Capitolo 18 |Una verità di troppo|

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Sgranai così tanto gli occhi che assunsero un'innaturale forma sferica al pari con due biglie di vetro.

<No...non è possibile> sussurrai piano.
Le mie mani tremolanti tastarono il diario per assicurarsi che quello non fosse né un sogno né il frutto malato della mia fantasia.

Senza esitazione lo aprii e andai a leggere l'elegante calligrafia impressa sulla prima pagina ingiallita:

"L'odio.
Il movente di tutto ciò che è malvagio e privo di ragionevolezza.
Il sentimento più ignobile che si possa provare nei confronti di qualcuno.
La ragione per la quale assieme al bene esiste il male.

Odio è ciò che provo per lui.
Quell'essere che senza vergogna pretende l'appellativo di padre. Come se lui fosse all'altezza di tale ruolo.

Colui che mi ha privato di ciò che ho di più caro.
La mia libertà.
Imprigionata da quando ne ho memoria in un'ala remota dell'Olimpo, segregata in quella che dalla mia casa è diventata la mia prigione.

Tutto per colpa sua.
Zeus, re dell'Olimpo e padre degli dei.
Mio padre.
L'uomo più meschino, infame e vile che si possa incontrare nella propria vita.
La concezione di "padre" è ciò che di più lontano ho di lui.
È una bestia.

Un mostro che veste i panni di un dio buono e caritatevole.
L'apoteosi della falsità assoluta.
Mi chiedo come faccia mia madre a sottostare al suo volere.
Lei è da sempre stata la mia unica ancora di salvezza, colei che mi ha dato la forza e la capacità di sopportare tutto questo.

Ma finalmente ho capito cosa ha spinto mio padre ad adottare queste decisioni su di me.
Lui è mosso da un sentimento ben diverso dal mio.
Un sentimento troppo umano per il grande e potente re degli Dei.

La paura.

Esattamente.
Quel sentimento che fa tremare anche le parti più remote del tue interiora.
Ciò che ti spinge a compiere azioni da vigliacco.

Paura della sua stessa figlia.
Ha paura del potere che risiede dentro di me e che cresce ogni giorno di più.
Lo sento.
Avverto un'energia innaturale propagarsi al mio interno.
Nutre ogni cellula, vena o arteria del mio corpo.

Non so cosa sia o da dove provenga, ma di una cosa sono certa.
Ogni giorno che passa aumenta a dismisura.
Più aumenta più i mei giorni di prigionia giungeranno al termine e quando sarò finalmente libera non ci sarà più un dio da poter pregare per placare la mia ira.

Il giorno che il sangue denso di mio padre scorrerà come un fiume scarlatto lungo la vetta divina sarà l'inizio di un nuovo regno".

Lessi quelle pagine tremando.

Zeus, mio padre, Olimpo...

<Oddio...>.
Non poteva essere vero.
Il libro tra le mie mani era il diario autentico di Mysteria.
Quelle parole erano intrise del suo profondo odio verso suo padre.

Non mi resi conto che piccole lacrime salate scesero dai miei occhi lucidi.
Perché provavo tutta quella compassione?

Il legame che avvertivo con quel diario fu ineguagliabile.
Lo sentii mio, come se fosse una parte di me, al pari di un braccio o una gamba.
Percepii una sensazione di familiarità, l'essenza del diario era inspiegabilmente connessa alla mia anima.

Com'è possibile tutto questo?

Improvvisamente sentii dei leggeri pugni battere sulla porta della mia camera.
<Soleil? Sono Dusha>.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Where stories live. Discover now