Capitolo 16 |Strane voci|

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Rimasi immobile come una statua di marmo, totalmente esanime.
Uno spiffero di vento mi smosse i capelli, rianimandomi da quello stato di immobilità temporanea.

Mi guardai intorno alla ricerca di una possibile finestra aperta ma come già immaginai, in quella zona della biblioteca non ve ne era neanche una.
In ogni caso la cosa sarebbe rimasta comunque insolita.
Il tempo in quel periodo era particolarmente gradevole, caratterizzato da quel familiare tepore di un sole di mezza stagione.

Quella folata era gelida.
Gelida come il sospiro di un iceberg nel bel mezzo dell'oceano.
Un freddo innaturale per quel periodo.

<Soleil>.

Il libro cadde dalle mie mani, provocando un forte tonfo.
<Chi c'è?> iniziai ad agitarmi.
Quello che avevo sentito era un flebile sussurro di una voce candida, quasi eterea.

<Dusha sei tu?>.
Un'altra folata di vento, questa volta più forte.
Feci qualche passo in avanti, era come se quel vento mi incitasse a camminare.

<Segui il tuo istinto>.

Di nuovo quella voce.
Questa volta però compresi che non fosse intorno a me, la sentivo troppo vicina.
Come se fosse un eco che rimbombava nella mia testa.
Forse avrei dovuto avere paura, ma per qualche strano motivo ero certa che non fosse qualcosa di malvagio.
Lo percepivo.

Cosa vuol dire "segui il tuo istinto"?

<Ascoltalo Soleil, lasciati guidare>.

Questa volta la voce risultò più melodica, sembrando quasi il canto ipnotico di una sirena.
Dopo quelle ultime parole, mi mossi come se fossi effettivamente sotto ipnosi.
Camminai decisa tra gli scaffali della biblioteca.
Non avevo la minima idea di dove stessi andando, ma in qualche modo sapevo esattamente cosa fare e dove andare.
Era come se la mia mente e il mio corpo avessero preso due strade differenti, agendo come due entità distinte e separate.

Arrivai in una parte della biblioteca a me ancora sconosciuta, nonostante in quelle settimane l'avessi perlustrata minuziosamente come un segugio.
Notai come la luce fosse più fioca, rendendo l'atmosfera alquanto inquietante.
Lo spazio tra gli scaffali si era ristretto ma la cosa davvero curiosa erano i libri presenti in quella zona nascosta in penombra.

Erano... vecchi.
Ma non semplicemente sgualciti e malconci. Erano libri quasi arcaici, più vecchi della parola stessa.
Probabilmente se li avessi toccati anche solo con la punta del dito si sarebbero sgretolati come polvere finissima.

Poi la vidi.
Un'aura luminescente che circondava un piccolo libro, più sottile e rovinato degli altri.
Allungai la mano e lo sfilai lentamente dallo scaffale.
Nel momento esatto in cui lo sfilai del tutto la luce si intensificò.
Poi, come il sole cala al tramonto, essa si affievolì lentamente, fino a scomparire.

Si trattava di un libretto in pelle.
Malgrado il forte colore giallognolo, evidente segno di un deterioramento causato dal tempo, capii che molto probabilmente quel libro in origine fosse bianco.
Al centro della copertina vi era un disegno in rilievo, più precisamente una rosa.
Passai delicatamente una mano sulla copertina, tastando il dislivello causato dal disegno.

Quando arrivai al bordo del libro percepii la medesima sensazione.
Molto probabilmente si trattava di una scritta, ma date le condizioni del libro non riuscii a decifrarla.

<Soleil!>.
Girai il capo verso quel richiamo, riconoscendo immediatamente la voce delicata di Dusha.
Mi affrettai a mettere quel libretto dentro la mia tracolla, sistemandolo in modo che non si rovinasse ulteriormente.
Camminai velocemente verso la voce di Dusha, allungando sempre di più il passo.
Ebbi ancora l'impressione di essere osservata ma non appena arrivai nell'area principale della biblioteca quella sensazione si affievolì.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Where stories live. Discover now