restai immobile, confusa e frastornata.

«Non dirlo mai più», mi sussurrò all'orecchio, anche il tono della sua voce era disperato.

«Non devi nemmeno pensare di non piacermi. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata», si allontanò da me lo spazio necessario per potermi guardare dritta negli occhi. Mi teneva ferma per le spalle, la fronte appoggiata alla mia, i suoi occhi azzurri dentro ai miei.

«Non pensare che io non ti desideri. Ti desidero così tanto da stare male. Ti desidero dal primo momento in cui ti ho vista. Dal primo momento che ho sentito la tua voce e ho capito che non avrei più potuto farne a meno. Voglio tutto di te, come non ho mai voluto nessuna in vita mia», quelle parole, accompagnate da quello sguardo troppo intenso, troppo vero, mi fecero girare la testa.

«Non...non capisco, allora cosa c'è che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire?», ripercorsi rapidamente con la mente le ultime ore, gli ultimi giorni, cercando qualcosa che fosse andato storto, qualcosa di sbagliato, ma non riuscii a trovare niente. Non ero mai stata più felice dell'ultimo periodo, la mia vita non era mai stata così perfetta. Eppure l'insicurezza, che per anni era stata parte essenziale di me, all'improvviso tornava fuori e mi diceva che non poteva che essere colpa mia. Io, come sempre, il problema di tutto.

«No Giulia, no - continuava a scuotere la testa, deciso, disperato - non sei tu. Tu sei perfetta. Sono io che non vado bene. Io non ti merito».

Mi sembrò, all'improvviso, di essere in uno di quei film banali, dove lo stronzo di turno lascia la ragazza con la classica e orrenda frase: "io non ti merito, tu sei troppo per me" o cose del genere. Cazzate!

«Tu non mi meriti? Tu NON MI VUOI!», dissi con più rabbia di quanto avrei voluto.

«No, ti sbagli. Tu non capisci, io...non posso, non così, non prima di averti detto la verità. Non prima che tu sappia tutto».

La verità, quella parola fece breccia tra i miei pensieri distinguendosi dalle altre.

«Allora dimmi tutto. Cosa devo sapere?».

Ero pronta, una luce dentro di me si era improvvisamente accesa: il ricordo di qualcosa che mesi prima mi aveva fatto quasi impazzire. Qualcosa che avevo analizzato, rifiutato e rimosso. Il dubbio che ora tornava più forte che mai.

Luca fece un respiro profondo.

«Io non sono quello che credi», di nuovo si interruppe. Di nuovo sembrava non sapere come proseguire. Teneva gli occhi fissi sulle sue dita, continuava ad intrecciarle nervosamente.

«Cosa intendi dire?», chiesi con un nodo alla gola ma, in fondo, già lo sapevo.

«Avrei dovuto dirtelo prima, prima che tu fossi troppo coinvolta o che lo fossi io. Ora è tutto più difficile. Aspettavo il momento giusto, ma ogni volta non lo era. Ogni giorno, ogni momento che ho passato con te sembrava magico e non volevo rovinare tutto, ma ho aspettato troppo e ora è tardi per tornare indietro».

Lo stesso peso dell'amoreWhere stories live. Discover now